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La scienza del linguaggio corporeo

Pubblicato 3 anni fa

Leggi un estratto da "Comprendere il Linguaggio del Corpo" di Scott Rouse e scopri se la comunicazione non-verbale è universale o no

Gli esperti sono parimenti in accordo e in disaccordo sulle teorie e sulla scienza del comportamento umano, però tutti riconoscono che qualsiasi aspetto comportamentale degli individui è basato sullo sviluppo del cervello.

La scienza afferma che milioni di anni fa, quando il nostro cervello era più piccolo, una delle sue funzioni più importanti consisteva nel proteggerci dalle intemperie, dagli animali e da tutte le altre situazioni pericolose in cui gli uomini primitivi potevano imbattersi. Per sintetizzare una storia molto lunga e terribilmente noiosa, gli scienziati hanno identificato cinque tipi di stimoli fisici che determinano i comportamenti:

  • CINESTETICI, cioè tattili o percettivi. Per esempio, sentire che qualcosa è troppo caldo o ti punge una gamba oppure ti sfiora. Comprende tutto ciò che tocchi o percepisci.
  • VISIVI, ossia percepiti con gli occhi. Per esempio, vedere un orso che corre nella tua direzione, una persona che si prepara a sferrarti un pugno, un'auto che invade il marciapiede su cui stai camminando. Comprende tutto ciò che vedi e che potrebbe riguardarti.
  • UDITIVI, cioè sentiti con gli orecchi. Per esempio, sentire un ringhio di tigre, un fucile che viene caricato, uno stridio di pneumatici o un ronzio di api. Comprende tutto ciò che senti e ti dà l'impressione che potrebbe riguardarti.
  • OLFATTIVI, cioè sentiti con il naso. Per esempio, sentire odore di fumo in un luogo in cui non dovrebbe esserci, odore di gas quando entri in casa o qualcosa di nauseante come le feci di un animale.
  • GUSTATIVI, cioè percepiti con la lingua. Per esempio, percepire il sapore dolce piuttosto che quello aspro o amaro. Il gusto può essere associato allo stimolo cinestetico, in quanto la consistenza degli alimenti può risultare morbida, croccante, calda, fredda e/o liquida.

In presenza di stimoli appartenenti a queste cinque categorie, il cervello ha una reazione che può essere lieve o intensa, ma è immancabile.

Oltre che dagli stimoli, l'entità della reazione dipende dalla situazione che il cervello si trova ad affrontare.

Per esempio, se sei immerso in un libro, stai leggendo tranquillamente e un amico si avvicina di soppiatto alle tue spalle, ti afferra per la testa e urla, il tuo sistema limbico innescherà una reazione di sorpresa in piena regola. Probabilmente emetterai un grido come se fossi stato colpito da un pungolo. Stringerai le braccia per proteggere l'addome, il cuore e i polmoni, mentre il cervello ti farà alzare le spalle e chinare la testa in avanti nel tentativo di riparare la gola. Solleverai le ginocchia velocemente per proteggere gli organi riproduttivi. Non potrai farne a meno perché è una reazione che non puoi controllare. Il cervello - o più precisamente il sistema limbico - deve reagire.

La stessa reazione si manifesta in chiunque venga sottoposto a uno stimolo o una situazione uguale o simile, perché è innata e universale. Tutti ci comportiamo così.

La reazione è "innata" perché tutti nasciamo con un sistema limbico che ci protegge e ci fa reagire in quel modo (anche in questo caso esistono alcune eccezioni, ma evitiamo di complicare le cose). Siccome ognuno di noi reagisce così, la reazione è "universale".

Ipotizziamo che si verifichi un episodio analogo a quello descritto sopra. Stai leggendo e sei assorto nei tuoi pensieri, ma questa volta sei seduto su una panchina sotto un grande albero. A un certo punto senti un rumore strano e ti rendi conto che è il rumore di qualcosa che scricchiola proprio sopra di te. Capisci che è il rumore di un ramo che si sta spezzando e allora reagisci. Il tuo cervello elabora i dati e conclude: "Quello scricchiolio significa che un grosso ramo sta cadendo dall'albero proprio sopra di me. Potrebbe colpirmi, quindi devo allontanarmi in tutta fretta, se non voglio restarci secco."

Lasci cadere il libro, balzi via dalla panchina e scappi il più lontano possibile dall'albero. Magari cadi persino per terra mentre ti giri per sincerarti di essere sfuggito alla minaccia. Questo comportamento è il connubio di una reazione appresa e di una reazione limbica. La logica informa il cervello su ciò che sta per accadere e t'impone di allontanarti dall'albero. Mentre scappi, il sistema limbico ti fa nuovamente alzare le spalle e chinare la testa in avanti per proteggere la gola, mentre mani e braccia convergono per proteggere addome, cuore e polmoni.

Nella stessa situazione un neonato non comprenderebbe il pericolo e probabilmente non si muoverebbe. Il motivo è che non conosce la sequenza di eventi che seguono lo scricchiolio del ramo. Però se si trovasse nella situazione precedente, reagirebbe in modo simile al tuo, perché quella è una reazione innata e universale.

Uno degli esempi più efficaci delle differenze fra segnali innati e universali e segnali appresi riguarda le espressioni del viso. Come dimostrò Paul Ekman nella sua ricerca, esistono sette espressioni del viso universali che hanno lo stesso significato in qualsiasi cultura.

Dalla Svezia alla Turchia, da Milano alla Papua Nuova Guinea, le espressioni di rabbia, gioia, tristezza, disprezzo, paura, stupore e disgusto trasmettono gli stessi significati a chiunque. Tutte le altre espressioni facciali, pur avendo talvolta significati simili, indicano qualcosa di diverso.

La capacità di distinguere un segnale innato da uno appreso è importante perché ci dice che cosa pensa e/o prova realmente la persona con cui stiamo parlando o che stiamo osservando.

Se notiamo un segnale innato/universale quando poniamo una domanda importante, vuol dire che stiamo vedendo la reazione autentica del cervello dell'interlocutore allo stimolo rappresentato da quella domanda. Se invece notiamo un segnale appreso, non significa che la persona finge, ma, solo che ci sta mostrando la reazione che vuole farci vedere.

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