Le calorie lasciamole alle caldaie
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4 anni fa
Quanta energia riusciamo ad estrarre dal cibo dipende da ciò che mangiamo, da come prepariamo i nostri piatti, ma anche dal tipo di microbiota intestinale che ci caratterizza
Uno dei miti che dobbiamo sfatare è il fatto che per dimagrire sia necessario fare il conto delle calorie. Molti sono ossessionati da questo conteggio e controllano ogni cibo che hanno davanti per capire a quanto ammonta questa cifra. A volte si fissano talmente tanto su questo numero che dimenticano di andare a concentrarsi sul fattore più importante, ovvero la qualità degli alimenti.
Per fare un esempio, un etto di avena in chicco fornisce circa 290 calorie, le stesse che troviamo per una quantità equivalente di brioches. Ma hanno lo stesso valore nutrizionale? Quale sceglieresti non per “gola”, ma per nutrirti?
Ricordiamoci che il corpo non è una macchina e che all’interno ci sono processi biochimici che non permettono di rendere universale la formula:
meno calorie = dimagrimento.
Dobbiamo quindi prendere in considerazione altri fattori che influiscono sul peso corporeo.
In questo articolo parliamo di...
Il microbiota intestinale
Ricerche recenti rivelano che quante calorie estraiamo dal cibo dipende da ciò che mangiamo, da come prepariamo il nostro cibo, ma anche dal tipo di microbiota intestinale che ci caratterizza.
Non tutti infatti hanno la stessa composizione e quantità di microrganismi utili nel proprio intestino: una ricerca interessante ha scoperto che le persone naturalmente magre hanno una composizione diversa del microbiota intestinale, rispetto a quelli che sono in sovrappeso.
Probabilmente questo ha una ragione evolutiva ed è influenzato dalla deviazione che ha avuto la nostra dieta dopo la rivoluzione industriale in primis e poi dalla metà del 1900, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, periodo che ha visto un’accelerazione della richiesta di cibo raffinato e pronto all’uso.
Poiché molte diete moderne contengono così tanti alimenti trasformati facilmente digeribili, questo potrebbe ridurre le popolazioni di microbi intestinali che si sono evoluti per digerire la fibra e creare così un’alterazione nell’equilibrio del microbiota.
Il risvolto positivo è che il microbiota intestinale è un sistema dinamico e può rispondere ai cambiamenti alimentari molto rapidamente. Tornare ad un’alimentazione ricca di fibra e di cibo integrale, può essere un fattore importante per far processare meglio ai nostri batteri amici l’energia dal cibo.
Per approfondire puoi leggere...
L’indice di sazietà degli alimenti
L'indice di sazietà è una misura della capacità degli alimenti di ridurre la fame, aumentare la sensazione di sazietà e ridurre l'apporto calorico nei tempi successivi all’assunzione del cibo.
Scegliere cibi con un alto indice di sazietà è la mossa vincente per assumere meno “calorie” in modo del tutto spontaneo e naturale.
In questo modo dimagrirai senza doverti chiedere ogni volta quante calorie hai ingerito, semplicemente perché il tuo corpo ti chiederà meno cibo.
Va da sé che i cibi o le bevande zuccherate hanno un indice di sazietà più basso rispetto a un piatto di fagioli o a dei cereali integrali, come per esempio l’avena o il farro in chicco.
Quali sono le scelte migliori?
Inizia dunque a fare le scelte giuste, riduci gradualmente (fino ad eliminare del tutto) il cibo industriale raffinato (zucchero, farina, cereali lavorati, ecc.) e introduci più fibra e cibo “vivo” nella tua quotidianità. Sì dunque alla verdura, alla frutta, ai cereali integrali, ai legumi e alla frutta oleaginosa e a guscio.
In questo modo troverai un rapporto più equilibrato e amorevole con il cibo, che ti permetterà di sentirti più rilassato nei confronti della tua alimentazione, ritornare naturalmente magro e utilizzare i conteggi delle calorie solo per… le caldaie.
Per iniziare, ti consiglio: