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Le piante come maestre del nostro tempo

Pubblicato 2 anni fa

Leggi un estratto dal libro "Anime Verdi" di Annachiara Chemello

Innanzitutto, le piante ci offrono soluzioni intelligenti per problemi che noi esseri umani ci troviamo a fronteggiare in quest'epoca: come animali tendiamo a spostarci dai luoghi inospitali per la nostra vita, ma il cambiamento climatico sta rendendo inutile fuggire, in quanto tutto il pianeta sta cambiando a una velocità spaventosa.

Inevitabilmente dovremo imparare a convivere con molti dei cambiamenti in corso, soprattutto se non agiamo velocemente a livello globale per arrestarli.

Nell'ipotesi in cui dovessimo riuscire a invertire la rotta ci saranno comunque delle modifiche del nostro ambiente a cui dovremo adattarci; scappare non è un'opzione realistica, anche se è chiaramente ciò che il nostro istinto ci porterebbe a fare, basti pensare ai grandi investimenti nella ricerca di un altro pianeta vivibile per l'essere umano.


Stiamo rendendo la Terra un pianeta sempre più inospitale e, invece di impegnarci per riparare ai danni che stiamo causan­do, vogliamo andarcene.


Stai leggendo un estratto dal libro:

Indice dei contenuti:

Le piante non possono fuggire

Sono radicate a terra, posso­no spostarsi piano piano diffondendo i loro semi man mano in luoghi diversi, ma il singolo individuo rimane dove è nato. Quindi, cosa fanno le piante davanti a un cambiamento in corso nel loro ambiente?

Naturalmente dipende dal tipo di modifica, dalla sua velocità e drasticità. In molti casi le piante non riescono a fronteggiarlo e muoiono, ma ciò che tentano sempre di fare è adattarsi. Sono organismi infinitamente resilienti e cercano di rendere il cam­biamento utile alla loro vita o quantomeno tollerabile per loro.

Siamo abituatə ad associare alla parola "intelligenza" grandi ca­pacità matematiche o voti alti a scuola, ma stiamo scoprendo sempre di più che quella è semplicemente una delle tante forme di intelligenza che esistono. Fatichiamo a comprendere i diversi tipi di intelligenza negli esseri umani, figuriamoci quanto può essere difficile capirli in esseri così diversi da noi come le piante.

La resilienza delle piante

Pensiamo alle piante del genere Lithops, succulen­te originarie delle aree semidesertiche dell'Africa meridionale, che per evitare di essere riconosciute come quelle che sono, ov­vero fonte di nutrimento e soprattutto di acqua, hanno assunto una forma che ricorda molto le rocce presenti nella zona. A un primo sguardo non sembrano neanche delle piante, non hanno foglie verdi e rigogliose come la maggior parte delle succulente, così evitano di diventare il pasto degli animali che passano nei loro dintorni.

Oppure pensiamo alle specie di piante che vivono molto vi­cino al mare, piante terrestri le cui radici sono immerse in am­bienti molto ricchi di sale, che sarebbe mortale per la maggior parte delle specie ma che loro riescono a sopportare.

Questi sono solo due dei tantissimi esempi di piante che, in ambienti non favorevoli alla loro vita, riescono in qualche modo a modificare sé stesse per sopravvivere. Evolvono nel corso di decenni, non si tratta di cambiamenti repentini.

Cambiare come fanno le piante

Come esseri umani abbiamo un grande bisogno di impara­re ad adattarci come fanno le piante. Trovo assurdo pensare a quanto poco valore abbiamo dato a queste grandi maestre ve­getali nella nostra storia, soprattutto nel mondo occidentale: le abbiamo sottovalutate e ritenute inferiori.

Ora è proprio a loro che chiediamo aiuto: è a partire dalla loro osservazione che troviamo soluzioni intelligenti!

Le piante ci aiutano a uscire dalla visione antropocentrica del mondo, la visione secondo cui abbiamo vissuto finora che ci ha portati dove siamo, che pone l'uomo all'apice della terra, come superiore a tutte le altre forme di vita, che conduce l'uomo a prendersi la libertà di modificare distruggere qualsiasi ambiente a suo piacimento. Eppure, non funziona. Non funziona perché a furia di considerarci superiori ci stiamo portando sull'orlo della distruzione e portiamo con noi anche tutte le altre forme di vita, che non hanno alcuna colpa.

proprio ora noi, essere così superiori, ci troviamo a fare un esercizio di umiltà, a chiedere aiuto a quegli organismi che abbiamo sempre considerati inferiori e non intelligenti. Le piante sono, a differenza nostra, parte dell'ecosistema, contribuiscono a un equilibrio cha ha più la forma di un cerchio, che quella di una piramide.

Intelligenza vegetale in casa

Prenderci cura delle piante in casa come sempre più persone stanno facendo, iniziare a vederle come gli esseri intelligen­ti che sono, sintonizzarci su un linguaggio così diverso e così complesso per noi, renderci conto della forza e della resilienza di questi esseri e, soprattutto, iniziare a mettere i loro bisogni all'interno delle nostre priorità ci aiuta a uscire da quest'ottica prettamente antropocentrica.

È un po' come se all'improvviso aprissimo gli occhi e ci accorgessimo della vita intorno a noi, con cui coesistiamo non tanto in una scala di superiorità bensì in un meraviglioso ventaglio di diversità.

L'intelligenza vegetale ci è ancora in gran parte sconosciu­ta; spesso compiamo l'errore di pensare che ciò che non cono­sciamo non esista.


Prenderci cura delle piante ci fa proprio rendere conto di questo: sono intelligenti, siamo noi a non capirle del tutto.


Cresciamo in un mondo in cui ci sentiamo padroni di tutto ciò che ci circonda, soprattutto se abbiamo dei soldi, ci sembra di poter comprare qualsiasi cosa. Sicuramente all'inizio è così anche con le piante: ne compro una, se muore ne compro un'altra.

Le cose cambiano quando inizio a prendermi cura delle piante non soltan­to seguendo le mie esigenze, cioè la mia voglia di avere un po' di verde in casa, ma quando inizio davvero a mettermi in ascolto e in osservazione e mi rendo conto che per ottenere ciò che deside­ro – una pianta rigogliosa, grande, fiorita ecc. – devo allinearmi ai tempi vegetali.

Per esempio, ho un pothos (Epipremnum aureum) che scelgo di far arrampicare su un palo per mimare le condizioni in cui cresce in natura, perché voglio ottenere foglie più grandi; io ottengo ciò che desidero e la pianta si trova in condizioni più favorevoli, è qualcosa che fa bene a entrambe, come se lei e io stes­simo evolvendo insieme.

Per quanto questa possa sembrare insi­gnificante è in realtà un grande simbolo: abbiamo estremamente bisogno di inserirci nell'ecosistema come parte di esso, non come sovrani.

Stiamo vivendo quello che porci come sovrani ha causa­to e sta causando, stiamo assistendo alla più grande estinzione di massa mai avvenuta nella storia della Terra e la causa siamo pro­prio noi umani, così poco connessi e così poco parte della Natura.

Credo che qualcosa di piccolo e semplice come prenderci cura delle piante possa davvero aiutarci a uscire da questa modalità di pensiero così radicata in noi e così alienante.

Piantare alberi, coltivare piante, dare spazio alla Natura

Non so se tutto questo ci salverà. I dati suggeriscono che siamo an­dati troppo oltre, che soltanto un cambio di rotta decisivo e consistente potrebbe davvero modificare il nostro destino su questo pianeta.

Non so se coltivare le mie piante abbia in qualche modo un impatto importante a livello globale. Così come non so se lottare per i diritti delle minoranze. combattere contro le ineguaglianze e le ingiustizie in questo mondo servirà davvero a qualcosa.

In passato credevo di sì, ne ero pienamente convinta. Oggi non lo so con certezza, ma ciò che so è che l'impatto delle mie scelte, delle mie lotte e delle mie passioni è sicuramente forte nel mio ambito personale.

Io ho bisogno di coltivare le mie piante e di sperare che oltre a fare bene a me possano fare un po' di bene alla Terra che io amo tanto

Ho bisogno di scendere in piazza a lottare per i diritti della mia comunità, ho bisogno di alzare la voce quando assisto a pregiu­dizi e discriminazioni.

Quante sono le persone che riescono davvero a portare le loro battaglie davanti agli occhi del mondo intero? Non molte, ma sono certa che il lavoro di ognuna di loro sarebbe stato vano senza la risonanza creata da tutte quelle anime che non arriva­no ai grandi palchi, ai grandi schermi, il cui nome non risuona sulle bocche di tutti, ma che agiscono in prima persona, si impe­gnano nella loro quotidianità, lottano per un mondo più inclu­sivo, più giusto.

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