Le succulente sono pericolose per cani e gatti?
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10 mesi fa
La convivenza fra piante e animali domestici è possibile: basta conoscere quali specie evitare e mettere in pratica qualche trucchetto salvifico
Animali domestici e piante in casa: è un binomio non sempre felice, tra la paura che i nostri amici a quattro zampe si cibino di qualcosa di velenoso o che il nostro amato ficus resti spoglio per la voracità dell’amico canino.
In questa crisi domestica ci vengono in aiuto le succulente, la maggior parte delle quali è sicura per i nostri amici animali e anche piuttosto resistente alle loro incursioni. Non solo, ma cani e gatti possiedono un istinto nel riconoscere le piante tossiche da quelle che non lo sono, di solito in base all’odore.
Per esempio, una delle piante che non toccano mai, è l’albero di giada o Crassula ovata: sanno istintivamente, probabilmente dall’odore, che non è adatta a loro. Al punto che in alcune zone del Sud Italia è una pianta selvatica, diffusa in aree in cui passano cani e gatti. Qualche animale più intraprendente potrebbe provare ad assaggiarla, ma in genere è sufficiente il primo morso e non gli succede nulla.
Cosa si intende per piante tossiche
Contiamo anche che quando parliamo di piante tossiche, non parliamo di piante mortali o altamente velenose. In generale, alcune piante da interni possono indurre disturbi momentanei dell’apparato digerente o, in pochissimi casi, degli stati allucinatori. Per esempio, la classica stella di Natale (Euphorbia pulcherrima Willd.), considerata molto tossica per i gatti, ha come unico effetto quello di causare vomito e stordimento, in alcuni casi un lieve stato allucinatorio con pupille dilatate. Io stessa ho avuto due gatti che sono riusciti a raggiungere nottetempo una grande stella di Natale che mi era stata regalata e tenuta appositamente fuori dalla loro portata (le illusioni che coltiviamo noi coabitanti di felini...). L’hanno letteralmente depilata, mangiando fiori e foglie, poi sono vissuti altri dieci anni per vantarsene. Magari con un felino anziano sarebbe stato più problematico, ma ecco: non parliamo certo di decessi per aver addentato le piante di casa. Qualche mal di pancia.
Le succulente sicure per cani e gatti
La maggior parte delle succulente non sono tossiche né per noi né per i nostri animali, questa è un’ottima base di partenza. Via libera quindi a quasi tutte le varietà di Echeverie, Sedum, Hawortia, Sempervivum (tranne quelle elencate di seguito).
Ci sono anche tipologie che sembrano non interessare mai i cani e i gatti, come le varietà di Tillandsia, insieme alle Delosperma, Faucaria, Gasteria, Lithop, Peperomia, alle portulache (che anzi gli fanno bene se vogliono sbocconcellarle!) e le Adromischus.
Le succulente tossiche per i nostri animali
In generale, se una succulenta è tossica per noi, lo sarà anche per gli animali. Ma loro, in più, possono avere problemi anche con piante che per noi sono addirittura benefiche. Un esempio classico è l’aloe vera, di cui possono usufruire come lenimento esterno (ottima per graffi, ferite, cicatrici) ma non come alimento: a loro provoca problemi gastrici e intestinali. Un’eventualità davvero rara, comunque, perché cani e gatti non sono attratti da questa pianta.
Tra le più diffuse che possono essere nocive per i nostri animali ci sono le euforbia (Euphorbia), il già citato albero di giada, le kalanchoe, i senecio, in particolare il senecio filo di perle (Senecium rowleyanus) che attira tanto i gatti giocherelloni.
Sono inoltre mediamente tossiche, perché contengono saponine, la lingua di suocera (Sansevieria trifasciata) e gli Euphorbia cactus.
Da evitare poi per precauzione le agavi spinose e i cactus in genere, specialmente in presenza di cuccioli che devono sperimentare e annusare: le spine possono ferirli o attaccarsi al pelo o cadere e venire calpestate da zampine che non hanno ancora sufficiente protezione.
La convivenza tra succulente e animali domestici
In molti casi in cui i nostri animali si avventano sulla povera piantina di turno, l’attrazione non è tanto per mangiare la pianta, quanto il giocarci o, ancora di più, entrare in contatto con tutto quel bel terriccio.
Per i gatti si può ovviare ponendo sul terriccio una retina con sopra alcune pietre a coprire: va benissimo come allestimento per le succulente e non gli fa raggiungere la parte terrosa più ambita. Assolutamente no, invece, per la ghiaia bianca e la perlite che molti amano mettere a copertura dei vasi di cactus: è un invito troppo allettante per i felini, soprattutto quelli abituati ad utilizzare le lettiere domestiche. Per i cani si può ricorrere più efficacemente a un comportamentista: imparano in fretta che i vasi non bisogna toccarli e nemmeno lasciarci qualcosa dentro.
In generale, è bene posizionare le piante in vasi pesanti, perché cani e gatti, pur di raggiungere la terra, valuteranno la possibilità di far cadere il vaso. Molti di noi pensano che, acquistando dei cactus spinosi, la questione si risolva da sé: “Non si avvicineranno certo a tutte quelle spine... ci pensa la pianta da sola a difendersi!” Invece il pensiero dei nostri quattro zampe sarà: “Basta buttarlo per terra e raggiungere la parte senza spine”. Sono più furbi di noi, rassegnamoci!
Misure di sicurezza
La prima sicurezza sta nell’identificare le piante prima di introdurle in casa, oppure identificarle e selezionarle prima di introdurre un animale. L’ideale è tenere solo le specie non tossiche.
Un’altra buona idea è di tenere le piante sulle parti alte dei mobili e non a terra, ma questo dissuaderà solo alcuni cani. Se la pianta o il terriccio sono molto interessanti, niente li potrà trattenere dalla scalata di un mobile o dall’apertura di una porta.
In alcuni casi, si possono dissuadere con gli odori che detestano: molti cani e gatti per esempio non sopportano l’odore degli agrumi, specialmente arance e limoni, altri detestano il legno di sandalo, il patchouli e la menta. Testiamo qual è l'odore che li disturba e, con un po’ di olio essenziale passato ogni tanto sul vaso, possiamo fargli perdere l›interesse per l’amato cactus.
In caso di emergenza
In caso si sospetti un avvelenamento degli animali con le piante di casa, è bene portarli subito dal veterinario di fiducia o più vicino, portando con sé la pianta che possono avere ingerito. I veterinari non conoscono tutta la botanica, ma possono chiamare l’Assistenza Tossicologica Veterinaria che li guiderà nell’individuazione del tipo di intossicazione e nella cura. Questo servizio è disponibile solo per i veterinari registrati. Altrimenti è possibile chiamare il Centro Antiveleni di Milano per avere un primo consiglio telefonico (Tel. 02/66101029). Il pronto soccorso veterinario però deve restare la prima scelta.