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Perché è importante onorare i nostri antenati e in che modo farlo

Pubblicato 1 anno fa

Ci sono, all’interno dell'albero genealogico di ognuno, alcuni lati nascosti, che in qualche modo influiscono sulle relazioni interpersonali e sullo sviluppo della personalità dei discendenti. Per capire questi complessi e delicati temi è d’aiuto la psicogenealogia immaginale

Non essendo persone né separate, né isolate dalle relazioni transgenerazionali, come esseri viventi non possiamo ignorare la storia della nostra famiglia e, quindi, nemmeno il vissuto dei nostri avi. Le loro esperienze esistenziali, i loro traumi e le loro angosce, le loro aspettative e i progetti non realizzati oltrepassano i confini dello spazio e del tempo, manifestandosi sotto varie forme nel presente dei discendenti.
Queste dinamiche ci sospingono a rendere la nostra esistenza una sorta di incarnazione di mito transgenerazionale. Attori sul palcoscenico della vita, interpretiamo ruoli che ci consentono di mantenere vive emozioni e destini dei nostri avi, spinti da null’altro che da “obblighi d’amore” inconsci.

Per interpretare questi nessi, il più delle volte latenti e ignorati, e per rendere limpido il presente esistenziale, vengono in aiuto le costellazioni familiari, metodo che considera la famiglia come “sistema”, e la psicogenealogia, detta anche psicologia trans-generazionale. Si tratta di due discipline che affrontano i “legami affettivi invisibili” e che uniscono l’individuo ai propri antenati. Il mio approccio è da oltre trent’anni basato sull’immaginale. La costellazione immaginale e il percorso della psicogenealogia immaginale aiutano a dialogare con l’invisibile, quindi con il mondo degli antenati. È un cammino che fa luce sul presente soggettivo e sulle maglie intricate della storia familiare.

Indice dei contenuti:

Perché “dialogare” coi propri avi

Le dinamiche parentali vengono spesso trascurate e sottovalutate. Si cresce pensando di non essere scalfiti dalle interferenze e dagli sviluppi di vite altrui, soprattutto se si tratta di esistenze di avi che non abbiamo mai conosciuto. Eppure, secondo alcuni approcci psicologici contemporanei, il passato dei nostri familiari, vicini e lontani, può indirettamente condizionare il presente. Ci possono essere alcuni lati nascosti all’interno del proprio albero genealogico, di cui appunto non si è a conoscenza, che in qualche modo influiscono sulle relazioni interpersonali e sullo sviluppo della personalità dei discendenti. Per capire questi complessi e delicati temi è d’aiuto la psicogenealogia immaginale, grazie alla quale si svelano quei legami affettivi invisibili, che ci uniscono ai nostri avi sospingendoci a fare della nostra vita l’incarnazione di un mito transgenerazionale. Analizzare gli intrecci psico-affettivi familiari in una prospettiva temporale è indispensabile per chiarire la propria posizione, il proprio ruolo e la propria essenza. Per far ciò, è necessario capire quali elementi e rapporti passati possano frenare il cammino evolutivo personale e capire il perché dei ripetuti fallimenti nel lavoro, o in amore, o addirittura i motivi che producono una determinata patologia. L’approccio immaginale si rifà a una visione della psiche quale sorgente di tutti i fenomeni ed è perciò capace di creare la realtà. Riveste un ruolo cruciale il potere immaginativo.

La visione immaginale

Nella visione immaginale il corpo e il mondo sono interni alla psiche. L’efficacia del paradigma simbolo-immaginale è nella sua capacità di favorire una percezione attiva degli eventi. Il metodo simbolo-immaginale è in grado di intervenire alle radici nei processi di comunicazione, di crescita personale e professionale. La psicogenealogia riporta a un sentire animista e vari sono i punti di contatto tra la psicogenealogia e il metodo delle costellazioni familiari e le tradizioni sciamaniche. Spesso in una costellazione emerge il mito che i membri di una famiglia stanno mettendo in scena e che viene trasmesso da una generazione all’altra e che condiziona la vita di tutto il sistema finché è vissuto e recitato in modo inconsapevole.

È quindi importante considerare vari protagonisti di un sistema familiare, cioè: i bambini, inclusi i bimbi nati morti o morti prematuramente; i genitori e i loro fratelli e sorelle; i nonni e bisnonni; altri antenati che hanno avuto un ruolo importante o controverso.

La visione immaginale ci porta in un percorso di smaterializzazione e depersonalizzazione del reale.
“Lavorare” in modo immaginale non solo guarisce le ferite del passato, ma consente anche una rivisitazione del rapporto con la nostra stessa Ombra, che da un lato è ciò che è stato rimosso dall’Io cosciente, e dall’altro è ciò da cui l’Io cosciente trae forza, vigore e ispirazione. Che fine fanno gli avi in questa visione? Vengono anch’essi smaterializzati e depersonalizzati, divengono archetipi, cioè rappresentanti dei nostri comportamenti psicologici e dei comportamenti (malattie, disturbi ecc.) del nostro corpo. Essi sono rappresentanti del mito che stiamo mettendo sulla scena della vita vivendo, esattamente come lo sono i nostri sogni notturni e tanti altri elementi che appartengono al regno dell’invisibilità. Ciò che è invisibile non è assente, è solo invisibile.

Le Carte dei Nat

L’influsso degli avi sul nostro progetto di vita è innegabile. Un figlio non viene concepito, atteso e generato solo per se stesso, ma per obbedire a sogni e desideri il più delle volte inespressi o irrealizzati del clan familiare. Sul figlio i genitori proiettano sogni e aspettative talvolta inconsce. Quando veniamo al mondo siamo già portatori di numerose missioni da compiere: riparare torti subiti, ristabilire equilibri perduti, riscattare pesanti rinunce, ripetere ostinatamente determinate emozioni in nome di legami invisibili, obblighi d’amore occulti nei confronti dei nostri antenati, così agiamo con la sensazione di avere un vuoto da colmare, un’ingiustizia a cui porre rimedio, un equilibrio da restaurare.

Per dialogare coi propri antenati sono efficaci le Carte dei Nat. Si tratta di uno strumento che utilizzo da decenni, frutto delle mie ricerche e dei miei viaggi presso le tribù animiste della Birmania. L’origine dei Nat si perde nella notte dei tempi. Essi hanno una radice universale, legata ad antichi culti tibeto-birmani, indiani, buddhisti, induisti, tantrici e sciamanici. Proprio lo sciamanismo, strettamente legato al sentimento animistico, è l’arte di conoscere e governare gli esseri invisibili che presiedono agli eventi della vita: nascita, morte, salute, malattia, ricchezza, povertà ecc. Nelle tradizioni animistiche di tutto il globo lo sciamano è il conoscitore dei mondi sottili e delle entità che li popolano. Egli accede alle dimensioni dell’invisibile grazie alla capacità di entrare in stati d’estasi nei quali la sua consapevolezza si estende oltre i confini della mente pensante ordinaria e del senso dell’Io. Attraverso i Nat possiamo andare oltre la mente ordinaria e creare un legame con i nostri antenati.


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Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 05/02/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 05/02/2025

Non avevo mai sentito parlare della psicogenealogia immaginale. È interessante il fatto che il passato dei nostri familiari, vicini e lontani, possa condizionare il presente anche indirettamente. Grazie per tutte le spiegazioni sicuramente da approfondire nel libro "Psicogenealogia e Costellazioni Familiari ad Approccio Immaginale".

Gilia M.

Recensione del 11/12/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 11/12/2024

Il culto degli antenati è molto sentito nel resto del mondo, basti vedere i famosi altarini casalinghi giapponesi e nel resto dei popoli locali della Polinesia, in Africa e in sud America. Nel mondo frenetico occidentale e occidentalizzato è meno frequente se non per motivi in genere di interesse, da entrambi i lati. Io la vedo più come una cosa privata, da indagare nel profondo di se stessi per capire le dinamiche famigliari e non solo per comunicare.

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