La salute e la resistenza del corpo
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4 anni fa
Leggi un estratto da "La Resilienza del Corpo" di Patrick Ghossoub e scopri l’essenza del tocco terapeutico nelle tradizioni osteopatica, ayurvedica e cinese
Sinceramente non so cosa sia la salute, ma troviamo una coerenza dei diversi dati medici e filosofici. Essa corrisponde fisicamente e psichicamente a uno stato di equilibrio intrinseco ed estrinseco. Questo equilibrio produce uno stato di energia massimale disponibile, proprio di ciascun individuo.
Se utilizziamo la gamba sinistra più della destra, l'una o l'altra soffrirà per eccessiva o scarsa utilizzazione.
L'inspirazione e l'espirazione devono essere equilibrate per evitare l'asfissia. Tali azioni necessitano di un equilibrio creato da movimenti orchestrati con intelligenza e sostenuti da una forza. Queste nozioni sono valide sui piani fisico, energetico ed emozionale.
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Il dolore e il sintomo
Quando qualcosa non va nella nostra auto, sul quadro dei comandi si accende una spia. Il dolore corrisponde a questo segnale luminoso e testimonia della sofferenza locale di un tessuto, non ne è la causa.
È pertinente e clinicamente valido cercare di sapere perché il tessuto soffre, anche se la causa originaria rimane nascosta.
Le cause dirette del dolore possono essere locali ma anche remote, a causa dell'organizzazione a tela di ragno del tessuto connettivo, della continuità del sistema circolatorio piezoelettrico, dell'onnipresenza dei campi elettromagnetici e dei fenomeni di compensazione.
Il dolore è dovuto in modo diretto a una zona di minore scambio creata dallo spasmo tissutale. È quest'ultimo l'origine del problema? Perché l'organismo si squilibrerebbe da solo, senza spiegazione?
Considerando l'Intelligenza e la Forza vitali innate, dobbiamo capire che il tessuto non reagisce intrinsecamente male. Qual è allora la causa di questa reazione tissutale?
Le sollecitazioni aggiunte indotte provenienti dall'ambiente sono un elemento di risposta pertinente. Se il dolore è direttamente legato allo spasmo, l'origine del problema è estrinseca all'organismo.
Dal blocco al sintomo, come si riempie il vaso?
L'organismo presenta una certa capacità di adattamento.
Un blocco di debole valore energetico (fisico, chimico o psichico) può indurre un dolore locale detto acuto. Il sistema tissutale globale si adatta e in genere trova ben presto le risorse per stare meglio (scomparsa del sintomo), malgrado la persistenza del disordine locale, il quale ultimo lascia un'impronta, una memoria nei tessuti.
Ogni nuova aggressione riduce ulteriormente i mezzi di compensazione del corpo. Le sollecitazioni si accumulano nel tempo (per tutto il corso di una vita) e nello spazio (in diverse parti del corpo). L'organismo continua ad adattarsi finché la situazione non finisce fuori controllo.
Allo stesso modo di un vaso (capitale salute) che si riempie d'acqua e si avvicina al limite, un'ultima aggressione, benché minima, fa traboccare il vaso e produce sintomi (dolori o disturbi cronici) più persistenti, locali o a distanza.
La malattia è il risultato di un livello di sollecitazioni aggiunte indotte troppo importante perché la salute possa esprimersi in modo ottimale.
Quando il capitale vitale presente alla nascita è esaurito dagli effetti naturali del tempo (entropia) o da un livello eccessivo di sollecitazioni indotte (aggressioni fisiche, psichiche o chimiche), la vita lascia il corpo.
Diventando un punto centrale di riflessione, questa ipotesi ci offre un'unità di comprensione nell'evoluzione del corpo per tutto il corso della vita, nella salute e nella difficoltà. Qualunque sia l'eziologia, appare la stessa logica in relazione alle disfunzioni, al loro cumulo temporale e spaziale, alla comparsa di una patologia organica e alla fine dell'esistenza.
Queste prese di posizione ci fanno diventare più umili, quando smettiamo di pensare che la natura stessa potrebbe "agire male". Le nostre conoscenze, in realtà, non sono ancora abbastanza evolute per poter giungere a questo tipo di conclusione.
Il termine di disfunzione rimane inadeguato, poiché la causa del disordine non è lo stesso tessuto. L'eziologia è ambientale, irrigidisce il sistema e gli impedisce di portare a buon fine la sua ricerca: trovare la salute. La reazione tissutale non è altro che la risposta più adatta al corpo di fronte a queste sollecitazioni aggiunte indotte.
È quindi sensato pensare a una natura perfetta, che reagisce in modo ottimale tenuto conto del contesto e del suo capitale salute presente alla nascita.
Le implicazioni pratiche sono profonde.
La mano del terapeuta, poggiata sul tessuto in disfunzione, comprende che lo squilibrio non è altro che la via scelta dal corpo per risolvere il problema. Essa lo aiuta seguendolo fino alla zona di minore tensione (tecnica cosiddetta indiretta che favorisce l'equilibrio tissutale), epicentro del combattimento tra le forze di riequilibrio intrinseche e le forze costrittive estrinseche. Offre al sistema un punto d'appoggio, del tempo e un miglior rapporto con i tessuti circostanti, che gli consentono di eliminare le sollecitazioni aggiunte indotte e di ritrovare l'originario equilibrio.
In sintesi, per essere malati occorrono due fattori:
- un'aggressione proveniente dall'esterno e
- un terreno interno (organismo) troppo debole per respingerla.
La Resilienza Tissutale si propone di aiutare i tessuti migliorando lo stato del terreno interno. Essa aiuta in questo modo l'organismo vivente nella sua lotta contro le aggressioni e nella ricerca della salute.
A tal proposito, se è vero che essa trova un reale interesse terapeutico nell'aiutare i pazienti che soffrono, la mia esperienza mi ha mostrato che gli individui che si sottopongono regolarmente ai trattamenti nell'arco di lunghi periodi migliorano nettamente il proprio stato di salute e le capacità di adattamento.
I pazienti hanno l'impressione che le loro risorse interiori siano più disponibili e meglio mobilizzabili. Hanno un livello energetico più alto, accettano meglio le sollecitazioni ambientali e subiscono meno gli effetti dei piccoli malesseri della vita quotidiana.
Abbiamo parlato dei tessuti, della loro struttura e funzione. Possiamo quindi procedere oltre, stabilendo un modello di comprensione unificata.
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