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Perché un altro libro sullo yoga?

Pubblicato 5 anni fa

Leggi un estratto dal libro "Il Piccolo Libro dello Yoga" di Francesca Senette

C'era bisogno di un altro libro sullo yoga? In effetti sugli scaffali delle librerie ce ne sono di tutti i tipi e online pare non si parli di altro; senza contare che Instagram è la vetrina di acrobatici performer, contorsionisti talmente abili da fare invidia ai più bravi artisti circensi.

Esistono, peraltro, manuali validissimi e testi di riferimento per generazioni di yogini, ma in base alla mia esperienza non sono indicati per un primo approccio allo yoga. Sono opere da analizzare, studiare, capire, leggere e ancora rileggere e richiedono già un po’ di confidenza con l’universo filosofico e il Sapere alla base della disciplina.

Ecco, da questo punto di vista forse un po’ di spazio per un nuovo libro sull’argomento c'è, perlomeno se l’intento (per nulla semplice e magari anche un bel po’ ambizioso) è quello di trasmettere in modo chiaro e semplice concetti importantissimi, seri e profondi, che tutto questo parlare di yoga, spesso privilegiando la forma alla sostanza, sta mettendo in secondo piano.

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Indice dei contenuti:

Un mini dizionario per chi si pone delle domande

Un libro breve e agile, scritto in modo chiaro, che sia una «via di mezzo», un ponte fra i due poli opposti, tra chi ha già intrapreso il cammino che porta alla Consapevolezza, e chi è semplicemente affascinato da una pratica tanto in voga ma non sa da dove cominciare. Un libro che sappia comunicare in modo accessibile a tutti quel Sapere altrimenti appannaggio di pochi.

Personalmente, anni fa, sono capitata per caso in una classe di yoga, del tutto inconsapevole di quello che avrei trovato, incontrato, sperimentato. All’inizio non ho capito bene cosa stessi facendo su quel tappetino né mi sono interrogata sui significati più sottili degli asana (posizioni) e degli esercizi di pranayama (respirazione) che mi venivano proposti. Però mi sono fidata e affidata all’insegnante e lentamente ho avvertito che qualcosa cambiava dentro di me, nel profondo.

Ho lasciato fluire l’energia, ho concesso alle mie emozioni di scorrere libere, mi sono messa in ascolto e ho scoperto un nuovo spazio dentro Francesca, una dimensione più intima, quieta, armonica e centrata.

Quella sensazione di beatitudine, serenità, equilibrio interiore mi ha aggiogata (scopriremo a breve il senso di questo termine) e ho deciso di provarci davvero, di andare più a fondo nella conoscenza della disciplina e di me stessa attraverso lo yoga.

Essendo secchiona di indole, ho scelto di studiare e sono diventata prima maestra e quindi master; ma non l’ho fatto tanto (o solo) per poter insegnare e diffondere questo benessere ad altri come me: ho intrapreso questa strada soprattutto perché mi fa stare bene, mi consente di ritrovarmi ogni volta che salgo a piedi nudi sul tappetino.

Proprio a partire dalla mia esperienza, vorrei dare le risposte alle tante domande che frequentemente mi pongono i miei allievi reali e - su Instagram ci sono anch’io - i miei follower virtuali:

«Mi spieghi cosa si intende per karma?». «Vorrei capire un po’ di più dello yoga, quale libro mi consigli?».

«Per essere yogini bisogna diventare vegetariani o vegani?».

«Perché si canta l’Om? Io sono cattolica e mi sento un po’ a disagio...».

Lo scopo del libro che stai sfogliando è proprio quello di proporre una prima lettura, di essere un manuale facile e pratico, «pop» nella forma ma serio e rigoroso nei contenuti, proprio come io stessa mi pongo durante le lezioni o durante gli incontri in cui racconto il mio grande amore per lo yoga. Ogni volta provo a conciliare l’essere la giornalista che comunica a tutti senza prosopopea, e l’insegnante di yoga che non può rinunciare alla serietà e alla precisione della sostanza della disciplina.

Facendo tesoro di queste esperienze, ho deciso di proporti la lettura di una sorta di vademecum, un minidizionario con i dieci termini, le dieci parole-chiave che racchiudono una parte importante dell'infinito e non riassumibile mondo delle conoscenze yogiche, così come sono arrivate a me attraverso gli insegna-menti del mio maestro.

Le «mie» 10 parole

Sono parole di uso comune, note alla maggior parte delle persone, eppure non veramente comprese nel loro autentico significato, quindi all'origine di confusione, fraintendimenti e anche di qualche pregiudizio.

Iniziamo dal principio con il sostantivo Yoga, il vocabolo più famoso (e mai come di questi tempi alla moda) e poi proseguiamo con Asana (le posizioni) che rappresentano, in verità, solo una piccola parte della disciplina, anche se ce una errata sovrapposizione dei due termini (asana = yoga): il primo ha quasi cannibalizzato il significato del secondo, diventando la piccola parte significante del tutto, una sineddoche. Uno degli obiettivi del mio libro è quello di fare chiarezza su questo punto: gli asana sul tappetino non sono lo yoga!

Infatti il nostro viaggio parte molto ma molto prima, con Yama e Niyama, i «co-mandamenti etico-morali» dello yoga, i dieci suggerimenti di Patanjali. Ecco, il suo è uno dei nomi che sentirai citare più spesso nel mondo yoga: si sa poco della sua vita, ma è celeberrima l’opera a lui attribuita, gli Yoga Sùtra (ys) - 196 aforismi (sutra) che costituiscono la base filosofica e il testo fondamentale dello yoga - raccolti probabilmente intorno al 400 d.C. sulla base di frammenti e testi molto più antichi. Patanjali, che per questa ragione viene un po’ unanimemente riconosciuto come l’Omero dello yoga, per primo ha messo per iscritto insegnamenti che fino ad allora erano stati tramandati oralmente. Per dirla con le parole dello storico delle religioni Mircea Eliade:

«Grazie a Patanjali lo yoga, da tradizione “mistica”, si è trasformato in “sistema filosofico”».

Per il filosofo indiano, yama e niyama costituiscono la base, ciò che va o non va fatto basilarmente, ancor prima di srotolare un tappetino e intonare, come tradizionalmente si usa fare prima di incominciare qualunque pratica di asana, il mantra Om, altra parola imprescindibile per un praticante assennato e che racchiude migliaia di anni di saggezza; l’energia cosmica, la vibrazione che tutto ha originato, il prana che è aria, respiro, vita e quindi Pranayama, l’arte, la scienza di controllare il respiro, e il significato del respiro stesso, la sua connessione certamente intuibile e profondissima con il mentale: la quiete, quello stato di chitta vritti nirodhah essenziale per intraprendere la via della Meditazione, la capacità di concentrarsi inizialmente su un punto che poi diviene «semplice» beatitudine.

La disciplina dello yoga, insomma, grazie alle indicazioni sul vivere una più consapevole dimensione individuale e sociale, le pratiche fisiche, le tecniche di respirazione e di concentrazione mentale e le parole dei maestri, può fornire a ognuno di noi le chiavi per apprendere il distacco mentale, il non attaccamento emotivo, la dis-identificazione con i nostri pensieri compulsivi e, in ultima istanza, l’accettazione (non passiva ma consapevole) del nostro destino che creiamo ogni giorno con le nostre mani (e le nostre menti) secondo una legge di causa/effetto, il Karma.

E se, così insegna lo yoga, l’individuo è composto - come una matrioska - da tre corpi (quello fisico, fatto di pelle, muscoli e ossa; quello pranico o astrale e quello causale), noi vedremo il secondo corpo, quello che ha a che fare con il prana (ancora lui) e i Chakra, queste famose ma sconosciute ruote energetiche così affascinanti e misteriose, capaci di determinare lo stato di salute degli organi e degli arti che governano, legate nel profondo alla nostra energia e, esternamente, ai sintomi delle malattie, i famosi blocchi energetici...

Con lo yoga ci assumiamo al 100% la responsabilità della nostra esistenza e impariamo a capire che siamo solo ener-già condensata, come dimostrano le più recenti scoperte della scienza quantistica. Ciascuno di noi, in base ai sentimenti che prova, vibra a una certa frequenza e attrae a sé persone e situazioni che vibrano sulla stessa lunghezza d’onda.

Nulla accade per caso e solo cambiando il nostro modo di essere e di affrontare le circostanze della vita, riconoscendo in noi quegli stessi difetti che attribuiamo agli altri, possiamo alzare il nostro livello vibrazionale e attrarre dall’Universo altre e più alte esperienze.

E allora concluderemo il nostro viaggio con Namaste, perché il divino che dopo questa breve via percorsa insieme avrai riconosciuto in Te, si inchini, saluti e onori il divino che riconoscerà tutto intorno, nella Natura e in ciascun essere vivente.

Il mio Sankalpa, ovvero la mia intenzione profonda

In ogni pagina mi sono sforzata di attingere dai miei anni di studio, dalla mia pratica quotidiana e dall’amore per questa disciplina che mi ha cambiato la vita - soprattutto, l’approccio alla vita - e continua a stupirmi per i piccoli, costanti miglioramenti che apporta al mio quotidiano.

Se sarò stata capace di stimolare la tua curiosità, soddisfare la tua voglia di capire e convincerti a entrare in questo grande, meraviglioso palazzo di conoscenze antiche ma sempre attuali, allora avrò tenuto fede al mio sankalpa!

Eccole, allora, le dieci chiavi per aprire le serrature di alcune vie d’accesso allo yoga: davanti a te si spalancherà un mondo che, se vorrai, potrai poi decidere di esplorare studiando i testi fondamentali dello yoga.

Fatta questa premessa, possiamo cominciare.


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