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Orticoltura Elementare: tanti buoni motivi per attuarla

Pubblicato 2 anni fa

L’alternativa all'agricoltura industriale per raccolti sani e abbondanti, senza fatica e senza sprechi di acqua né inquinamento ambientale

 


GIAN CARLO CAPPELLO | Tecnico Agrario, fondatore della Coltivazione Elementare


 

L’agricoltura industriale danneggia la salute degli addetti, dell’ambiente e di chi ne mangia i prodotti. L’immissione di sostanze tossiche nei luoghi di produzione è priva del minimo buonsenso e i tentativi di riformare singole pratiche agricole non sono sufficienti per ottenere un reale cambiamento di rotta. 

L’umanità, giunta allo stremo, per rinascere con la terra deve innanzitutto rivoluzionare il modo di coltivare. E con esso l’intera società.

Il capitalista deve il suo nome al possedere capi di bestiame, caput pecoris. Nell’evoluzione del capitalismo il gregge siamo diventati noi: privati dell’identità, sfruttati in vita e sacrificati senza pietà per aumentare il potere di chi se lo arroga. Da qui si svela come un’agricoltura e una società mortifere siano due elementi inscindibili sin dalle origini. 

Indice dei contenuti:

Cibi imbevuti di veleno e dolore

Malgrado la ormai diffusa consapevolezza riguardo il malcostume che pervade la grande distribuzione alimentare, ancora in tanti portano a casa e ingeriscono il cibo avvelenato prelevato dai banchi obitoriali dei supermercati. Credo che il motivo di un tale masochismo sia da ricercare nelle condizioni di vita alle quali la società capitalista ci ha gradualmente assuefatti: se accettiamo di respirare aria che non è più aria, se possiamo vivere isolati in appartamenti tutti uguali, se ci illudiamo di essere liberi spostandoci rinchiusi in scatole mangiavita, se spendiamo gli anni migliori della nostra esistenza terrena recandoci volontariamente in orari fissi a svolgere un lavoro che non ci piace e se per poterci andare rinchiudiamo i nostri bambini in aule con le sbarre alle finestre, se il fine settimana trascorso in transumanza al centro commerciale rappresenta un vero svago, allora ci sembrerà plausibile che altri esseri viventi, vegetali e animali, siano al pari nostro coltivati e allevati nel dolore e nei veleni, per finire sviliti a basso costo su quei freddi banchi illuminati al neon. Accettare senza batter ciglio innanzitutto il nostro addomesticamento rende accettabile il male inflitto agli altri viventi, ci fa sembrare naturale che nel nostro corpo entrino cibi imbevuti di veleno e di dolore. E non è un caso se i nostri corpi malnutriti da quei cibi intrisi di energie negative non avranno la forza di ribellarsi.

La lavorazione della terra: il peccato originale

Il peccato originale dell’agricoltura, non solo industriale, sta nella lavorazione della terra; da qui derivano per caduta tutti i guai ambientali, alimentari e sociali da essa causati. La terra così come si presenta se non viene lavorata è il risultato più nobile dell’evoluzione della Natura, è l’elemento che rende possibile il proseguimento della Vita sul Pianeta. Una volta lavorata essa perde il suo potere. Questa consapevolezza doveva essere ancora forte presso i nostri antenati se decisero di dare alla terra e a noi lo stesso nome: humus e homo. Il pianeta sul quale viviamo dovrebbe chiamarsi, per una valutazione quantitativa, Acqua o Aria, ma abbiamo scelto di dargli il nostro nome, il pianeta degli esseri plasmati dall’humus: la Terra. Se distruggi la terra colpisci l’umanità che popola la Terra. Ed è così che stanno andando veramente le cose. Ecco il principale malinteso dal quale sono derivate le pratiche agricole: la terra lavorata perde il proprio ruolo di ricettrice e dispensatrice di vita. La cognizione di ciò è il fondamento della Coltivazione Elementare: la terra non si tocca, né prima né durante la coltivazione. Mai.

Non è la materia a produrre energia, è dall’energia che nasce ciò che percepiamo come tangibile. La terra è la destinazione finale di tutta la materia organica forgiata dall’energia disponibile sul Pianeta. È nella terra che la materia organica viene destrutturata riportando le proprie componenti minerali nella disponibilità di altre forme di vita. Solo la terra intonsa possiede l’energia sufficiente per far risorgere ciò che morendo è tornato minerale, per restituire l’alito della vita riaggregata in altre forme in un ciclo senza fine. Solo la terra non lavorata può risolvere il dualismo vita/morte che sta alla base di tutte le nostre umane angosce. Per ritrovare il nostro equilibrio, la nostra naturalità, per recuperare la forza necessaria e gettare il cuore oltre l’attuale condizione, dobbiamo cibarci dei frutti della terra così come la Natura l’ha creata. Poi potremo finalmente annunciare con orgoglio: sono ciò che mangio, sono umano.

Ecco perché eliminare le attuali pratiche agricole

Chi è assuefatto alla prassi della lavorazione del terreno mi chiede come si possa coniugare la terra soda con la crescita delle piante, ma la domanda corretta è: come può un seme crescere e dare frutti nella terra alterata dalle lavorazioni? La risposta è semplice ed è sotto gli occhi di tutti: il seme crescerà con lo spreco di acqua, con l’addizione di concimi e ammendanti, con lo spargimento di pesticidi e diserbanti, con la creazione di varietà vegetali selezionate per soddisfare gli interessi degli industriali e non per la genuinità dei frutti. Senza alcun intervento umano un seme ha in sé il potere di generare una pianta che vivrà quanto le spetta e che produrrà nell’abbondanza della Natura; nella terra lavorata il seme non germina da solo e la pianta che nascerà non avrà la forza autonoma di arrivare alla produzione del proprio frutto.

Per questo motivo, sin dagli albori della Coltivazione Elementare, ho cercato di ottenere stabilmente buoni raccolti senza distruggere la terra, ricerca che si è rivelata assai meno complicata di quanto vorrebbero farci credere le fonti ufficiali. Il risultato è stata l’eliminazione, e non la riforma, delle pratiche agricole oggi considerate necessarie per raggiungere il medesimo fine. Forte di decenni di sperimentazione con ottimi raccolti, mi assumo la responsabilità di affermare che l’agricoltura è solo follia umana autodistruttiva, una parentesi nel buon senso da chiudere quanto prima se vogliamo ritrovare nel cibo quotidiano la giusta forza animale e con essa la dovuta serenità.

La Coltivazione Elementare non sostiene e non è un’espressione del sistema capitalista, per questo risuona nella mente e nel cuore dei borderline alla ricerca dell’autosufficienza alimentare e viene già praticata da chi, spesso accompagnato da essa, ha saltato il recinto, affrancato dal retaggio del modello aziendale e dai falsi valori. Solo nella terra non lavorata degli orti familiari e di comunità può crescere un presente desiderabile. Solo a partire dal cibo offertoci dalla terra intonsa possiamo riconquistare umanità e dignità. E la nostra Libertà.


Ultimi commenti su Orticoltura Elementare: tanti buoni motivi per attuarla

Recensioni dei clienti

Gilia M.

Recensione del 06/08/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 06/08/2025

La sovrappopolazione e la voglia di guadagnare hanno fatto fare agli esseri umani una miriade di castronerie che paghiamo e continueremo a pagare negli anni futuri se non si fa qualcosa subito. Per ora l'unica cosa da fare è coltivare il proprio cibo con amore e dignità, o acquistare a km 0 dai contadini di zona.

Baristo T.

Recensione del 24/07/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 24/07/2025

Anche nel nostro orto applichiamo questo metodo perché in questo modo si spreca meno acqua, che tra l'altro è del pozzo, ma si evitano completamente tutte le altre pratiche. Per questo le piante spontanee sono più forti di quelle coltivate con la moderna prassi agricola. Grazie per tutte le informazioni.

Lia M.

Recensione del 21/02/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 21/02/2025

Una lettura davvero bella, che evidenzia quali sono i problemi che purtroppo ancora oggi l'uomo non vuole vedere in nome di un guadagno che non fa cbe togliere alla natura. Articoli come questo sono molto utili, anche per chi non è del settore, perché io penso che la consapevolezza deve essere acquisita anche da chi compra

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