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La stagione dei "segreti"

Pubblicato 5 anni fa

Leggi un estratto dal libro "Dossier Fatima" di Laura Fezia

C’è un motivo per cui può essere ancora utile parlare di Fatima e di tutto ciò che riguarda la più celebre “apparizione mariana” del Novecento, o almeno quella intorno alla quale è stato fatto più rumore: nonostante siano trascorsi oltre un secolo dai fatti e vent’anni da quando la Congregazione per la dottrina della fede ha finalmente deciso di pubblicare il testo (farlocco) del famigerato terzo segreto, ciò che accadde alla Cova de Iria dal 13 maggio al 13 ottobre 1917 continua a far pesare le proprie conseguenze sulla Chiesa di oggi.

Stai leggendo un estratto da questo libro:

Inoltre, costituisce un giallo di cui gli appassionati del genere sono curiosi di conoscere i più reconditi risvolti e il nome dell’assassino. E se non bastasse, è l’esempio più lampante di come santaromanachiesa cerchi ancora di manipolare il gregge. Infine - particolare di non poco conto - la kermesse di Fatima rappresenta il copione cui si sono ispirati gli sceneggiatori di tutte le commedie mariane successive.

È a Fatima, infatti, che viene inaugurata la stagione dei “segreti”: prima di allora le numerosissime madonne apparse a veggenti vari si erano limitate a ordinare la costruzione di santuari, a tuonare contro i costumi, a profetizzare guerre o a promuovere la realizzazione di medaglie miracolose. Esaminando solo le apparizioni del XIX secolo (risalire nel tempo ci porterebbe lontano) o almeno le più celebri, né la “madonna” apparsa a Caterina Labouré nel 1830, né quella che si manifestò a La Salette nel 1846 a Mélanie Calvat e Maximin Giraud, né Aquerò che incontrò per ben diciotto volte Bernadette a Lourdes nel 1858, raccomandarono ai rispettivi interlocutori la riservatezza sui dialoghi presuntivamente avvenuti, né posero date di scadenza su qualche rivelazione misteriosa.

La creatura «venuta dal cielo» che apparve a Lucia dos Santos, Jacinta e Francisco Marto nel 1917, invece, proibì ai pastorinhos di fare parola su quanto comunicato loro. L’assurdità di tale divieto apparve ancora più evidente allorché il Vaticano decise, nel 2000, di rivelare finalmente il contenuto del famigerato terzo segreto, sul quale i media di tutto il mondo e l’opinione pubblica fantasticavano almeno dal 1959, ossia da quando Giovanni XXIII, aperta la busta che lo conteneva (e delle cui funamboliche peripezie parlerò in seguito), aveva deciso di richiuderla velocemente senza svelare il giallo del XX secolo, lasciando «ad altri» la responsabilità di divulgarne il contenuto.

Ma Fatima non è solo “terzo segreto”, anche se certamente il testo che Lucia mise nero su bianco il 3 gennaio 1944 per ordine del vescovo di Leiria José Alves Correia da Silva ha fatto la parte del leone nella vicenda. Anzi: ci si può domandare se tutto il rumore scoppiato intorno a quelle poche righe sia stato creato e amplificato apposta per distrarre il pubblico da qualcosa di molto più temibile per la Chiesa, qualcosa che secondo alcuni - lentamente - sta iniziando a realizzarsi proprio ai giorni nostri.

Nelle pagine che seguono troverete tutto ciò che è stato detto, scritto e soprattutto taciuto su Fatima a partire da quel 13 maggio 1917 in avanti e anche alcune ipotesi alternative all’apparizione mariana avanzate nel tempo che santaromanachiesa ha sempre cercato di tacitare e ostacolare. Potrete così constatare di quante e quali manipolazioni (documentate) siano stati oggetto dapprima i fatti avvenuti alla Cova de Iria, poi il personaggio Lucia dos Santos, intorno al quale aleggia un altro, ben più inquietante giallo, infine quanto tutto il fumoso intrigo creato intorno ai “segreti” puzzi di depistaggio lontano chilometri e come venga utilizzato ancora oggi nelle guerre che scuotono il Vaticano al suo interno, dove le lotte per il potere temporale non si sono certamente concluse con Pio IX, anzi, hanno assunto, via via, connotazioni sempre più aspre, crude e ambigue.

Di certo quelle di Fatima sono state le apparizioni mariane più misteriose, quelle intorno alle quali la Chiesa si è data più da fare, per cui ha mobilitato tutte le sue risorse senza esitare a mettere in scena grottesche commedie e a fabbricare incredibili panzane con il risultato di ingarbugliare e accendere scomodi riflettori su un evento che avrebbe potuto essere gestito come ogni altra mariofania, creare un culto e attirare frotte di pellegrini, come, per esempio, era accaduto a Lourdes: per quale motivo?

All’origine dei fatti (di Fatima e di tutte le altre mariofanie) c’è quella “madonna” che i fedeli venerano come Santa Madre di Dio, Santa Vergine delle vergini. Madre di Cristo, Madre della Chiesa, Madre della divina grazia. Madre purissima. Madre castissima. Madre sempre vergine. Madre immacolata, Madre degna d’amore. Madre ammirabile. Madre del buon consiglio. Madre del Creatore, Madre del Salvatore, Madre di misericordia. Vergine prudentissima, ecc. Prima di addentrarci nella vicenda che riguarda strettamente l’argomento di questo libro, però, vediamo di chiarire perché e come questa figura femminile abbia fatto il proprio trionfale ingresso nel misogino cristianesimo paolino.

Non mi resta che una precisazione, peraltro già espressa in lavori precedenti, ma che ritengo utile ripetere: nelle pagine che seguono, termini quali madonna, Signora, apparizione, veggente, miracolo e altri simili, vanno sempre intesi come posti tra virgolette. Ho scelto di non farlo, con alcune eccezioni, solo per non appesantire graficamente il testo: resta comunque sottinteso.


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