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Perché il calendario fenologico è il più utile per i lavori dell'orto

Pubblicato 2 anni fa

Un metodo intelligente per affrontare il climate change nell’orto: abbandonare il calendario tradizionale di semine e trapianti, puntando sul calendario fenologico

Siamo di fronte a una mutazione epocale nella distribuzione delle temperature e nell’alternanza dei ritmi stagionali come li conoscevamo. Lottiamo e ci impegniamo per consumare meno, per riuscire a frenare questo cambiamento ma, intanto, va considerato che questa differenza con il passato c’è e influisce molto sui nostri lavori nell’orto. 

Purtroppo chi coltiva non può più attenersi alle tabelle di semina e trapianto riferite a mesi o stagioni: non sono più funzionali e rischiano anzi di essere fonte di enormi frustrazioni. Rischiano di farci partire con una coltivazione troppo in anticipo o troppo in ritardo, con conseguenze importanti sul raccolto. Per esempio nelle regioni del Nord Italia, rispetto a vent’anni fa, è possibile ormai trapiantare i pomodori nello stesso periodo in cui si trapiantano nel Centro Italia e spesso anche al Sud. Ma, viceversa, bisogna porre molta attenzione al periodo di germogliazione: le ondate di caldo improvvise che sono sempre più una realtà climatica, arrestano la crescita iniziale della maggior parte delle orticole. Un esempio concreto: se io semino del lattughino a metà maggio, germoglierà nella prima metà di giugno. Se in quel momento la temperatura supererà per diversi giorni i 32 gradi, la crescita delle piante si arresterà e, con alta probabilità, i germogli, costituiti in gran parte da acqua rispetto alla quantità esigua di fibra, si disidrateranno. Eppure nei libri di orticoltura leggiamo ancora che i lattughini si seminano fino a giugno. 

Indice dei contenuti:

Il calendario fenologico

Oggi quindi sarà obbligatorio mettere da parte i calendari delle semine e trapianti stagionali, passando al più scientifico calendario fenologico, basato sulle temperature e sull’osservazione dell’ambiente circostante. Si tratta di un calendario che conoscono bene coloro che praticano l’agricoltura sinergica: la fenologia, in breve, studia le relazioni tra le condizioni climatiche e i fenomeni biologici periodici in una zona specifica. 

Il lavoro fatto da Emilia Hazelip con l’agricoltura sinergica, infatti, consisteva principalmente nell’adattamento al proprio clima e alla propria bioregione dei principi della coltivazione naturale individuati da Masanobu Fukuoka. Per questo motivo, le indicazioni fondamentali della coltivazione sinergica sono molto simili a quelle dell’“agricoltura del non fare” di Fukuoka, e sono particolarmente utili nell’era del climate change, arginando la carenza (e lo spreco!) di acqua, l’erosione dei terreni e i danni delle monocolture. In breve, si seguono cinque principi: 

  • la fertilizzazione continua del suolo tramite una copertura organica permanente che può essere paglia, fieno o cippato, a seconda della propria zona; 
  • la coltivazione di specie annuali in consociazione a colture complementari, con
    l’integrazione di alberi azoto-fissatori; 
  • l’assenza di interventi invasivi sul terreno: il suolo si rigenera grazie a tutti gli organismi che lo abitano, protetti dalla copertura organica del punto 1; 
  • il suolo si aera da solo, se noi evitiamo di provocarne il compattamento con l’agricoltura intensiva delle monocolture; 
  • si segue il calendario fenologico per le semine e i trapianti.

Osserva la Natura 

Armati di spirito di osservazione e di un buon termometro da esterni, è possibile infatti stabilire il momento giusto per le varie operazioni. Come? Seguendo le piante spontanee che nascono nel nostro stesso ambiente e osservandone lo sviluppo, la fioritura e l’impollinazione. Sono molto utili a questo scopo sia l’analisi di vegetali con una lunga permanenza, come tarassaco e cicoria, sia di quelli maggiormente suscettibili al caldo come la borragine o ancora di quelli che annunciano un passaggio chiave a temperature più miti (primule, violette) o a temperature più fredde (ciclamini selvatici, senape selvatica, topinambur).
A questa osservazione della nostra zona e dell’intelligenza della Natura che conosce i momenti giusti anche durante questi cambiamenti, uniamo delle indicazioni di massima sulle temperature. Per esempio, possiamo utilizzare questo breve elenco per le nuove semine, da attuarsi non prima che il clima abbia raggiunto con costanza (almeno 5 giorni di seguito) la temperatura indicata. 

  • 5 °C: barbabietola, carota, cavolo cinese, piselli; 
  • 7 °C: fava, broccoli; 
  • 10 °C: bietole, sedano, cipolla, cipollina, cipollotti, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, lattughe, prezzemolo, porri; 
  • 13 °C: crescione, carciofi, ravanelli, soia; 
  • 15 °C: cavolo rapa, cavolo verza, spinaci, dente di leone, patate, rafano piccante, scorzonera; 
  • 16 °C: cicoria, fragole;
  • 17 °C: cardi, zucchine; 
  • 20 °C: peperoni, zucche, fagioli, peperoncino, cetriolo, girasole; 
  • 25  °C: melanzana, meloni, mais, anguria, pomodori.

 


Esistono anche risorse più specializzate per chi coltiva professionalmente o ama approfondire. Per esempio, una risorsa interessante sono i bollettini fenologici settimanali e le carte fenologiche messe a disposizione dalla Rete Rurale Nazionale (reterurale.it). 

Queste mappe sono prodotte con un modello matematico che include lo sviluppo territoriale di singole piante di riferimento (vite, olivo, robinia e castagno) e la temperatura dell’aria, conteggiando in particolare le ore di caldo. 

A questi risultati, si associa il lavoro di osservazione sul campo dei collaboratori del progetto. I dati dei lavori agricoli vengono forniti nella scala BBCH (Biologische Bundesanstalt, Bundessortenamt und CHemical industry), un sistema ideato dal BBA, German Federal Biological Research Centre for Agriculture and Forestry, insieme ad altri enti di ricerca sull’agricoltura sostenibile. Per l’Italia il principale collaboratore è il CREA, Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente. I risultati, le mappe che ci interessano, si presentano come piantine della nazione oppure come un grafico a torta in cui sono indicati tutti gli stadi di crescita (germinazione, germogliamento, sviluppo delle foglie, germogli laterali, allungamento stelo ecc.) insieme alle temperature e ai giorni, più molte altre informazioni che si possono estrapolare studiando il sistema BBCH. 


Ultimi commenti su Perché il calendario fenologico è il più utile per i lavori dell'orto

Recensioni dei clienti

Gilia M.

Recensione del 06/08/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 06/08/2025

Non sapevo si chiamasse calendario fenologico ma prestare attenzione al periodo di germogliazione è qualcosa che faccio da diversi anni, soprattutto con il grande caldo estivo che sembra sempre peggio.

Baristo T.

Recensione del 24/07/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 24/07/2025

Mi sembra estremamente sensato questo modo di coltivare perché è giusto seguire l'andamento del clima piuttosto che delle stagioni che non ci sono quasi più. Grazie per tutte le informazioni.

Lia M.

Recensione del 21/02/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 21/02/2025

Lettura utile, non consocevo questo calendario fenologico. Si può dire che anche io, sempre seguendo i cicli lunari, scelgo il clima migliore per piantare i miei semi, aldilà del mese in cui mi trovo. Un esempio di come sia importante anche l'osservazione attiva della natura. Bellissimo articolo, mi trovo d'accordo con questa pratica

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