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Okay, e ora che si fa?

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto dal libro "Sta Ca**o di Ansia!" di Sarah Knight e scopri come liberarti finalmente dall'ansia e vivere con più leggerezza

Cominciamo con qualche domanda.

Quante volte al giorno ti blocchi davanti a un'incognita del tipo E se succede quella tale cosa? E se quell'altra va male? E se quell'altra ancora non va come voglio/ho bisogno/ mi aspetto che vada?

Quanto tempo dedichi a preoccuparti per qualcosa che non è ancora successo, oppure che non è successo e che ha addirittura poche probabilità di succedere?

E quante ore hai già sprecato sbroccando per cose già successe (o per evitare di sbreccare, mentre il panico ti infesta l'anima) anziché affrontarle?

Non vergognarti di essere sincero, non ti voglio umiliare. Anzi, comincio io!

La mia risposta è; Troppe, troppo e PARECCHIE. Immagino che sia anche la tua, perché nel caso sia Mai, neanche un momento e ZERO, puoi anche evitare di leggere questo libro (e, se posso permettermi, non avresti nemmeno i requisiti faticosamente conquistati per scriverlo).

Detto questo, ho buone notizie per te.

Quando avremo finito, la prossima volta che un'incognita ti metterà in difficoltà - e poco importa che sia un'ansia teorica o si trasformi in un problema concreto da risolvere -, invece di arrenderti a un attacco di panico, passare la giornata a piangere, prendere a pugni il muro o far finta di niente finché le cose non andranno addirittura anche peggio, avrai imparato a fare a meno della natura aperta e sterile della domanda E se... ponendotene un'altra, molto più logica, realistica e praticabile:

Okay, e ora che si fa?

Dopodiché affronterai il problema, qualunque esso sia. Una cosa alla volta, però: cominciamo dai fondamentali.

Stai leggendo un estratto da questo libro:

Indice dei contenuti:

Le rogne sono sempre in agguato

Eccome, mio caro o mia cara. E se penso a quante volte nel corso di una giornata avverto che dietro l'angolo potrebbe esserci una rogna, mi torna in mente una canzone del compianto genio musicale e gangster spirituale, l'unico e il solo Prince (RIP), che più o meno fa così: siamo tutti su questo Pianeta per smazzarci questa strana cosa che si chiama vita.

L'Uomo in Viola ha espresso pareri discutibili su un sacco di cose - tra le quali la religione, il gusto in fatto di tessuti e la differenza di età nelle relazioni di coppia - ma in questo caso aveva ragione da vendere. Ogni giorno ci svegliamo e arranchiamo su questa bomba a orologeria rotante chiamata Terra con l'obiettivo minimo di cavarcela e tirare avanti fino a fine giornata. Qualcuno di noi mira a qualcosa in più, per esempio al successo, a un po' di relax, a una parola gentile di una persona cara. Altri sperano soltanto di non essere arrestati per alto tradimento (e c'è chi ogni giorno, invece, spera che un certo qualcuno venga arrestato per alto tradimento!).

E anche se nel corso di ogni ciclo di ventiquattr'ore può darsi che succeda qualcosa di bello - ti concedono il mutuo, la tua ragazza ti chiede di sposarla, ti infili due calzini appaiati - c'è anche il rischio che capiti una rogna, che ti pignorino la casa, che la tua ragazza ti molli e che i calzini diventino lanosi contenitori di vomito di gatto.

Per non parlare del rischio che arrivi un terremoto, un tornado, un colpo di Stato, o che si verifichi un incidente nucleare, che la produzione mondiale di vino crolli, oppure che capiti chissà quale altro disastro che in qualsiasi momento potrebbe mandare tutto affanculo. Specialmente la faccenda del vino.

La vita va così. Lo sapeva Prince e lo sai tu. Il che è letteralmente tutto ciò che avete in comune tu e lui.

Quindi ho un'altra domanda da farti: come reagisci davanti alle rogne? Rimani impietrito o sbrocchi? Ti chiudi a chiave in bagno a piangere o ululi di rabbia? Personalmente sono famosa per fare finta che niente stia andando di merda, nascondere la testa sotto il cuscino e tirare su il culo: quella che chiamo "la mossa dello struzzo".

Purtroppo si tratta di meccanismi consolatori che magari funzionano per un po' ma non si rivelano particolarmente produttivi (e lo dico avendone inventato uno). A un certo punto ti toccherà smettere di sbreccare e fare i conti con le rogne, e - incredibile - è difficile prendere decisioni e affrontare i problemi mentre si è nel panico, si piange o si strilla, o quando il sangue va tutto alla testa.

Motivo per cui, prima di tutto, è il caso che tu ti dia una cazzo di calmata.

Sì, proprio tu.

Ci siamo passati tutti. Semplicemente sostengo che la maggior parte di noi potrebbe imparare a gestire meglio la situazione. Relativo a questo, c'è il fatto che la maggior parte di noi ha un amico, un familiare o un compagno la cui inevitabile reazione a ogni nostra crisi è: "Non temere, andrà tutto bene" o, peggio ancora: "Su, dai, non è poi una tragedia".

Tutte cazzate. È facile, dall'esterno, sparare banalità in buona fede. In questo libro saremo concreti piuttosto che gentili.

La verità è la seguente.

  • Sì, certe volte va tutto bene. Superi l'esame, il tumore è benigno. Linda risponde al tuo messaggio.
  • Certe volte, invece, no. Gli investimenti vanno male, le amicizie si perdono, in un'elezione dalle conseguenze colossali milioni di persone votano per un'unghia incarnita con in testa un cappellino rosso da sfigato.
  • In certi casi non va poi così male e sei tu a esagerare. Ti sei inventato una crisi immaginaria con cui hai alimentato le tue ansie. Come dar da mangiare a un mogwai dopo la mezzanotte. Se hai visto Gremlins, sai come va a finire.
  • Ma in altri casi LA SITUAZIONE È SERIA DAVVERO, e tu? Tu stai minimizzando. Come in quella vignetta del cane che, mentre gli va a fuoco la casa, beve tranquillo il suo caffè e pensa: Tutto bene, va tutto bene.

Certamente è più che probabile che dicendoti "Andrà tutto bene" il tuo amico/parente/compagno voglia soltanto aiutarti.

Io, invece, che tu stia scambiando una tenda canadese per il Taj Mahal o abbia ignorato un problema così a lungo da ritrovarti metaforicamente la casa a fuoco, ti aiuterò sul serio. Non posso farne a meno.

Così comincia il corso su come darsi una cazzo di calmata.

  • Lezione 1 Limitarci a credere che andrà tutto bene o che non vada poi così male può rasserenarci momentaneamente, ma non risolve il problema (e spesso neanche rasserena, ci si sente presi in giro dall'Industria della felicità obbligatoria. Cavolo, che nervi!). Comunque sia, non cambia un accidente!
  • Lezione 2 Quando arriva una rogna, non ci si può fare nulla: le gomme sono sgonfie, le vene tagliate, i file cancellati, i criceti morti. Magari ti senti frustrato, ansioso, ferito, arrabbiato o triste, ma il fatto è che Tunica variabile dell'equazione che puoi controllare sei TU, siete tu e le tue reazioni.
  • Lezione 3 Per sopravvivere e farcela in momenti come questi, bisogna AMMETTERE che è successo qualcosa, ACCETTARE che qualcosa può sfuggire al controllo, e AFFRONTARE quello che invece si può controllare.

A proposito di quest'ultima lezione, conosci la Preghiera della serenità, quella che invita ad accettare le cose che non possiamo cambiare e ad avere la saggezza che serve a riconoscerle? Il libro che hai tra le mani ne è, in sostanza, una versione più sboccata, con gli schemini disegnati a mano e via dicendo.

Se apprezzi il genere, andremo d'amore e d'accordo.

Preoccupata io?

Immagino che se mi stai leggendo in cerca di dritte è perché preoccuparti delle tue rogne, prima o dopo che sono capitate, rappresenta un problema.

Quindi ecco una mini-lezione: tormentarsi è, in un certo senso, tormentare. Oltre che agitarsi con ansia per un problema, preoccuparsi equivale anche a giocherellarci continuamente, logorarlo, farlo a pezzi e peggiorarlo.

È come notare un filo che ti penzola dal maglione, forse l'inizio di un buco. È normale aver voglia di tirarlo per rendersi conto del problema, per misurarne il potenziale impatto. È già grave? Che cosa ci posso fare?

Ma se continui a tirare - e poi a strattonare e a strappare e a giocherellarci al posto di ripararlo -, ecco che ti ritrovi di colpo senza una manica, sbrocchi e fai a brandelli sia il tuo stato d'animo sia il resto del maglione. Nemmeno a casa di una gattara puoi trovare così tanta lana disfatta.

Quando entri in questo stato d'animo, non soltanto ti stai tormentando per qualcosa, ma stai tormentando quella cosa. E tormentarsi, che è tormentare, non fa altro che peggiorare il problema.

Questa serie di sfortunati eventi può srotolarsi a tutti i livelli di preoccupazione, da quelli che innescano l'ansia a basso voltaggio a quelli che annunciano uno sbrocco in piena regola. Una parte di quest'ansia o sbrocco - per esempio pensare Cosa succede se finisco la benzina nel bel mezzo di una bina autostrada nel deserto? - è accettabile, ma l'altra? (Tipo: E se Linda ce l'avesse con me? So che ha letto il mio messaggio di ieri, e ancora non ha risposto. PERCHÉ NON HAI ANCORA RISPOSTO, LINDA?!?)

Per tua fortuna, sto per mostrarti come decifrare TUTTI i tormenti: come prendere atto che certe preoccupazioni non si possono controllare e come intervenire in maniera produttiva sulle altre.

Lo chiamo Metodo NoWorries, come dire "nessuna preoccupazione" o "basta con le menate". Si basa sullo stesso concetto chiave di tutti i miei libri - il decluttering mentale - ed è diviso in due fasi.

  • Fase 1: Datti una cazzo di calmata.
  • Fase 2: Facci i conti.

Promette bene, no?

Oppure ti sembra troppo essenziale e temi che non ti aiuti in nessun modo? Capisco, ma "troppo essenziale eppure estremamente utile" è più o meno la mia specialità, perciò prima di decidere aspetta ancora un altro paio di pagine.

Per ora torniamo alle domande che hai già ammesso di non riuscire a non farti continuamente:

E se succede quella tale cosa?

E se quell'altra va male?

E se quell'altra ancora non va come voglio/ho bisogno/mi aspetto che vada?

La "cosa" che temi potrebbe essere una a caso, dall'avere le mestruazioni la sera di un primo appuntamento alla morte inaspettata di una persona cara.

La "cosa" che potrebbe andare male forse è la discussione della tua tesi di laurea, ma anche il funzionamento del carrello dell'aereo che ti sta portando a Milwaukee.

La terza "cosa" potrebbe essere un colloquio di lavoro, l'esame di guida o la cifra cospicua che hai scommesso sul nome dell'ultimo royal baby (è davvero un peccato da quattromila sterline che non abbiano scelto Gary, lo so).

Alla fine, non è importante quali sono esattamente le incognite: basta sapere che esistono e ogni singolo giorno ti occupano un po'/tanto/troppo spazio mentale, e poco alla volta disfano il tuo metaforico maglione. Faresti bene, quindi, a non scordare le lezioni che seguono.

  • Lezione 4 Non è detto che siano tutte rogne, anzi.
  • Lezione 5 Qualcuna la puoi prevenire, di qualche altra, invece, puoi limitare gli effetti.
  • Lezione 6 Alcune sono e sono sempre state incontrollabili e appannaggio della ferrea volontà di Sua Maestà la regina Elisabetta II. Perciò incassa il colpo, impara la lezione e non pensarci più.

E ripeto: nessuno giudica nessuno. Io sono una di voi (da qui derivano le sudate qualifiche per aver scritto questo libro).

Per buona parte della mia vita sono stata una campionessa di tormento interiore. Le incognite pericolose mi frullano in testa come pesciolini in un acquario di amfetamina. Mi affanno per cose non capitate. Mi ossessiono per altre che forse capiteranno o forse no. E quando capita una rogna, possiedo una capacità di sbroccare straordinaria.

Negli ultimi anni, però, ho trovato il modo di ridurre al minimo certe situazioni. Non mi sono sbarazzata del tormento, ma sono diventata meno ansiosa e diciamo che non mi lascio più paralizzare dal terrore e/o portare sull'orlo dell'impazzimento dalle aspettative insoddisfatte e da un ardente senso di ingiustizia. È senz'altro un passo avanti.

È incredibile quanto mi sia rasserenata e quanto sia riuscita a ottenere grazie a un cambio di mentalità relativamente semplice - accettare che certe rogne non si possono controllare - che mi permette di concentrarmi sulle rogne che so di poter controllare, e che mi dà strumenti migliori per prendere decisioni e risolvere problemi sia durante sia dopo la crisi.

E persino per impedire che certe cose capitino. Ingegnoso, vero?!

Ho imparato a smettere di rimuginare sugli esiti improbabili e a impegnarmi, piuttosto, per crearne di probabili, a tirare avanti piuttosto che angosciarmi guardando indietro, ma soprattutto a scindere l'ansia per ciò che potrebbe capitare dall'atto concreto di affrontare un problema quando capita.

Anche tu puoi impararlo, e il libro che stai leggendo ti aiuterà a:

smettere di sbroccare per le cazzate che non puoi controllare 

E

metterti nella condizione di prendere decisioni razionali

IN MODO DA POTER

risolvere i problemi anziché peggiorarli.

Ti racconto com'è stato questo processo per me negli ultimi anni, tanto per darti un'idea di come potrebbe funzionare per te.


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