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Difendersi dal condizionamento mentale

Pubblicato 2 anni fa

La fabbrica della manipolazione

L'arte del controllo ha finito per divenire una vera e propria "scienza della manipolazione" che riesce a influenzare in modo sempre più sofisticato e capillare comportamenti e modi di essere, a volte senza nemmeno dover fare uso della coercizione fisica (pensiamo al fenomeno degli spin doctors).

Lo scopo è quello di manipolare l'opinione pubblica e in particolare coloro che sono considerati "semplici spettatori", ossia quel gregge (noi, il popolo) che va orientato nelle proprie scelte in modo che non esprima il proprio pensiero in modo libero e critico.

Infine, l'attuale erosione progressiva dei principi democratici sostituiti con dispositivi basati sul biopotere e sulla biosicurezza democratici, mostrano come la tecnocrazia stia sfruttando come un'opportunità l'ennesima crisi (questa volta la pandemia da Covid-19) per stravolgere la società e attuare una rifeudalizzazione della stessa, arrivando persino a leggittimare la censura e la patologizzazione del dissenso.

Si sta così realizzando il sogno delle élite mondialiste: dividere la società in due livelli, da una parte il potere detenuto da una ristretta cerchia tecno-finanziaria di super ricchi; dall'altra la "massa" sempre indistinta di individui sempre più poveri, soli, senza legami e senza radici, facili quindi da sfruttare e controllare per il governo globale sempre più post-umano che si sta costruendo.

Costoro, tramite la tecnica del Divide et Impera, vengono inoltre invitati a innescare un conflitto sociale orizzontale, facendosi guerra tra loro, in modo da arrivare a svolgere le funzioni della psicopolizia orwelliana: disprezzo sociale, delazione, persecuzione di chi pensa in modo critico, censura e autocensura.

Oggi, più che mai, è evidente che il potere teme un contagio pericolosissimo per il mantenimento dello status quo: il contagio delle idee, attraverso l'esercizio della coscienza critica.

Ciò che le élite, infatti, non possono tollerare è che esistano persone in grado di pensare in modo libero, critico e autonomo, e che queste possano "infettare" il resto della popolazione, innescando una reazione a catena che potrebbe portare a mettere in discussione l'intero Sistema.

Per riconoscere e imparare a difendersi dai sempre più sofisticati strumenti di manipolazione, è necessario però imparare a pensare come il potere, acquisendo e studiando le tecniche usate per controllare le masse.

Dobbiamo inoltre essere consapevoli del fatto che siamo immersi nella propaganda e che, se non vogliamo ritrovarci in una società distopica come quelle immaginate da saggisti e romanzieri visionari, siamo ancora in tempo per "svegliarci" e riappropriarci del nostro futuro, sapendo che, citando Orwell, «vedere ciò che si trova davanti al nostro naso richiede un impegno costante».


E sia la libertà che la verità richiedono un impegno costante.


 

Indice dei contenuti:

La propaganda e la manipolazione dolce.

Plasmare l'immaginario dei cittadini per ottenere il consenso.



«Tutte le convinzioni, i costumi, i gusti, le emozioni, gli atteggiamenti mentali che caratterizzano il nostro tempo sono stati in realtà programmati al solo fine di sostenere la mistica del Partito e di impedire che venga colta la vera natura della società contemporanea». George Orwell, 1984


Chi controlla le menti, controlla il potere.

Quale dominio può essere più forte, capillare e apparentemente inattaccabile, di quello che si esercita non tanto sui corpi, tramite la violenza e la coercizione, quanto sull'immaginario che guida e ispira la volontà di ognuno di noi?

Nessun tipo di potere ha mai potuto rinunciare del tutto a esercitare un qualche dominio sulla psiche dei suoi sottoposti: quella magica mistura di fascino e timore, di cura e paura, che suggestiona le menti e rende improbabile o persino indesiderabile qualsiasi tentativo di ribellione.

I governanti hanno infatti compreso che è più efficace esercitare la manipolazione "dolce" dei cittadini, plasmandone i desideri, i pensieri e orientandone le abitudini, anziché imporsi con la violenza e la repressione, minacciando castighi e infliggendo punizioni.

Penetrare nella psiche delle persone permette di convertire costoro riprogrammando la coscienza: si può, seguendo e applicando le giuste tecniche del controllo e della manipolazione sociale, ottenere dei risultati prestabiliti, convertendo l'opinione pubblica a qualunque scelta preordinata dal potere.

Riprogrammare le menti

Con l'avvento della moderna "società di massa", sempre più vasta e liquida, il potere ha dovuto esercitarsi su un numero indefinito di persone, spesso costituite da individui affettivamente soli e privi di punti di riferimento.

L'arte del controllo, pertanto, ha finito per divenire "scienza"; una scienza della manipolazione, anzi una ingegneria sociale, di sconcertante raffinatezza, che non si limita più a esercitare una mera suggestione o una superficiale "induzione al timore", ma che riesce efficacemente a influenzare comportamenti e modi di essere, a volte senza nemmeno dover fare uso della coercizione fisica.

Come vedremo, la propaganda e l'ingegneria sociale non servono solo a plasmare e controllare l'opinione pubblica e a eterodirigere il consenso, ma tendono anche a creare un essere umano "intercambiabile" e "unidimensionale", come spiega il filosofo francese Michel Onfray in Teoria della dittatura, «un uomo cioè che pensa come tutti gli altri, agisce come tutti gli altri, gode come tutti gli altri e riflette come tutti gli altri».

Un clone tra i cloni che sia talmente svuotato e spersonalizzato da essere stato riempito dalla propaganda e dai mantra del Sistema, esattamente come succede a Winston Smith - il protagonista del capolavoro distopico orwelliano - alla fine del processo di rieducazione in. 1984: dopo l'indottrinamento e le torture nella stanza 101, il nostro finisce per "amare" il Grande Fratello, ossia per abiurare ai propositi sovversivi e per diventare uno tra i tanti, un membro "intercambiabile" del Partito.

Agire nell'ombra

La coscienza della maggior parte delle persone rifiuta l'idea che un potere esterno possa avere un tale ascendente sulle proprie scelte da poterle condizionare sensibilmente: molti, infatti, potranno forse accettare l'idea che un potere intrappoli i corpi con la violenza, o al limite che possa condizionare certe scelte superficiali inerenti alla sfera economica o a quella dei gusti, ma ammettere che "qualcuno" possa indirizzare il modo di pensare di interi gruppi umani, modificare il "sentire" di intere generazioni o persino generare modelli di pensiero e influenzare le scelte morali o etiche, questo istintivamente appare impossibile nella misura in cui ci ripugna.

Invece, al contrario di quello che riusciamo o vogliamo ammettere, oggi, anche nelle democrazie occidentali, gli sforzi del potere sono diretti al controllo della mentalità di massa con un livello di priorità identico, se non maggiore, dello stesso controllo esercitato sulla macchina militare o sulle risorse economiche.

Come vedremo, questo controllo ha subito una vera e propria accelerazione durante la pandemia con la creazione di uno "stato di paura" e con la graduale legittimazione morale di misure liberticide.

Il potere presente nelle moderne società democratiche, a differenza di quello dei secoli passati, risulta efficace soprattutto se rimane "nell'ombra", palesandosi il meno possibile, come dichiarava già nel XIX secolo il primo ministro britannico Benjamin Disraeli:


«Il mondo è governato da tutt'altri personaggi che neppure immaginano coloro il cui occhio non giunge dietro le quinte»


Un potere che rimanga nascosto dietro le quinte, infatti, ha l'indubbio pregio di rimanere praticamente inattaccabile: dal suo rifugio segreto può serenamente contemplare l'alternarsi dei vari rappresentanti "eletti dal popolo" senza mescolarsi ad essi e, pertanto, senza dover subire il fatale tramonto che prima o poi accompagna la storia di ogni leader o partito.

Può anche, se vuole, favorire ora l'uno ora l'altro dei "poteri visibili" e persino, se lo ritiene necessario, favorire contemporaneamente due schieramenti apparentemente opposti che potranno così, più o meno incoscientemente, perseguire in maniera diversa l'unico fine a cui mira tale potere. In questo, peraltro esercitare una delle tecniche auree dell'ingegneria sociale: il metodo del Divide et Impera.

Un potere nascosto (o comunque non immediatamente identificabile dai più) ha inoltre la straordinaria possibilità di fare quello che nessun governo o potere visibile può compiere fino in fondo manipolare quasi alla perfezione i sentimenti e la mentalità di massa senza dare l'impressione di farlo; controllare i popoli penetrando nel loro immaginario.

Entrare nella mente dei cittadini, arrivando a svuotarle progressivamente per riprogrammarle e riempirle di contenuti specifici, in linea con il catechismo del potere, è il sogno ideale di qualunque governante.

La propaganda: Edward Bernays

Per manipolare e controllare l'immaginario delle masse, è fondamentale la propaganda. Nessun regime può infatti sostenersi senza di essa, così come, paradossalmente, le democrazie occidentali fanno ricorso proprio alla manipolazione capillare dell'opinione pubblica.

Nella società democratica, cioè, le opinioni, le abitudini delle masse vengono indirizzate, come spiegava il nipote di Freud nel 1928, Edward Bernays, - considerato il fondatore delle Pubbliche Relazioni da un «potere invisibile che dirige veramente il Paese».

Secondo Bernays, la propaganda è fondamentale per "dare forma al caos». Le tecniche usate dal potere per plasmare l'opinione pubblica sono state inventate e sviluppate negli anni, spiegava Bernays, «via via che la società diventava più complessa e l'esigenza di un governo invisibile si rivelava sempre più necessaria».

Bernays elaborò molte delle sue tecniche partendo proprio dallo studio dei lavori di Freud mettendole però al servizio della grande industria, della pubblicità e della nascente arte delle Pubbliche Relazioni.

L'intuizione vincente di Bernays fu, spiegava l'avv. Francesco Carraro, che «si poteva agire sulla porzione "abissale" della mente umana per prenderne al laccio i desideri inconsci, quelli più tenaci nell'indirizzare il contegno, le voglie e, in definitiva, anche le scelte apparentemente "razionali" dell'uomo e della donna moderni».


Affidandosi alla potenza delle emozioni, Bernays elaborò una metodologia per plasmare l'immaginario collettivo ed eterodirigerlo non solo verso scelte commerciali e pubblicitarie, ma anche politiche.


Si trattava in definitiva di "ingegneria del consenso", in quanto il nipote di Freud aveva compreso che la manipolazione poteva essere "ingegnerizzata", «cioè analiticamente studiata e soprattutto scrupolosamente applicata secondo protocolli razionali e scientifici così da amplificare al massimo grado la sua efficacia».

Pensiamo per esempio che Bernays fu il "genio" del marketing e riuscì, grazie all'applicazione di alcune tecniche, a convincere le donne a fumare le sigarette e gli americani ad adottare la tipica colazione a base di uova a pancetta.

In che modo?

Scoprilo leggendo, guardando, ascoltando questo libro in 4D per resistere alla dittatura del pensiero unico e tornare a esercitare la propria coscienza critica.


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Recensioni dei clienti

Barbara T.

Recensione del 16/10/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 16/10/2025

Oggi è indubbiamente più chiaro anzi lampante che ci sia qualcuno che tira le fila delle nostre esistenze a suo/loro piacimento solo per il potere e i soldi, ma credo ci sia sempre stato nel piccolo così come nel grande e a oggi il mondo intero. Grazie per questo illuminante estratto.

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