La primavera ed i suoi colori
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3 anni fa
Come sono realizzati i colori dei nostri abiti?
Aprile è un mese ricchissimo di giornate internazionali dedicate. C’è la giornata della coscienza e della pace, c’è quella dedicata alla salute, c’è il giorno per la creatività e l’innovazione, insieme a quello rivolto alla nostra Madre Terra. E poi la giornata del libro, quella per la musica.
Volendo dedicarcisi le fonti da approfondire sono davvero molte. Gli spunti e le informazioni tantissimi. Il lavoro da fare, con e tra noi stessi, impegnativo e gratificante.
Interessante trovare il collegamento tra tutti gli argomenti, che riassumerei in due parole: Cultura e Rispetto. Una sorta di incastro tra le nostre preziose capacità e quello che realmente possiamo cambiare per vivere serenamente ed in salute. Un equilibrio perfetto da ricercare e su cui riflettere la nostra ‘maturità’ come esseri viventi razionali ed evoluti.
Primavera e R-Evoluzione
In effetti Aprile è il primo mese in cui, in genere, la Primavera fa capolino. Salvo poi stupirci con effetti, più o meno speciali, che negli ultimi anni si traducono in caldi anomali o basse temperature fuori stagione, siccità o pioggia torrenziale, eventi atmosferici devastanti e contrasti a dir poco preoccupanti.
Il nostro pianeta ci sta mettendo davanti a scelte drastiche. Non ci sono più alternative. Dobbiamo portare avanti questa nostra r-evoluzione. Dentro e fuori.
Lo dobbiamo a noi stessi, al pianeta che ci ha dato la vita, al futuro dei nostri figli, alle generazioni che verranno.
Abbiamo il dovere di renderci consapevoli e coscienti dei meccanismi che le nostre azioni, malsane e non, innescano, dei risultati del nostro vivere finora, delle possibilità che le nostre scelte possono apportare.
Cultura eclettica e trasversale verso una direzione di etica e respons-abilità. Rispetto verso noi stessi, l’universo e la nostra intelligenza, che ci ha portato sì a terribili fallimenti, ma che può creare tanta bellezza.
La giornata internazionale della Madre Terra
Il 22 Aprile si è celebrata la Giornata Internazionale della Madre Terra.
Il tributo al nostro pianeta dovrebbe essere quotidiano e non limitarsi a leggere due righe un giorno all’anno e poi voltare pagina. Il senso di impegno, la volontà di cambiamento e la scelta di atti educati vanno ricercati ogni singolo giorno, a cominciare dalle nostre routine quotidiane, da quello che portiamo sulle nostre tavole, a come decidiamo di compiere i nostri spostamenti o le nostre vacanze, fino a come investiamo il nostro denaro. Perché essere consum-attori, attivi e consapevoli, è cosa che si impara e si decide.
A cominciare dai colori.
Colori naturali o chimici?
Aprile è anche il mese della Fashion Revolution.
E se è vero che l’industria Moda è tra le principali responsabili dell’inquinamento dell’ aria e delle acque del nostro pianeta, non possiamo fare a meno di avere una base di conoscenza anche a tale proposito.
Perché la Moda non è solo paillettes o superficialità.
La Moda può e deve essere anche scelta e coscienza che quanto compriamo può influenzare la nostra salute e quella della nostra Terra.
Purtroppo l’iperproduzione della Fast Fashion insieme a decisioni poco etiche hanno portato a risultati catastrofici su scala mondiale. La delocalizzazione delle produzioni internazionali, volute per far risparmiare e, di conseguenza, far marginare maggiormente le industrie, ha creato dei veri e propri poli produttivi nelle zone del mondo più bisognose.
Sebbene le fonti diano informazioni frazionate sulla quantità di coloranti utilizzati nel settore tessile si ipotizza che si possa parlare di un quantitativo di circa 10.000 tonnellate/anno. Per non parlare, immaginiamoci, del numero dei capi prodotti.
Se questo da un lato ha portato ad un certo beneficio economico in paesi quali India, Cina, Bangladesh, per citarne alcuni, è anche vero che il risultato di questi “guadagni” è costato molto caro alla popolazione, che paga gli effetti negativi sulla propria salute.
L’interessantissimo docu-film “River Blue“ parla di come attraverso complessi processi di produzione chimica ed il conseguente smaltimento irresponsabile di rifiuti tossici, l’industria della Fast Fashion ha distrutto i fiumi creando un gigantesco impatto sulla vita delle persone che contano su questi corsi d'acqua per la propria sopravvivenza. Il documentario porta consapevolezza alla distruzione di alcuni dei fiumi più vitali del mondo attraverso la produzione dei vestiti, ma diventa anche richiesta di cambiamenti significativi nell'industria tessile, da parte dei marchi di moda che possono fare la differenza.
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L’importanza della conoscenza
È fondamentale capire e conoscere la storia di un capo di abbigliamento, a cominciare dal tessuto e dalle colorazioni utilizzate per realizzarlo.
La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo e attraverso essa filtriamo tutto ciò che vi entra in contatto. Così come è molto importante nutrirsi nel modo più appropriato e sano, lo è anche capire la qualità dei prodotti che mettiamo sulla nostra pelle, sia intesi come cosmesi, make up e similari, sia come vestiti che indossiamo.
I coloranti ed i solventi, chimici ed artificiali, ed i metalli pesanti si trovano infatti nella maggior parte degli abiti che troviamo e che acquistiamo quotidianamente.
Troppo spesso le produzioni in larga scala, pur conscie degli effetti, insistono ad usare coloranti non naturali, in modo improprio, che finiscono poi con il crearci problematiche di salute ed inquinare i nostri corsi d’acqua. Questo sia in fase di produzione che nei lavaggi di prassi dei nostri capi.
Coloranti chimici, ftalati, nichel, formaldeide, nonilfenoli etossilati (NPEs), antiparassitari, composti perfluorati, clorofenoli pcp e tpc. Queste sono alcune delle sostanze che troppo spesso vengono utilizzate e non filtrate adeguatamente in fase di lavorazione del tessuto, finendo senza protezione alcuna nelle falde e nei corsi d’acqua.
Acqua che poi verrà utilizzata per irrigare i campi, per abbeverare il bestiame, per lavarsi!
La soluzione a tutto questo è l’utilizzo di coloranti naturali e di una rigenerazione ed un riutilizzo di tessuti già precedentemente colorati. Processi, questi, che aiutano a non incrementare ulteriormente l’inquinamento, creando anche il recupero con un conseguente risparmio di spreco e di sostanze nocive. Un toccasana per il pianeta ed il portafoglio.
Azioni concrete e precise direzioni che molti piccoli brand responsabili e sostenibili già attuano. Così facendo si crea un grande risparmio di acqua nei processi produttivi e anche di carburante, essendo spesso produzioni a km0 e a tiratura limitate. Quanto di meglio ci si augura possa accadere anche a livello mondiale.
Colori e ambiente sani. Possono coesistere?
Negli ultimi anni, dunque, molte aziende giovani e anche del lusso, si stanno impegnando nella ricerca di proposte alternative.
Alcune delle soluzioni concretizzate sono:
- l’utilizzo di pigmenti naturali ricavati da materiali di scarto,
- l’eliminazione di metalli pesanti,
- l’utilizzo di anidride carbonica nel processo di dispersione del colore.
Uno dei più grossi ostacoli resta però quello legato ai costi di tali procedimenti. Per poter produrre a basso impatto ambientale ed eliminare la chimica “insana”, infatti, si calcola un aumento dei costi di circa il 30-40%.
Certamente l’industria moda necessita di regole e tutele internazionali, così da bloccare ed impedire le produzioni e la commercializzazione di prodotti ‘ malati’. Insieme a questo è fuori discussione la necessità di insistere nella ricerca e nella sperimentazione. Nella possibilità, dunque, per i brand impegnati di poter utilizzare ed investire in progetti etici e veramente puliti, possibilmente appoggiati da una politica veramente pro-attiva in questo senso.
Perché per ridurre davvero il mostruoso impatto ambientale c’è bisogno prima di tutto di un forte investimento economico e di scelte mirate, di una volontà ferrea verso azioni concrete e forti, di una continua ricerca per migliorare, attivare e creare bellezza attraverso bellezza, senza distruggere.
Perché la nostra impronta su questo pianeta possa davvero essere una traccia da seguire e non da dimenticare!
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