Mio figlio dice NO per ogni cosa!
Pubblicato
2 anni fa
Angela Mezzolani
Dottoressa in Psicologia dell'Età Evolutiva
Ma perché? E che cosa possiamo fare?
È quasi inevitabile: ogni bambino o bambina, ad un certo punto della sua crescita, inizia a manifestare forte opposizione per ogni cosa proposta dall'adulto.
Non vuole mettersi la giacca, non vuole lavarsi, non vuole uscire, non vuole più tornare a casa, non vuole andare al parco e così via.
Quel bambino o bambina che fino a qualche giorno prima era così "adorabile" e "accondiscendente", improvvisamente sembra un altro/a!
Si oppone per ogni cosa (anche per cose che fino a poco prima amava fare) e lo fa con una determinazione tale da portare il genitore alla confusione e allo sfinimento.
Perché avviene questo? E cosa fare davanti a tutti questi "NO"?
Scopriamolo insieme.
Quando inizia la fase dell'opposizione?
Il periodo in cui i bambini iniziano a manifestare opposizione solitamente si ha intorno ai due anni ma può avvenire prima così come dopo. Diciamo che può verificarsi dai 18 mesi circa fino ai 2 o 3 anni circa.
Il bambino o la bambina inizia ad opporsi a qualsiasi cosa.
Manifesta in modo deciso il suo NO, manifesta il suo dissenso urlando, piangendo, buttandosi a terra.
Afferma la sua opposizione con molta determinazione.
Genitore: "Oggi andiamo al mare"
Bimbo: "NO! Io non voglio!"
Genitore: "Vieni a mangiare?"
Bimbo: "NO!"
Genitore: "Tra poco arrivano i nonni"
Bimbo: "Io NON voglio!!"
Genitore: "Andiamo a fare il bagnetto che ti piace tanto"
Bimbo: "NO, NO, NO!"
Gli esempi potrebbero andare avanti all'infinito.
La dinamica è sempre la stessa. Per qualsiasi cosa, la risposta è NO.
Perché i bambini attraversano questa fase?
Contrariamente a quanto può sembrare, il bambino non sta sfidando il genitore.
Non è un bambino "testardo" o "capriccioso" come si potrebbe pensare.
Non si tratta di un meccanismo cosciente e volontario. Non lo "fa apposta".
È un meccanismo inconscio attraverso il quale il bambino e la bambina affermano, definiscono e costruiscono la propria identità, autonomia e indipendenza.
È una fase fondamentale della crescita.
Intorno ai nove mesi il bambino inizia a percepire se stesso come individuo separato dal genitore e inizierà sempre più a manifestare il proprio volere.
Questo avviene perché fino ai nove mesi le emozioni e il volere del bambino e della bambina erano strettamente connessi a quelli della mamma (il bambino e la bambina si percepiscono un tutt'uno con la mamma).
Dai nove mesi iniziano a percepire di essere altro rispetto al genitore, iniziano a vivere le proprie emozioni e a comprende di avere un proprio volere che possono manifestare quando e dove vogliono.
E lo manifestano con una determinazione invidiabile.
Cosa fare davanti ai ripetuti NO del bambino?
Durante questa fase la pazienza dei genitori viene messa a dura prova.
Il modo in cui l'adulto risponde al volere del bambino e della bambina però andrà a influire in modo determinante sulla loro personalità, sulla loro autostima e forza interiore.
È importante quindi riuscire a guardare l'aspetto meraviglioso di questa fase per attraversarla nel rispetto dei bisogni dei bambini.
I bambini sono strettamente connessi alle proprie necessità, sanno quello che vogliono e quello che non vogliono e lo manifestano con una fortissima determinazione.
Non c'è nulla di male o sbagliato in questo.
Anzi, questa forza, questa determinazione è assolutamente positiva per lo sviluppo della loro identità.
Davanti al NO dei bambini si può essere portati a imporre il proprio volere senza tenere conto delle loro necessità di quel momento.
Può nascere una lotta genitore/bambino dove ognuno vuole imporre la propria volontà, si può essere portati a sgridare, punire, minacciare il bambino se non fa quello che decide l'adulto.
Tutto questo mina l'autostima del bambino e della bambina, li porta a sentirsi sbagliati e a reprimere man mano quella forza e quella determinazione.
È invece importante riuscire a entrare in empatia con il vissuto e la necessità del bambino o della bambina in quel momento, legittimare l'emozione che prova, riconoscere che la sua necessità, il suo volere è importante per lui/lei.
Non imporre la propria volontà senza tenere in considerazione i sentimenti del bambino o della bambina.
È importante riconoscere che anche loro hanno il diritto di volere qualcosa che può essere diverso dal volere del genitore.
Una volta legittimato e riconosciuto la loro volontà, è bene valutare se è possibile o meno assecondare in base alla situazione.
Quando non è possibile assecondare, è importante spiegare le motivazioni con calma e riconoscere e accettare che il bambino o la bambina potrebbe non essere d'accordo e sentirsi frustrato/a.
Un esempio concreto
Ipotizziamo che dobbiamo uscire di casa, è inverno e fa molto freddo.
Il bambino o la bambina si rifiuta di mettere il giubbotto. Cosa fare?
1. Cercare di entrare in empatia e comprendere la sua necessità.
In quel momento non ha assolutamente freddo perché in casa è caldo. I bambini fanno ancora molta fatica a trasportarsi nella situazione futura. Vivono nel presente.
2. Legittimare al bambino il suo volere "Hai assolutamente ragione a non voler mettere il giubbotto ora. Capisco perfettamente. Probabilmente hai caldo in questo momento"
3. Valutare la situazione, proporre una possibile soluzione "Dobbiamo mettere il giubbotto perché stiamo per uscire e fuori fa molto freddo. Se non ti va di metterlo ora, possiamo portarlo via e metterlo appena siamo fuori dalla porta" oppure "Dobbiamo mettere il giubbotto perché stiamo per uscire e fuori fa molto freddo. So che non sei d'accordo e hai ragione perché ti senti forzato/a a fare una cosa che non vorresti fare ma dobbiamo proprio metterlo. Se vuoi possiamo metterlo appena usciamo dalla porta però dobbiamo
proprio metterlo perché è davvero tanto freddo".
Nel caso del giubbotto si può anche lasciare la possibilità al bambino o alla bambina di rimanere senza giubbotto e decidere di metterlo quando inizia a percepire il freddo.
Questo è un modo per portare il bambino all'ascolto del suo corpo e a riconoscere in autonomia quello che prova.
Come vivere al meglio questo periodo?
Il modo migliore per vivere al meglio questo periodo è ripetersi che "è solo una fase passeggera e che poi passa".
È una fase necessaria al bambino o alla bambina per sperimentare se stesso/a e per costruire la propria identità.
Provare a guardare il bambino o la bambina nella sua meravigliosa forza mentre afferma il suo volere con tanta determinazione, ricordando che quella determinazione e quella forza gli sarà poi tanto utile nella vita.
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