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Mio figlio non mi ascolta!

Pubblicato 2 anni fa

Perché i bambini "non ascoltano"? Cosa fare per essere ascoltati?

"Non mi ascolta!": una frase che porta con sé un senso di frustrazione, rassegnazione, rabbia, fastidio, irritazione da parte del genitore.

Quante volte l'adulto si trova esasperato a dire: "Mio figlio non mi ascolta!"

Indice dei contenuti:

Che cosa si intende con la frase "non mi ascolta"?

Una tra le frasi più comunemente pronunciate dai genitori: "Mio figlio non mi ascolta!". Che cosa significa esattamente?

Con questa frase si possono intendere principalmente due cose: il bambino non ascolta nel senso che non "esegue" quello che gli viene richiesto da parte dell'adulto, oppure non ascolta nel senso che il bambino non riceve le parole del genitore, non le sente, è impegnato in altro.
Nella maggior parte dei casi il genitore utilizza la frase "non mi ascolta" intendendo che il bambino non "esegue" quello che gli viene richiesto.
Infatti, quando il genitore chiede qualcosa al bambino o alla bambina, nella maggior parte dei casi, pretende che il bambino o la bambina esegua subito la richiesta ovvero che faccia esattamente quello che il genitore ha richiesto e che lo faccia subito.

Molte volte dietro alla richiesta del genitore c'è la pretesa (spesso inconsapevole) di una obbedienza cieca da parte del bambino ("Io adulto chiedo. Tu bambino fai = ascolti = obbedisci").

"Non mi ascolta" si traduce quindi con un "non mi obbedisce".

Perché i bambini non ascoltano?

Possono essere tante le motivazioni per cui un bambino o una bambina non ascolta. Altrettante possono essere le situazioni. Non esiste una motivazione unica per tutti i bambini. Ogni situazione va osservata in base alla storia del bambino o della bambina e al contesto.
È possibile però prendere in considerazione alcuni punti che possono aiutare a connettersi con i propri figli per una maggiore collaborazione.

  • Il primo punto è portare attenzione al modo in cui ci si sta rivolgendo al proprio figlio o alla propria figlia: ci si sta rivolgendo in modo amorevole e rispettoso oppure in modo autoritario, pretendendo obbedienza cieca?

  • Il secondo punto importante è assicurarsi che il bambino o la bambina senta le parole dell'adulto, cercare un contatto visivo, assicurarsi di avere la sua attenzione.
    È molto importante cercare un contatto e assicurarsi che il bambino o la bambina stia sentendo la richiesta del genitore perché quando i bambini sono impegnati in una attività, spesso sono totalmente immersi e difficilmente sentiranno le parole e le richieste del genitore.

  • Terzo punto da valutare è se la richiesta è adatta all'età del bambino o bambina. Richieste troppo grandi e impegnative per la loro età, creano frustrazione al bambino e alla bambina.

Come creare un rapporto di cooperazione

Una mamma parla con la sua bambina tenendole le mani e guardandola negli occhi

Per creare un rapporto di cooperazione è necessario tenere conto dei punti che abbiamo visto sopra. Quando si pone una richiesta al bambino è importante avere chiarezza del modo in cui ci si sta rivolgendo. Chiedendo qualcosa in modo autoritario e pretendendo una obbedienza cieca, il rapporto che si va creando è quello di un adulto che comanda e di un bambino che deve eseguire gli ordini. In questo caso ci sarà sottomissione da parte del bambino oppure scontro e ribellione.

È invece importante che la richiesta contempli anche la possibilità e la libertà per il bambino o la bambina di poter rispondere seguendo il proprio sentire. Ovvero di poter dire di volere o di non voler fare quella determinata cosa in quel momento.
L'adulto deve lasciare al bambino la possibilità di rispondere sì oppure no.

Rivolgersi con amorevolezza e con calma legittimando le necessità del bambino o della bambina farà sì che il bambino o la bambina si senta compreso, accolto e soprattutto che senta la tranquillità di potersi esprimere.

Inoltre è importante assicurarsi ogni volta che il bambino o la bambina possa sentire e recepire le parole dell'adulto.
Avvicinarsi, prendere contatto visivo con il bambino o con la bambina e poi porre la richiesta. Questo perché quando i bambini sono coinvolti in un gioco o in una attività, spesso sono totalmente immersi e difficilmente sentiranno le parole dell'adulto che potrebbe continuare a urlare dalla cucina fino ad arrivare a perdere la pazienza perché non riceve risposta.

Maggiore è la connessione che si crea tra adulto e bambino e maggiore sarà la cooperazione. Un bambino o una bambina che sente riconosciute le proprie necessità, che si sente capito e accolto anche quando si rifiuta di fare una determinata cosa che gli è stata chiesta, più facilmente sarà portato a collaborare e a comprendere le necessità dell'adulto.


Per approfondire questo argomento e altri correlati, puoi leggere gli altri articoli di Angela Mezzolani oppure...


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Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 26/11/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 26/11/2024

Concordo su quanto detto, se non ci sono problematiche particolari come disturbi dell’attenzione molto pronunciati e quindi da seguire con specialisti, è probabile che sia il genitore a sbagliare approccio. Grazie per questo splendido articolo estremamente utile.

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