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Mio figlio fa i capricci!

Pubblicato 2 anni fa

E se ti dicessi che i capricci non sono capricci?

Siamo abituati a utilizzare la parola capriccio in modo automatico per indicare ogni piccolo pianto o richiesta del bambino.
Piange perché vuole un giocattolo? "Che bambino capriccioso"
Piange perché sente la mancanza della mamma all'asilo? "Smetti di fare capricci"
Piange perché si è fatto male? "È solo un capriccio"
Piange perché vorrebbe rimanere ancora al parco? "Basta con questi capricci!"
E così via all'infinito.

La parola "capriccio" viene utilizzata in modo spropositato. In realtà i capricci dei bambini non esistono.

Che cosa sono davvero i capricci? Perché avvengono? Cosa possiamo fare per evitarli? E soprattutto, come possiamo comportarci con i bambini nel momento in cui hanno una manifestazione emotiva etichettata come "capriccio"?

Indice dei contenuti:

Che cosa sono i capricci?

Quelli che erroneamente vengono chiamati "capricci" in realtà sono manifestazioni emotive incontrollate del bambino o della bambina davanti alle quali l'adulto si sente impotente.
Possono manifestarsi attraverso pianti, urla, calci, pugni e altri comportamenti come buttarsi a terra piangendo in modo disperato, lanciare oggetti o altri comportamenti impulsivi.

È importante porre l'accento sul fatto che si tratta di manifestazioni istintive. I bambini infatti non sono ancora in grado di controllarle, non mettono in atto volontariamente questo tipo di manifestazioni e comportamenti.
Sono loro stessi in preda alle proprie emozioni.

Dietro a quello che viene chiamato "capriccio" in realtà si nasconde un bisogno inascoltato del bambino o della bambina che l'adulto fatica a comprendere e che il bambino o la bambina non riesce a esprimere diversamente.

Perché avvengono?

Ci sono principalmente due tipi di "capricci", quelli che avvengono per situazioni create dall'adulto e quelli che avvengono per bisogni fisiologici inascoltati.
Vediamoli insieme più da vicino.

  • Tipo 1:
    I bambini vivono di prime volte. Quando un adulto, per una sua convenienza del momento, sceglie di dare o comprare al bambino qualcosa, il bambino sarà portato a chiedere nuovamente quella cosa quando la situazione si ripeterà.
    Sono per esempio tutte quelle volte in cui al ristorante l'adulto lascia il telefono al bambino o alla bambina per farlo/a stare seduto/a e riuscire a mangiare tranquillamente. Oppure quando al supermercato l'adulto compra un gioco al bambino o alla bambina per tenerlo occupato mentre fa la spesa.
    Quando si riproporrà la situazione il bambino o la bambina si aspetterà lo stesso trattamento e piangerà e si arrabbierà davanti al no dell'adulto.
    Questo avviene perché i bambini non hanno la capacità di comprendere spontaneamente che il giocattolo lo abbiamo comprato affinché lui o lei stesse buono e tranquillo. Nel bambino semplicemente si innesca l'associazione "spesa=giocattolo".
  • Tipo 2:
    Nella maggior parte delle volte i "capricci" sono un tentativo del bambino o della bambina di comunicare qualcosa all'adulto e che l'adulto non riesce a comprendere. Si tratta principalmente di bisogni inascoltati.
    I bisogni inascoltati possono essere di diversa natura. Ci sono i bisogni fisiologici come la stanchezza, il sonno, la fame, la sete e ci sono i bisogni naturali del bambino che riguardano il bisogno di contatto, di sentirsi amato, di sentirsi importanti per i propri genitori, il bisogno di stare con i genitori, di condividere del tempo insieme, bisogno di essere ascoltato e considerato.
    Questi bisogni di cui ha naturalmente bisogno ogni bambino e bambina, quando non vengono riconosciuti e soddisfatti dall'adulto, creano tante piccole frustrazioni che si accumulano nell'arco della giornata e nell'arco dei giorni. Si accumulano creando nel bambino uno stato di malessere tale per cui si verificheranno più facilmente situazioni di crolli emotivi incontrollati.
    Questi crolli sono la manifestazione di un malessere che il bambino o la bambina non riesce, in quel momento, a comunicare in modo diverso.

Cosa fare per prevenire?

Non sempre i bambini reagiscono con un "capriccio" davanti al no dell'adulto. La "crisi" è dovuta a una serie di fattori che chiamiamo "bisogni inascoltati". Nessun bambino o bambina piange senza motivo. Dietro quel pianto che tanto crea disturbo nell'adulto, si nasconde una richiesta.

Conoscendo i bisogni innati, fisiologici, naturali dei bambini, è possibile prevenire molte delle manifestazioni emotive incontrollate.

Come dicevo, i bambini hanno un bisogno innato di sentirsi amati e importanti per i propri genitori. Hanno bisogno di condividere del tempo di qualità insieme ai propri genitori. Hanno bisogno di sentirsi ascoltati.

Dedicare loro ogni giorno del tempo esclusivo, giocare insieme a loro, coccolarli per soddisfare il bisogno di contatto, ascoltarli con presenza quando ci parlano, farli sentire amati non solamente attraverso le parole ma attraverso piccoli gesti di presenza totale nei loro confronti.

Mamma che consola un bimbo che piange

Quando un bambino o una bambina si sente importante per il proprio genitore, quando si sente considerato, ascoltato, coccolato, amato in modo incondizionato, sarà più semplice per lui o per lei sopportare una frustrazione e avrà meno manifestazioni emotive incontrollate.

Anche i bisogni fisiologici hanno la loro valenza. La stanchezza può portare facilmente al crollo emotivo. Così come la fame o la sete. È importante assicurarsi che siano soddisfatti e soprattutto tenerne conto.

Come comportarsi quando accadono?

Durante la crisi, i bambini non hanno la capacità di fare un ragionamento.

L'emozione che provano in quel momento è così forte che può arrivare a spaventarli, se non hanno qualcuno accanto che li accogliere e li fa sentire al sicuro. È importante non farli sentire soli ad affrontare l'emozione che stanno vivendo. Far sentire loro la vicinanza dell'adulto. Una vicinanza empatica e senza giudizio.

Ci si può avvicinare fisicamente, abbassarsi alla loro altezza, cercare un contatto visivo.
Trasmettere amore e comprensione per quello che il bambino o la bambina sta attraversando in quel momento. Aiutarli a riconoscere che cosa stanno provando, nominare l'emozione "Sei arrabbiato/a", legittimare l'emozione "hai ragione a essere arrabbiato/a".

L'emozione è sempre legittima ed è importante trasmettere al bambino o alla bambina il messaggio che quello che stanno provando non è sbagliato.

 

Se vuoi approfondire questo argomento puoi leggere anche...


Ultimo commento su Mio figlio fa i capricci!

Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 09/12/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 09/12/2024

Sono pienamente d'accordo sul fatto che nessun bambino pianga senza motivo. Non sanno ancora come esprimersi e quello è il loro modo di comunicare, quindi i bambini parlano, ovvio non in un linguaggio sensato come un adulto, ma si fanno capire, riconoscono e vogliono. "Ci dicono" a modo loro quel che desiderano o cosa fare. Non abbiamo mai avuto problemi in tal caso ma il più delle volte basta guardare dove indicano o dove guardano e si capisce cosa vogliono. Grazie per tutte le spiegazioni.

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