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La legge del Tre

Pubblicato 5 anni fa

Leggi un estratto da "Iniziata" di Amanda Yates Garcia e scopri un ricordo d'infanzia di una strega contemporanea

Un noto assioma della magia è la Legge del Tre: quello che facciamo ci torna indietro tre volte.

Le azioni hanno delle conseguenze. Persino un breve studio della storia dimostra che, nonostante tutti gli eventi abbiano delle conseguenze, è raro che sia l'aggressore a dover affrontare quelle peggiori.

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Indice dei contenuti:

Liberarsi dalla violenza

Quando siamo bambini e il nostro corpo è usato come un contenitore di dolore e abuso, una delle conseguenze più devastanti è che più avanti nel tempo ci sentiremo programmati a tollerare il dolore e ad aspettarci violazioni.

Ci aspetteremo che i nostri limiti non abbiano alcun significato. Così, quando i limiti già indeboliti vengono infine violati, incolperemo noi stessi.

Ci sentiamo come se ogni riferimento alla violenza subita sia solo una scusa per evitare di affrontare le conseguenze delle nostre azioni e dei nostri fallimenti. 

Ma questo gioco mentale è deliberato. Migliaia di anni di violenza sistemica non sono casuali. È solo un altro modo per convincerci a portare un dolore che non ci appartiene e trasformarci in topini ubbidienti con un colpo di bacchetta. Bibbidi bobbidi bu!

La Legge del tre è più una dichiarazione di intenti che la descrizione di una verità universale; è l'impegno a vivere COME SE le nostre azioni tornassero a noi. Un impegno a portare il nostro dolore e tramutarlo in qualcosa che rende il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. 

La strega non si tira mai indietro, si assume la responsabilità del proprio dolore e della propria esperienza e utilizza la magia per concimare la sua sofferenza, trasformandola in qualcosa di nutriente, che porta in vita il mondo intorno a lei. 

Ovviamente questa intenzione è un ideale e nemmeno le streghe più potenti che conosco sono in grado di comportarsi sempre in accordo con la Legge del tre.

Non nasciamo già informati su come fare questo lavoro, ma se ci mostriamo coraggiose, a volte le nostre guide e le nostre insegnanti emergeranno da luoghi inaspettati.

Medusa

Al crepuscolo mia sorella ed io stavamo sdraiate sul nostro letto a castello, mentre fuori dalla finestra i grilli frinivano tra i ciuffi di erba appena tagliata e l'aria diventava umida. 

A quel tempo sembravamo gemelle, la pelle annerita dal sole e segnata dalle linee bianche dell'abbronzatura, come se i nostri costumi fossero fatti di nastro adesivo. Andavamo a letto ancora umide dopo il bagno, i capelli gocciolanti e schiariti dal sole con striature verde cloro. Le note di Star Trek si affievolivano con il russare di mio padre dall'altra parte della parete in soggiorno e ci trovavamo esauste, per via delle giornate passate a scorrazzare in bicicletta intorno all'isolato e a fare pupazzi con i palloncini in biblioteca.

Come la maggior parte dei bambini, mia sorella ed io chiudevamo sempre completamente lo sportello dell'armadio prima di andare a dormire, ma più di una volta il mattino dopo lo trovammo aperto.

Una notte tardi si aprì con uno scatto, preceduto da un sibilo. 

"Kristin, Kristin", sussurrai a mia sorella dal letto di sotto. 

Nell'oblò nero dell'armadio c'era un'ombra, una donna dagli occhi rossi fiammeggianti e una corona di serpenti che si contorcevano. Alzò la mano. Una benedizione? Un saluto? Una maledizione?

Quella notte mi chiamò a sé. Era Medusa, mostro dalla testa di serpenti della mitologia greca, Signora delle ombre, guardiana oscura e incarnazione della regina degli inferi.

Me ne stavo sul letto, sbigottita, immobilizzata, come i pesci gatto che mio padre gettava ancora vivi nel nostro orto, dove marcivano e diventavano fertilizzante.

Alla fine Medusa svanì. Forse era stato un sogno.

La mattina dopo mia sorella disse di averla vista anche lei.

Reali o frutto dell'immaginazione, gli spiriti che ci fanno visita durante l'infanzia hanno un significato. Medusa venne per un motivo: in gioventù sarebbe stata la mia guida negli inferi.

Per molte di noi streghe eroine, la prima volta che entriamo negli inferi non è per nostra scelta. Veniamo trasformate in mostri, denigrate ed abbandonate.

Medusa fu la mia guardiana, il mio mostro, la mia guida, ma impiegai  anni a capire che nel veleno della sua corona di serpenti c'era una medicina potente.


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