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Perché questo libro?

Pubblicato 6 anni fa

Leggi un estratto dal libro "La Guarigione Spontanea delle Credenze" di Gregg Braden

Mentre lavoravo alla stesura della Matrix divina (Macro Edizioni 2007) mi è apparso immediatamente chiaro che il nostro ruolo nell’accettare i miracoli poteva facilmente disperdersi diventando secondario nel messaggio generale dell’opera. Descrivere il linguaggio delle credenze e come ci consente di essere gli architetti della nostra vita avrebbe richiesto un altro volume.

In queste pagine, dunque, scoprirete come curare le false credenze e convinzioni che in passato possono avervi imposto delle limitazioni. Inoltre voi potrete...

  • identificare le credenze che fanno regredire la malattia nel vostro corpo;
  • apprendere quelle che creano nella vostra vita rapporti duraturi e capaci di nutrirvi;
  • scoprire quelle che portano la pace nella vostra vita, nella vostra famiglia, nella vostra comunità e nel mondo in cui vivete.

Stai leggendo un estratto da questo libro:

Indice dei contenuti:

Cosa rappresenta e cosa non rappresenta questo libro

Per quanto i concetti di pace, di rapporti umani e di guarigione possano sembrare diversi fra loro, si basano tutti sullo stesso principio: il “linguaggio” delle credenze e i sentimenti che nutriamo rispetto a ciò che crediamo.

Per sua stessa natura, l’esplorazione di credenze e convinzioni rappresenta un viaggio squisitamente personale. Ciascuno di noi ha una presa leggermente diversa sulle proprie credenze, mentre cerca di collocarle nel grande quadro delle credenze collettive riferite alla propria cultura, agli insegnamenti religiosi, alla famiglia e agli amici. Poiché si tratta di un’esperienza di questo tipo, è probabile che le opinioni su cosa sia una credenza siano tante, quante sono le persone che le hanno.

Nei sette sintetici capitoli di questo libro, intendo condurvi verso un modo nuovo e forse molto diverso di concepire voi stessi, la vostra vita e il vostro mondo. Per taluni, questa prospettiva rappresenta una sfida rivolta a tutto ciò che è stato loro insegnato. Per altri, essa stimola la loro curiosità, quel tanto che basta per incamminarsi su un nuovo sentiero di auto-scoperta.

Per tutti, è importante sapere subito che tipo di aspettative si possono avere, rispetto alle informazioni che seguiranno. Se somigliate a me, vi piacerà sapere dove state andando, prima di cominciare il viaggio. Questo è il motivo per cui ho descritto esattamente cosa questo libro rappresenta - e cosa non rappresenta:

Non si tratta di un’opera scientifica. Sebbene mi appresti a condividere le conoscenze scientifiche d’avanguardia che ci incoraggiano a ridefinire il nostro rapporto col mondo, quest’opera non è stata scritta in maniera tale da conformarsi al formato o agli standard di un manuale didattico scientifico o di una rivista specialistica.

Non si tratta di un saggio scientifico i cui contenuti sono monitorati da colleghi del settore. Ogni capitolo e ogni riferimento a ricerche non hanno subito un lungo processo di revisione da parte di un comitato riconosciuto o di una commissione di “esperti” abituati a vedere il mondo attraverso la lente di una singola disciplina, come la fisica, la matematica o la psicologia.

Si tratta di una guida ben documentata, basata su solide ricerche. E stata scritta con l’intento di essere di facile lettura e di dar conto di esperimenti, studi dei casi, testimonianze storiche ed esperienze personali che ci sostengono e ci restituiscono potere, nel nostro modo di concepire noi stessi e il mondo.

Si tratta di un esempio di ciò a cui si può aspirare quando si varcano i confini tradizionali tra scienza e spiritualità. Anziché vedere i problemi del nostro tempo attraverso gli occhi della natura, tenendoli artificialmente separati e isolati attraverso le prospettive della fisica, della chimica o della storia, quest’opera intende colmare il vuoto che separa la migliore ricerca scientifica di oggi dalla saggezza eterna del passato, fondendole al fine di raggiungere una più vasta comprensione del nostro ruolo nella vita. L’intento è quello di permetterci di mettere in pratica questa conoscenza ai fini della creazione di un mondo migliore - e di scoprire di più su noi stessi durante il percorso.

La guarigione spontanea delle credenze è stato scritto per uno scopo ben preciso: condividere un messaggio di speranza e di potenzialità che ci restituisca potere, in un mondo dove spesso siamo indotti a sentirci privi di tali qualità.

La verità ci interessa veramente?

In un altro dei suoi testi. Rumi descrisse ulteriormente la curiosa natura del rapporto che ci lega alla realtà, quando affermò: «Noi siamo lo specchio e il volto nello specchio. Noi siamo l’acqua fresca deliziosa e la brocca che [la] versa». In modo simile a Gesù, quando disse che avremmo potuto salvarci se avessimo perennemente intenti alla creazione della realtà (talvolta consciamente e talaltra inconsciamente) e che lo facciamo mentre facciamo esperienza delle nostre creazioni. In altre parole, siamo sia l’artista che l’opera d’arte, il che implica che abbiamo il potere di modificare e cambiare le nostre vite nel presente e, simultaneamente, di scegliere che nuova forma dar loro nel futuro.

Sebbene per taluni queste corroboranti analogie rappresentino un modo nuovo e fresco di vedere il mondo, per altri scuotono le fondamenta di antichi assunti tradizionali. Non è raro osservare la riluttanza di eminenti scienziati nel riconoscere le implicazioni delle loro stesse ricerche, quando esse rivelano che in realtà siamo potenti creatori nell’universo.

Quando condivido l’ironia di questo fenomeno con una platea che mi ascolta dal vivo, spesso la gente l’accoglie con una risposta che ricorda la classica battuta del film Codice d’onore. In quell’opera altamente drammatica del 1992, il comandante della base di Guantànamo Bay, il colonnello Nathan Jessep (interpretato da Jack Nicholson), è sottoposto a un interrogatorio davanti a una corte militare dal luogotenente Daniel Kaffee (interpretato da Tom Cruise), che gli chiede di dire la verità sulla misteriosa morte di un soldato americano della base. Ben sapendo che il pubblico presente in aula non sarebbe stato in grado di sostenere il peso della sua risposta, Jessep risponde con queste indimenticabili parole: «Voi non siete in grado di reggere la verità!».

Forse la sfida maggiore del nostro tempo è semplicemente questa: siamo in grado di reggere la verità che abbiamo chiesto a noi stessi di scoprire? Abbiamo il coraggio di accettare chi siamo nell’universo e il ruolo che la nostra esistenza implica? Se la risposta è affermativa, allora dobbiamo accettare quella responsabilità che va di pari passo col sapere di poter cambiare il mondo se cambiamo noi stessi.

Abbiamo già discusso del fatto che le credenze, ampiamente diffuse, basate sull’odio, sul senso di separazione e sulla paura possono consumare il corpo umano e il mondo più velocemente di quanto non si fosse immaginato. Forse basta solo un piccolo cambiamento nel nostro modo di concepire noi stessi per farci riconoscere una grande verità, cioè quella che in realtà siamo noi gli architetti della nostra esperienza. Siamo artisti cosmici che proiettano le loro credenze più profonde sulla trama quantistica dell’universo. Quante possibilità ci sono che, trasformando le credenze distruttive del passato in altre, capaci di affermare la vita attraverso la guarigione e la pace, si riesca a cambiare il mondo del presente e anche il nostro futuro?

Potrebbe non essere più necessario continuare a porsi questa domanda. Le nuove scoperte sul potere delle credenze indicano che stiamo per trovare la risposta.


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