La rivoluzione della droga e la rivoluzione sessuale
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4 anni fa
Leggi un estratto da "Sex, Drugs and Magick" di Robert Anton Wilson
A Berkeley, un giovane uomo sta intonando un mantra indù mentre scopa in modo esuberante un membro di sesso femminile della sua comune. L'incenso sta bruciando, sul pavimento intorno al letto vi è un pentagramma disegnato con il gesso, e loro si sono accoppiati - incredibile a dirsi, senza mai raggiungere l'orgasmo - per circa due ore, fermandosi occasionalmente solo per tirare un po' di coca.
Se provi a dire a questo tipo che tutta la sua "magia" è irrazionale e sciocca e che, se continua a farsi di cocaina, presto il suo setto nasale sarà distrutto, verrai liquidato come un conformista senza speranza. Lui ha da poco scoperto il vero significato dell'estasi religiosa nei bizzarri scritti del mago Aleister Crowley (che mori dimenticato nel 1947). Questo programma che abbina la droga allo yoga tantrico in modo da prolungare artificialmente l'atto sessuale gli ha fatto raggiungere un piano di gioia e bellezza dove gli avvertimenti dei razionalisti non hanno alcun senso.
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Nello stesso momento, a Chicago, un giovane avvocato alla moda dall'atteggiamento decisamente più smaliziato e la ragazza che ha rimorchiato per la sera stanno fumando una canna di marijuana Panama Red prima di lanciarsi sul materasso. Non si considera un mago e non sa nulla dello yoga tantrico, ma anche lui, a modo suo, è un adepto di questo nuovo culto basato su un misticismo sessuale intriso di droga. Conta poco che usi la parola vibes senza rendersi conto che si tratta di un'abbreviazione dell'espressione "vibrazioni astrali". Quello che gli interessa è ottenere un orgasmo più lungo e potente, e si aspetta che l'erba sia in grado di procurarglielo.
A Darìen, nel Connecticut, dove la folla della Mad Avenue al tramonto si ritira nei sobborghi residenziali, un liceale e la sua adolescente dolce metà stanno anche loro mescolando sesso, droga e un pizzico di misticismo. Sono nudi, ma non hanno ancora dato inizio al rapporto. Lui le sta leggendo ad alta voce il capitolo Sex Chakra dalle Poesie Psichedeliche di Timothy Leary, mentre 500 microgrammi di acido si fanno strada nel loro flusso sanguigno: «Giaci tranquillamente nella fluida unione del maschio e della femmina» recita il ragazzo, e a quel punto si avvicinano l'uno all'altra assumendo una posizione adatta al coito, assolutamente privi dei furtivi sensi di colpa sperimentati dai loro genitori. Sono del tutto convinti che ciò che sta accadendo sia più ricco di significato religioso di qualunque cosa sia mai accaduta nella chiesa locale la domenica.
I paragrafi precedenti non sono inventati; sono montaggi narrativi basati sull'esperienza reale di persone che mi è capitato di conoscere. Stiamo vivendo in un'epoca in cui - insieme a migliaia di altri mutamenti sociali - la Rivoluzione della Droga si è combinata con la Rivoluzione Sessuale, portando alla comparsa di una nuova, meravigliosa progenie.
Principalmente, ciò che è accaduto, e che sta tuttora accadendo perché sono sempre di più i neoconvertiti che decidono di salire sul carrozzone erotopsichedelico, può essere descritto - paradossalmente - come un'impennata d'interesse nei confronti del lato non fisico del sesso.
Sebbene a prima vista il concetto suoni come un ossimoro, in realtà conosciamo tutti gli aspetti non fisici o metafisici dell'erotismo. È la forza emotiva - o energetica - che dà al sesso un sapore o un colore del tutto indipendente dal movimento dei corpi, sebbene in grado di arricchire e addirittura prolungare l'aspetto fisico.
Secondo Masters e Johnson, il piacere che una donna raggiunge con la masturbazione può essere più intenso di quello ottenuto durante un rapporto sessuale con un uomo. Questo dato di fatto è stato utilizzato da una certa frangia del movimento femminista come una prova dell'inutilità del maschio ai fini della gratificazione sessuale femminile. Comunque, con grande sorpresa di nessuno, la maggior parte delle donne continua a preferire il rapporto sessuale alla masturbazione.
In modo simile, molti sostenitori della Liberazione Gay sostengono che la fellatio dia all'uomo un orgasmo più esplosivo di quanto non faccia il coito. Sebbene non possano contare sul sostegno di autorità scientifiche pari a Masters e Johnson, potrebbero avere ragione. Il nostro Presidente [Clinton], ad esempio, sembra essere d'accordo; e il Giudice Murtagh di New York, nel suo libro sulla prostituzione intitolato Ragazze squillo. Inchiesta sulla prostituzione, sostiene che un'alta percentuale degli uomini che ricorrono alle prostitute sono sposati e lo fanno perché desiderano avere un rapporto orale. Forse si vergognano di chiederlo alle loro mogli e/o forse le loro mogli sono troppo pudiche per acconsentire ai loro desideri.
Questo sembra indicare che la fellatio, perlomeno occasionalmente, garantirebbe "un certo non so che" in più (come direbbero a Mad Avenue) che la semplice accoppiata pene-vagina non possiede. Ciononostante, e di nuovo con grande sorpresa di nessuno, moltissimi uomini preferiscono quasi sempre la vecchia "posizione del missionario".
Ovviamente il sesso non è solo contrazione di muscoli e secrezione di ghiandole. Ogni adolescente che abbia stretto tra le mani l'immagine di una pin-up, mentre si masturbava, lo sa. Cosi come ogni donna che si sia sentita irresistibilmente attratta da un figlio di puttana con un fisico da Adone. Così come lo sanno ogni marito o moglie che si siano ritrovati a fantasticare su un partner diverso mentre si trovavano tra le braccia del loro legittimo consorte.
La misteriosa componente non-fisica del sesso viene indicata, a seconda dei casi, come mente, spirito o emozione.
Sigmund Freud la chiamava libido ma, cautamente, si guardò bene dal chiarire che cosa significasse. Wilhelm Reich, l'enfant terrible della psicologia moderna, la chiamava orgone e insisteva sul fatto che fosse una reale forma di energia che gli scienziati moderni non erano stati in grado di notare solo perché non avevano mai pensato di utilizzare i loro strumenti per analizzare l'uomo e la donna al culmine della passione erotica. Gli scienziati russi, in seguito, hanno provato a misurarla, e alcuni di loro hanno affermato di esserci riusciti, facendoci gentilmente sapere che questa energia si estende per sette piedi oltre il corpo fisico.
Che Reich e i russi abbiano ragione o no, c'è la chiara sensazione, conosciuta molto bene dalla maggior parte di noi, che l'eccitazione sessuale sia in grado di creare un campo di energia emozionale. Generalmente, questa sensazione soggettiva di un flusso si innalza e discende in accordo con la specifica carica bioelettrica degli organi sessuali primari e secondari; ma non è detto che sia sempre così.
La differenza tra questo "brivido" psicoenergetico e la più localizzata sensazione genitale spiega perché una donna preferisca un uomo al suo dito medio, sebbene la masturbazione sia in grado di produrre localmente una maggiore "carica e scarica". O perché un adolescente preferisca masturbarsi fantasticando su una foto che sia in grado di stimolare la pura carica fisica prodotta dal suo gesto onanistico. O perché, infine, un uomo preferisca la penetrazione in un'occasione e la fellatio in un'altra.
Le sensazioni locali sono interamente prodotte dalla famigerata "tecnica" che trovate nei manuali sul sesso.
Il significato generale nell'area emotiva è in parte (anche se non totalmente) indipendente da essa, e dipende maggiormente da variabili psicologiche, le emozioni consce e inconsce, i bisogni, i capricci, le fantasie e i desideri di ogni individuo.
Timothy Leary, il profeta e martire della kultura della droga amava citare le ricerche etologiche di Konrad Lorenz che, stranamente, si rivelano pertinenti anche in questa sede.
Lorenz scoprì che le oche - perché potessero sentirsi attratte da altre oche - dovevano avere avuto l'esperienza dell'imprinting immediatamente dopo la nascita (dovevano acquisire, cioè, l'immagine di un'altra oca come fonte di gratificazione emotiva). Nel corso normale della natura, questo imprinting aveva per oggetto la madre. A causa dell'attenzione e delle cure che Lorenz riservava alle oche che usava nei suoi esperimenti, gli capitò di divenire l'oggetto dell'imprinting per alcune di loro. Esse attribuirono alla sua immagine le qualità protettive dell'oggetto materno e, una volta diventate adulte, si misero a corteggiarlo sessualmente.
Ancora più sorprendentemente, l'imprinting di un altro anatroccolo ebbe per protagonista una pallina da ping-pong. Il risultato fu che quest'oca passò tutta la sua vita adulta a cercare di avere rapporti sessuali, piuttosto frustranti, con sfere di plastica. Come ha detto Leary, questo aneddoto: «È allo stesso tempo divertente e agghiacciante. Mi fa venire in mente come ognuno di noi veda il mondo attraverso strutture percettive (biochimiche-neurologiche) che si sono formate casualmente durante i primi momenti della nostra vita. Ti fa venire il brutto sospetto che... non stiamo facendo altro che rincorrere le particolari palline da ping-pong che si sono impresse sulla nostra pellicola corticale durante quei delicati momenti-finestra».
La mia stessa esperienza lo dimostra. Mia moglie ha i capelli rossi. Guardando indietro, mi rendo conto di essere stato coinvolto sessualmente con più donne dai capelli rossi di quante il caso possa giustificare. Cercando di capirci qualcosa di più, ho domandato a mia madre quali fossero le prime figure femminili della mia infanzia. Lei si è ricordata che, a quell'epoca, ero particolarmente affezionato a una babysitter, una ragazza con i capelli rossi.
Non ci vuole molta immaginazione per capire che, se la babysitter che era stata tanto gentile con me fosse stata un uomo, adesso potrei essere un omosessuale. O che se lei si fosse comportata in modo crudele con me, potrei essere un masochista, ecc.
Questa analisi non ha l'unico scopo di dare il via alle solite, trite riflessioni del tipo: «Io sono umano, e niente di ciò che è umano mi è estraneo» oppure: «Vado all'Inferno, ma in grazia di Dio».
È molto più importante rendersi conto che, qualunque cosa si sia impressa in qualunque modo durante la nostra giovinezza, essa fa parte di una storia sommersa che ci portiamo dietro a ogni incontro sessuale. Si tratta di uno - solo uno tra tanti - dei fattori che determinano l'investimento del nostro campo emozionale quando i nostri genitali vengono stimolati meccanicamente.
Certe volte penso che non vi siano versi più profondi, mai pronunciati da bardo o poeta, della vecchia ballata folk Rocky Mountain:
Da qui in su i colli non crescon più - Da qui in su i colli non crescon più - Da qui in su i colli non crescon più - Ma le valli son sempre più fonde...
In definitiva, ciò che proviamo durante ogni esperienza, sessuale o di altro genere, dipende dal nostro campo di energia emozionale. Possiamo vedere una piccola montagna al di sopra di una profonda vallata, oppure una bassa vallata e un'alta montagna che la sovrasta.
Nella lontana e innocente epoca pre-LSD degli anni Cinquanta, Carl Rogers, l'insigne psicologo che inventò quella che viene chiamata terapia centrata sul cliente, scrisse un saggio sui cambiamenti percettivi che insorgono durante la psicoterapia.
Egli mise in evidenza come, di solito, i pazienti all'inizio del trattamento tendano a vedere colori piuttosto sbiaditi e a udire una gran quantità di rumori caotici nel loro ambiente. Inoltre, essi sono generalmente circondati da stimoli negativi e poco piacevoli anche nell'area dell'olfatto e della temperatura. Al contrario, i pazienti che hanno concluso con successo un'esperienza di psicoterapia tendono a vedere colori più brillanti, sentire suoni più piacevoli e ritmati e, generalmente, percepiscono una realtà più gradevole.
È evidente che i cambiamenti avvengono nel paziente e non nell'ambiente.
Ancor prima, il poeta Carl Sandburg raccontò una storiella che aveva per protagonista un contadino seduto su una staccionata. A un certo punto passa per la strada uno straniero e il contadino gli chiede di descrivergli gli abitanti della città che si è lasciato alle spalle: «Com'è la gente di lì?» «Un mucchio di egoisti, taccagni e scortesi» risponde lo straniero con amarezza «ed è per questo che me ne sono andato». Il contadino scuote la testa tristemente: «Ho paura che avrai un'altra delusione. Quelli della città dopo sono uguali». Passa un po' di tempo e un secondo straniero attraversa la strada. Il contadino gli fa la stessa domanda: «Com'era la gente della città da cui provieni?» «Fantastica» replica il tipo, «le persone più gentili e altruiste che abbia mai conosciuto. Mi è dispiaciuto moltissimo andarmene». «Bene» dice il contadino «non rattristarti, perché troverai lo stesso tipo di persone nel posto in cui stai andando».
Tutti quanti troviamo difficile credere che la realtà sia una nostra creazione, come sembrano suggerire la ricerca del professor Rogers e la parabola del poeta Sandburg.
I conservatori, che si vantano del loro atteggiamento "realistico" e "a muso duro" nei confronti della "cruda realtà" della vita, guardano con sospetto qualunque cosa tenti di introdurre un elemento soggettivo o implichi che la "cruda realtà" possa esistere solo nelle loro teste. I liberali, dogmaticamente devoti a un atteggiamento che reputano essere scetticismo scientifico (in realtà si tratta più che altro di volgarizzazioni di obsolete teorie pre-Einstein), diffidano di qualunque idea che sembri aprire uno spiraglio al "misticismo" o (Dio non voglia) al mondo ultraterreno della religione tradizionale. E i radicali, ovviamente, vedono rosso quando hanno a che fare con idee che implicano (nelle parole di Shakespeare) che «niente è buono o cattivo se tale non è nel nostro pensiero» (Amleto, ii, 2), poiché ciò potrebbe facilmente condurre a una situazione in cui si dice agli indigenti che è il loro atteggiamento mentale, e non la spesa pubblica, a rappresentare la soluzione delle loro miserie.
A dispetto di tutti questi potentissimi pregiudizi, la maggior parte di noi è consapevole di come gli altri siano totalmente soggettivi nelle loro percezioni e spesso inclini a ciò che Freud chiamò proiezione, a vedere, cioè, quello che si aspettano, sperano, o alle volte temono. Se ci mettessero sotto torchio filosofico, anche noi ammetteremmo di essere occasionalmente vittime dello stesso tipo di autoinganno, sebbene molto raramente, sia chiaro.
I seguaci di una setta chiamata CSICOP (Comitato per l'Indagine Scientifica delle Affermazioni sul Paranormale) credono che questa proiezione o autoinganno coinvolga tutta l'Umanità, eccetto loro.
La Rivoluzione della Droga avvenuta negli anni Novanta ha reso questo problema familiare a ognuno di noi, mentre prima occupava un'oscura area della filosofia, salvo occasionalmente intromettersi nelle procedure tecniche di psicologi e neurologi specializzati nella teoria della percezione.
Tra i dieci e i settanta milioni di americani hanno sperimentato su se stessi marijuana e altre droghe classificate approssimativamente come psicomimetiche o allucinogeni o psichedelici. Il modo contraddittorio di nominare queste sostanze chimiche non fa altro che riflettere il disaccordo nella comunità scientifica sulla risposta da dare a una domanda fondamentale: che cosa accade nel momento in cui queste sostanze entrano nel biocomputer umano?
Psicomimetico significa "che imita la psicosi", o che ci pone temporaneamente nel mondo della follia. Allucinogeno viene utilizzato per indicare ciò che distorce o altera la nostra percezione. Psichedelico significa semplicemente "che altera o intensifica la coscienza".
Ovviamente, i primi due termini implicano che chi fa un viaggio vada incontro a nient'altro che illusione e delirio, mentre il terzo lascia aperta la possibilità che alcune delle nuove percezioni acquisite possano essere altrettanto accurate (o addirittura più accurate) di quelle che caratterizzano il normale stato di coscienza.
Quest'ultima considerazione, è superfluo dirlo, è alla base delle rivendicazioni di coloro che vedono nel movimento psichedelico una forza politica o culturale.