Luce: energia della vita
Pubblicato
4 anni fa
La rivoluzionaria ricerca di un fisico che spiega la luce come prima manifestazione di ogni forma di vita
Intervista al Prof. Konstantin Korotkov – a cura di Romina Alessandri - Tratta da Scienza e Conoscenza n. 77
È un piacere per me poterla intervistare Prof. Korotkov, soprattutto in questo numero di Scienza e Conoscenza, dedicato alla LUCE e alle sue declinazioni in medicina e fisica. Su questo tema lei viene definito un “pioniere”: che tipo di ricerche ha fatto sulla luce?
Tutto il mio lavoro nella scienza ‒ più di 45 anni ‒ è legato alla luce.
Mi sono laureato come fisico quantistico, in seguito ho lavorato con laser, luci LCD e la nostra tecnologia ‒ Gas Discharge Visualization (GDV - oggi Bio-Well) ‒ che è il modo di registrare la luce emessa da diversi soggetti, compresi gli esseri umani.
L’ultimo numero della nostra rivista (n.75) era dedicato ai poteri della mente e della coscienza. A quali conclusioni è giunto nei suoi lunghi studi della coscienza?
Per oltre 40 anni ho fatto ricerche sui processi della coscienza e ora abbiamo molti approcci diversi per studiarla.
La coscienza è una capacità che possiedono tutte le forme di vita di formare rappresentazioni astratte del mondo materiale esterno: in forma più semplice, la coscienza è la capacità di un soggetto di reagire alle informazioni ambientali e cambiare il suo comportamento in accordo con queste informazioni.
Tutti i soggetti biologici hanno coscienza, ma i livelli di coscienza tra loro sono diversi. Ho approfondito molto questo argomento nei miei libri.
La coscienza è un fenomeno cosmico, è onnipresente, non ha confini, e insieme alla coscienza individuale si parla di coscienza collettiva come parte di un Campo Informato.
Esiste la possibilità di misurare scientificamente la coscienza?
Per introdurre la coscienza nel quadro scientifico abbiamo bisogno prima di tutto di sviluppare una teoria del suo funzionamento, che sarebbe in grado di spiegare diversi livelli di coscienza e prevedere alcuni nuovi fenomeni, come la guarigione a distanza, i medium e le esperienze fuori dal corpo.
Ora le più promettenti sembrano essere le teorie basate sull’elettrodinamica quantistica.
Dobbiamo accettare la coscienza come un effetto del sistema, che non dipende da una particolare parte del corpo, anche se potente come il cervello, ma dal sistema nel suo insieme.
Possiamo attribuire un certo livello di coscienza ad ogni cellula del corpo o all’organo particolare, ma per raggiungere un alto livello di coscienza abbiamo bisogno dell’attività coordinata di tutte le cellule, di tutti gli organi.
L’elettrodinamica quantistica opera con la nozione di un sistema, composto da molti elementi, per questo può essere applicata alla costruzione della teoria della coscienza. Si possono trovare molti articoli pubblicati su questo argomento e, senza essere un matematico, è assolutamente impossibile capirne l’importanza e il significato.
I lettori interessati possono fare riferimento ai lavori di Mari Jibu, Kunio Yasue, Emilio Del Giudice, Giuseppe Vitiello e altri importanti teorici. Vi auguro buona fortuna e vi lodo se sarete in grado di capire il loro contenuto.
Possiamo solo credere che ad un certo punto saranno in grado di costruire una teoria della coscienza che si sostenga.
La parola AURA è spesso usata in campo spirituale, legata alle discipline olistiche e alla meditazione. Mi piacerebbe avere da lei una descrizione personale ma scientifica, basata sui suoi esperimenti.
L’aura (noi preferiamo usare la definizione di Biocampo o Campo Energetico) dell’oggetto biologico e dell’uomo in particolare è la combinazione totale dei campi fisici e delle radiazioni, emesse da un corpo nello spazio causati da proprie emissioni e dall’interazione con i processi ambientali.
Un organismo vivente è un sistema aperto e come tale non può essere considerato senza tener conto di tutte le connessioni e interazioni esterne.
Così, l’aura fisica va considerata come composta da tanti componenti. Quale di queste spicca sulle altre dipende dalle condizioni. Sembra molto probabile che esistano altri campi fisici nell’aura, che devono ancora essere riconosciuti dalla fisica.
Possiamo supporre l’esistenza di campi fisici di natura ancora sconosciuta.
Sono rimasta molto stupita da alcuni studi che avete condotto su persone che hanno lasciato il corpo terreno. L’energia e la luce che ci accompagnano nella vita scompaiono immediatamente dopo la morte?
Le credenze esoteriche, le credenze occulte e gli insegnamenti religiosi di tutti i tempi e di tutti i popoli concordano che la morte non termina la vita dell’anima.
Secondo varie dottrine, l’esistenza dell’anima dopo la morte può assumere forme diverse. Tuttavia, tutte le dottrine sono concordi nell’affermare che esiste un legame tra la vita terrena e la vita ultraterrena dell’anima, e quest’ultima è la continuazione della prima su un piano diverso.
Ebbene, l’anima non lascia subito il corpo. Varie tempistiche sono state assegnate a questo processo dalle diverse dottrine, generalmente, si va da due a nove giorni. Durante questo periodo, l’anima è collegata al corpo.
A volte l’anima è in grado di tornare nel corpo, e la persona può essere rianimata per un’ulteriore vita sulla Terra.
Nella stragrande maggioranza dei casi, tuttavia, il trasferimento dell’anima è irreversibile. L’anima subisce una trasformazione e acquisisce una nuova esperienza spirituale, che determina la sua successiva esistenza: anche così, l’anima continua ad essere collegata al corpo che ha lasciato.
Quindi, parlando di energia, di aura e di emissioni energetiche del nostro corpo, capiamo che esse sono parti inseparabili della nostra esistenza. Emaniamo luce è siamo in continua connessione con tutto il resto dell’energia nell’Universo.
Questo argomento ti interessa? Scopri di più sul nuovo numero di Scienza e Conoscenza: Corpi di Luce