Osservare il mistero della creazione
Pubblicato
4 anni fa
Leggi un estratto dal libro "Coscienza Cosmica" di Giancarlo Rosati
Quando ci si addentra nel mistero della creazione, ci si smarrisce facilmente e, per quanto ci si adoperi per spiegarne le origini, le difficoltà che s’incontrano sono innumerevoli.
Ho così pensato di trattare separatamente i principi metafisici. Mi rendo conto dei rischi che corro nell'affrontare argomenti insondabili ma rispetto ai ricercatori spirituali del passato oggi abbiamo dalla nostra parte la scienza che ha già scosso i pilastri delle religioni.
La fisica quantistica (che descrive il mondo microscopico dell’atomo, dei suoi costituenti e del loro comportamento) ha già fatto crollare i muri che cingono le loro cittadelle egemoniche, come sono crollate le mura di Gerico al suono delle trombe.
Stai leggendo un estratto da questo libro:
Anni fa avevo iniziato con “Maya, l'illusione per vivere”, un saggio reperibile oggi anche in e-book sia in italiano che in inglese. Si tratta di un lavoro utile alla comprensione della forza velante dell’universo. Recentemente ho trattato l’argomento del karma (Karman) e ora affronto quello dell’Anima Universale.
Ho pensato di presentare gli argomenti in modo separato con la ferma intenzione di non avventurarmi in ardite dissertazioni filosofiche e scientifiche e nello stesso tempo di dare al ricercatore un’idea dell’argomento e delle entità di cui stiamo parlando; entità che sono illusorie come i miraggi, ma senza la cui comprensione difficilmente riusciremmo a giungere alla Verità Ultima.
Le mie esitazioni, dovute alla difficoltà di esporre un argomento molto complesso, sono state superate grazie alle esperienze avute in passato con veggenti africani, mistici indiani, sensitivi occidentali e alla certezza che il mondo (come afferma la metafisica antica e la fisica quantistica più recente) è generato dalla nostra stessa coscienza, si sviluppa dentro la mente, e che la coscienza sia tutto ciò che esiste. Secondo Ramana Maharishi, il mistico indiano di Arunachala (India):
“La mente costituisce la sola causa delle cose del mondo, della schiavitù e della liberazione. Se aderisce agli oggetti sensoriali è di schiavitù, se è priva di ogni oggetto è di liberazione. Gli oggetti sono creazioni mentali. La mente è dentro di voi. Dunque, il mondo è dentro di voi”.
La mente sarebbe quindi un sistema che si osserva e si autorganizzata. Le entità che percepiamo e di cui discuteremo sono tutte concettuali e illusorie, solo idee, soltanto miraggi.
Anche la Coscienza è un miraggio? Lo è anche il corpo fisico che pur ci sembra materiale e concreto? Sono tutti concetti? Anche il Supremo che nella filosofia indiana prende il nome di Brahman è un concetto?
Nonostante la cautela di esporre in modo semplice certi enunciati, la lettura non sarà sempre facile, ma non scartatela. Le nozioni che sembrano difficili da assimilare verranno un giorno accolte come scontare.
Tutto quello che dirò proviene dalla filosofia dell'Advaita Vedanta, dall’insegnamento ricevuto dai sufi islamici, da Sai Baba e da esperienze coscienziali personali, idee che oggi sono portate avanti anche da prestigiose università come quella di Standford e di Princeton e da centri francesi e tedeschi.
Nel parlare di Coscienza Cosmica ho fatto riferimento al sistema filosofico del Vedanta ma avrei potuto riferirmi anche al Sufismo (la mistica islamica) o allo Gnosticismo (la mistica cristiana).
Le vie mistiche sono tutte uguali. Si differenziano soltanto perché si usano termini diversi in rapporto al continente nel quale sono proposte. Il frequente riferimento alla fisica quantistica è d’obbligo perché per la prima volta nella valutazione del fenomeno, osservava il fisico Coppola, si introduce la presenza indispensabile di un osservatore cosciente che non solo influenza il fenomeno in sé ma addirittura lo determina, lo fa apparire e lo fa sparire come faceva Shiva, il dio della mitologia indù.
Un mondo illusorio
«Qualunque cosa esista è coscienza. Questo è tutto il capitale che abbiamo.» Nisargadatta
«Lo spino della rosa non è che pensiero che ha preso forma e sostanza.» Gesù (vg. di Tommaso)
Nonostante il parere di alcuni esoteristi non è così importante conoscere le diverse strutture nervose di cui parla lo Yoga o sapere a che punto si trova il nostro livello spirituale.
L’anatomia, la fisiologia yogica e l’esoterismo riconoscono sette chakra principali situati lungo la colonna vertebrale. Si tratta di ipotetici plessi nervosi o tappe del percorso ascensionale che esprimono un determinato stato di coscienza. Al ricercatore spirituale, però, non interessa sapere se il centro del corpo è l’ombelico, il cervello o il cuore o dove si trovi la ghiandola pineale (il terzo occhio), salvo che egli non sia uno yogi.
Anche la conoscenza dell'energia kundalini, di cui tanto si parla, è illusoria e inutile ai fini della ricerca spirituale. Il cultore dello yoga immagina che essa scorra lungo un canale energetico principale che in sanscrito prende il nome di Susumna. A fianco del canale principale ne scorrerebbero altri due secondari, Pingala a destra e Ida a sinistra. In realtà la kundalini è un’energia distribuita in tutto il corpo e solo la nostra immaginazione la fa incanalare in un certo modo (Sai Baba).
Del corpo fisico, il ricercatore spirituale deve sapere solo che:
- è una casa presa in affitto dal Supercosciente;
- è indispensabile mantenerlo in salute il più possibile non esponendolo a sostanze tossiche o a rischi inutili;
- è lo strumento attraverso il quale il Supercosciente opera in questa dimensione, a rendere Dio cosciente di se stesso: è dunque una sorta di rivelatore come la cartina al tornasole usata in chimica per rivelare qualcosa;
- senza il corpo/mente non è possibile scavalcare il muro di cinta per scoprire la Realtà Ultima;
- il mistico indiano Sai Baba lo paragona a un’auto: “Un’auto non è fatta per essere riposta in un garage; è fatta per le strade, per portarvi velocemente e con sicurezza a destinazione. Allo stesso modo anche il vostro corpo deve servire allo scopo di trasportarvi durante il vostro viaggio. Usate il corpo per scoprire la vostra divinità, per santificare ogni momento la vostra permanenza sulla terra”.
Senza la mente non è possibile penetrare nel territorio della Nonmente. Da una parte essa ostacola l’accesso alla Coscienza Cosmica e dall’altra rappresenta lo strumento utile per farlo. Tuttavia, per accettare l’idea che, oltre alla realtà percepita dai sensi, ne esiste un’altra superiore, bisogna approfondire le seguenti verità metafisiche:
- Brahman (il Principio Eterno o Assoluto, la somma di tutte le opposizioni);
- Maya, il potere soporifero e illusorio;
- Coscienza Universale;
- Universo che in sanscrito viene chiamato Mithya (non è reale né irreale) o anche Jagat (andare e venire).
La ragione ci porta a ritenere che quello che abbiamo chiamato fino a ieri Principio Eterno sia soltanto la matrice subatomica unificata dalla quale ognuno trae l’energia utile per compiere ciò che più gli aggrada.
Se le cose stanno così (e ormai non abbiamo più motivo di dubitarne), dobbiamo rivedere tutto quello che sta a valle di questa verità. Gli orientali indicano quello spazio matriciale semplicemente con Satcitananda, dove Sat sta per esistenza, Cit sta per conoscenza o coscienza e Ananda sta per beatitudine, cioè infinito o eternità. Queste entità sono solo proiezioni o sovrimpressioni che in Sanscrito vengono chiamate upadhi.
Plotino le chiamava emanazioni. Si tratta di entità illusorie, ma comprenderle è utile quanto lo è una scala per raggiungere la sommità di una torre.
Oggi ci possiamo permettere il lusso di parlare liberamente di principi metafisici, cosa che non avremmo potuto fare alcuni decenni fa se non a rischio di essere etichettati come creduloni, superstiziosi o folli.
Da millenni i saggi hanno spiegato all’uomo che l’universo è attraversato da una forza vitale che collega tutti gli esseri viventi. L’esistenza di questa potenza che qualcuno ha chiamato Spirito Santo era solo un’ipotesi che non si sapeva come provare in concreto. Ora che si comincia a fornire una spiegazione plausibile a certi misteri, gli scienziati vengono accusati di eresia.
Invece di essere felice che la scienza riesca a spiegare i misteri, la Chiesa li etichetta come non graditi.
In effetti, togliendole i misteri, la Chiesa perde potere, perde i devoti che credono per fede, e la religione che essa rappresenta si avvia verso un inevitabile declino. Ma non è stato soltanto il clero gerarca a respingere le idee che uscivano dalle università di Stanford e di Princeton.
Sono stati anche gli scienziati tradizionalisti che si sentono traditi dalla nuova scienza che li costringe ad abbandonare convinzioni ormai obsolete. Dopo trent’anni i baroni delle cattedre universitarie sono finalmente capitolati: la scienza s’inoltra nel territorio della religione bruciando quasi tutti i misteri che il clero custodiva da secoli. Grazie agli studi delle neuroscienze, della psicologia e della fisica nucleare, oggi possiamo dire con Max Muller, famoso studioso di religioni orientali, che ciò che prima appariva solo oscurità, illusione e vanità, comincia ora ad assumere un’altra forma.
Siamo certi che in questo millennio si avrà la certezza scientifica dell’esistenza della Coscienza Cosmica, di quell’Anima Universale proposta e sostenuta dai mistici di tutto il mondo, dai filosofi e dai fisici più moderni.