Le tisane autunnali di Madre Natura
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2 anni fa
Sei piante selvatiche facili da raccogliere per i tuoi infusi che ti proteggono da tosse, raffreddore, costipazione e infiammazione intestinale
Con l’arrivo dei primi freddi, Madre Natura ci mette a disposizione le erbe selvatiche che ci possono aiutare ad affrontare al meglio la stagione. Sei, in particolare, sono molto semplici da trovare, raccogliere adesso e utilizzare fino alla primavera, per avere sempre pronta una coccola calda e terapeutica.
6 piante per tisane fai da te
Il biancospino (Crataegus monogyna Jacq.) riceve grandi attenzioni in marzo-aprile, nella stagione di raccolta dei suoi corimbi e dei fiori. Ma i frutti che si presentano in settembre-ottobre sono altrettanto ricchi di antiossidanti, sono ottimi per le marmellate e hanno qualche proprietà aggiuntiva se utilizzati in acqua calda. Possiamo raccogliere il biancospino dalla pianura alla montagna, si trova soprattutto in luoghi incolti e macchie boschive o ai margini dei sentieri. Un decotto fatto con 2 g di frutti essiccati e 100 ml di acqua, è utile per favorire il sonno e anche come astringente in caso di colpi di freddo nella zona intestinale. Lo stesso decotto, utilizzato a freddo per gli sciacqui orali e i gargarismi, è un utile disinfiammante delle mucose di bocca e gengive. Si mantiene in frigo per tre giorni.
Il tarassaco (Taraxacum officinale Web.) ci ha accompagnato dalla primavera all’estate con le sue foglie amarognole per le insalate. Invece il suo rizoma, la radice, è tra le droghe più utilizzate in erboristeria e il periodo migliore per la raccolta è proprio questo, fino all’inizio di novembre. Si preleva la radice dal terreno, si lava bene e si priva delle radichette laterali. Poi si fa essiccare a massimo 40 gradi e si conserva in vasi di vetro. Il tarassaco si utilizza come tisana o decotto, 3 g per
100 ml di acqua, da bere lontano dai pasti. Si tratta di un ottimo depurativo per l’organismo, stimola le funzioni epatiche e renali, contribuisce all’equilibrio dell’intestino. Essendo leggermente amaro, chi gradisce sapori più dolci si può abbinare in tisana a delle foglie di stevia. Quella del tarassaco è una delle raccolte più facili perché si trova ovunque ci sia un prato erboso e sarà sicuramente presente anche nel proprio giardino e orto come spontanea dagli inconfondibili fiori gialli.
Una delle regine delle tisane in autunno-inverno e tra le più semplici da raccogliere è la rosa canina (Rosa canina L.). I suoi falsi frutti rossi compaiono già in agosto ma il periodo migliore di raccolta, quello che regala le concentrazioni più alte di vitamina C e polifenoli, è da settembre a novembre. In realtà i frutti veri sono i semini presenti all’interno (acheni), che vanno rimossi con i guanti perché causano irritazioni e prurito. I falsi frutti, prima di essere essiccati, vanno aperti in due e liberati da tutti gli acheni.
La tisana e il decotto di rosa canina sono bevande invernali ricche di vitamina C, stimolanti della funzione renale e antinfiammatorie, è infatti una delle piante che contribuisce alla protezione dai malanni di stagione. In una giornata si può consumare come tisana nella dose di 4 g di frutti rossi essiccati in infusione in 100 ml di acqua calda. Più di così diventa astringente.
Per raccogliere la rosa canina, niente di più semplice: è presente in tutte le zone pedecollinari e collinari, specialmente nelle macchie boschive o lungo i sentieri.
Serve un sedativo per la tosse? Un decotto di bacche di ginepro (Juniperus communis L.) è un balsamo per le tossi secche. Il ginepro non è solo un aroma da utilizzare in cucina: ha anche proprietà antisettiche, balsamiche e diuretiche. In Italia veniva utilizzato principalmente come tisana diuretica per chi soffriva di reumatismi, artrite e gotta (utilizzo confermato dalla farmacopea moderna). Nella tradizione nordica è anche un valido espettorante e sedativo della tosse, tradizione confermata dagli studi recenti. Il ginepro non va però utilizzato in presenza di infezioni renali o ipotensione.
Le bacche si raccolgono quando i frutti sono quasi neri, da agosto a novembre inoltrato, a seconda delle zone. Si possono essiccare e conservare in vaso di vetro per tutto l’inverno. Per un infuso balsamico per le vie respiratorie e tossifugo, bastano 2 g in 100 ml di acqua e se ne possono consumare fino a 150 ml al giorno. Possiamo raccogliere il ginepro nelle zone più fresche, collinari e montane, nei boschi.
Se poi, con l’arrivo dei piatti invernali più elaborati, c’è bisogno di un aiuto per la digestione, ci basterà una scorta di finocchio selvatico (Foeniculum vulgare Miller). Si tratta di una spontanea che cresce dalle zone marittime, spesso ai bordi di macchie di piante o sentieri polverosi, fino alle zone submontane. Predilige terreni secchi e aridi, è lì che si trova facilmente. Da settembre a ottobre si raccolgono sia i frutti (semi di finocchietto selvatico) che le radici, con usi differenti per le tisane. Un decotto di 3 g di radice essiccata in 100 ml di acqua ha funzioni depurative e diuretiche. Una tisana di 1 g di semi di finocchio in 100 ml di acqua è invece un ottimo digestivo, antispasmodico e attenua la fermentazione intestinale.
Tosse, raffreddore, costipazione o infiammazione intestinale? La malva (Malva sylvestris L.) è una pianta che non dovrebbe mai mancare per le tisane invernali. In settembre si raccolgono sia le foglie che i fiori, che hanno all’incirca le stesse proprietà emollienti, lenitive, espettoranti e antinfiammatorie. Molto utile in caso di tossi ostinate o catarri. Fiori e foglie si fanno essiccare a non più di 40 gradi e si conservano in sacchetti di tela in un posto fresco oppure in vasi di vetro. Per l’infuso si utilizzano 3 g di fiori e foglie in 100 ml di acqua e se ne possono consumare fino a 300 ml al giorno. Oltre i 300 ml al giorno, ha effetti lassativi. Con gli avanzi di fiori e foglie di malva delle tisane, si può fare un decotto da aggiungere all’acqua del bagno per un effetto emolliente, grazie alle mucillagini di cui è ricca. Anche la malva è molto semplice da trovare, dalla pianura fino alle zone montane. Si vede spesso nei prati selvatici, tra i ruderi e lungo le strade di campagna.