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La deumanizzazione in corso

Pubblicato 3 anni fa

Leggi l'introduzione del libro "Totalitarismo Digitale Globale" di Giorgio Matteucci

L'esigenza di scrivere il presente libro è nata alla fine dell'estate 2021, a conclusione di due mesi in cui i media si sono scatenati senza alcun tipo di freno inibitorio contro una particolare categoria di cittadini, quelli che rifiutavano di sottoporsi al vaccino per il Co-ViD-19.

Alla categoria mediatica dei cittadini "no-vax" è stato augurato, tra le tante cose, di morire, di essere ridotti in poltiglia verde, di essere sfamati con il piombo, di essere chiusi in camere a gas o, in alternativa, più bonariamente, di vivere come sorci, di essere deportati su treni appositi, di essere apertamente discriminati ed è stato consigliato di sputare nel loro cibo. In deroga ad ogni principio etico e morale virologi, giornalisti e politici a reti unificate, senza alcuna forma di censura, si sono scagliati all'unisono in una tanto sconcertante quanto pericolosa operazione mediatica di deumanizzazione.

Nella storia, le operazioni di deumanizzazione hanno sempre ed inevitabilmente portato a catastrofi umanitarie.

Il genocidio degli ebrei è stato accompagnato dalla propaganda nazista, che li ritraeva come scarafaggi, parassiti, topi voraci e come i responsabili di cospirazioni. In Ruanda, il terrificante genocidio avvenuto tra l'aprile e il luglio del 1994, che portò allo sterminio di 500.000 persone, è stato accompagnato dalla propaganda promossa dalla Radio Télévision Libre des Milles Collines, che incitava a "seviziare e ad uccidere gli scarafaggi tutsi". Durante la guerra del Vietnam, i soldati statunitensi massacrarono, torturarono e stuprarono la popolazione di "musi gialli" a My Lai, composta da civili inermi, donne e bambini. E ancora, nella guerra in Irak, il popolo Yazida è stato sottoposto a genocidio sotto l'epiteto di "hajis", "teste di straccio".

La psicologia sociale ha studiato le funzioni delle operazioni di deumanizzazione. Questo è il costrutto fondamentale per comprendere la "disumanità umana nei confronti dell'uomo".

Simili operazioni di deumanizzazione sono sempre state il sintomo, il segnale evidente della costituzione di regimi totalitari. Perché questa volta le cose dovrebbero stare diversamente?

Sicuramente la campagna mediatica di deumanizzazione nei confronti dei no-vax non porterà a genocidi come quelli della storia recente ma, altrettanto sicuramente, ha consentito che nell'opinione pubblica si radicasse l'acritica accettazione che ai cittadini possano essere tolti diritti e libertà "prepolitici", costituzionalmente garantiti.

A coloro che rifiutano di scaricare un Certificato Digitale con codice Qr è preclusa qualunque attività lavorativa ed è, pertanto, preclusa la possibilità di mantenere in vita se stessi e la propria famiglia. A nessun crimine del nostro ordinamento corrisponde una pena tanto dura. A qualunque carcerato sono garantiti, perlomeno, tre pasti al giorno.

Mentre assistevamo all'escalation di deumanizzazione mediatica, mi riveniva in mente la domanda che lo psicologo Stanley Milgram si era posto di fronte all'Olocausto. Come è stato possibile arrivare sino a questo punto?

Una simile violenza contro cittadini, che, peraltro, non hanno commesso alcun crimine, non può essere giustificata per meri motivi di salute pubblica.

I primi sospetti relativi al fatto che, con la gestione della pandemia da CoViD-19, la società stesse andando verso una sua pericolosa riorganizzazione complessiva, mi vennero già nel marzo 2020, quando, dal giorno alla notte, la Scuola Pubblica italiana, abbandonando ogni tabù, si affidò con piena fiducia alla piattaforma per la didattica a distanza della multinazionale americana Google, società al centro di una incredibile serie di critiche relative a problemi di elusione fiscale aggressiva, censura dei risultati di ricerca, violazione della privacy, uso improprio e manipolazione dei dati, consumo energetico dei server, monopolio, pratiche anticoncorrenziali e altro ancora.

Senza paura, da subito, la Scuola Pubblica italiana si è messa nelle mani del colosso hi-tech che aveva ricevuto il 20 marzo 2019 una multa di 1,49 miliardi di euro dalla Commissione Europea, il 21 gennaio 2019 una multa da 50 milioni di euro dall'autorità francese di regolamento dei dati, il 18 luglio 2021 una multa di 4,34 miliardi di euro dalla Commissione Europea, il 27 giugno 2017 una multa da 2,42 miliardi di euro dall'Unione Europea. A partire dal lockdown della primavera 2020 si è spianata la strada alla tele-didattica, allo smartworking e poi all'e-commerce, al delivery, al digitalbanking, al programma di cashless, alle app di tracciamento, alle rilevazioni biometriche tramite i termoscanner, alla sorveglianza dei droni e, da ultimo, all'imposizione coatta di un'Identità Digitale (green pass).

Grazie alla gestione della pandemia è stato possibile sperimentare tutte le potenzialità del tele-tutto e la riduzione radicale di ogni forma di privacy.

Con la gestione della pandemia è stato possibile portare avanti una Gleichschaltung digitale un coordinamento digitale di ogni aspetto della vita civile che vede nel possesso di una Identità Digitale universale il nodo centrale della cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale.

Le azioni dei vari governi, e di quello italiano in particolare, a giudizio di chi scrive, vanno lette come tanti tasselli di un puzzle volto a trasformare in modo autoritario la natura stessa della società nel suo insieme. Il tentativo fatto con il presente lavoro è quello di ricomporre, almeno parzialmente, questo puzzle.

La tesi centrale del libro è, pertanto, chiara.

La gestione della pandemia da CoViD-19 è stata strumentalmente utilizzata dai governi per imporre velocemente e aggressivamente alla società civile i piani di digitalizzazione previsti dalla Quarta Rivoluzione Industriale, i cui elementi fondamentali sono descritti dal presidente del Forum Economico di Davos, Klaus Schwab, almeno a partire dal 2016.

Il libro è suddiviso in tre parti.

Nella prima parte "Elementi di ingegneria del consenso" vengono esaminati, senza pretesa di esaustività, alcuni esperimenti e teorie di ingegneria sociale. Il Novecento è stato definito in molti modi, ma il Novecento è stato anche il secolo della propaganda. È stato il secolo in cui sono fioriti in tutto il mondo laboratori di psicologia sociale dove studiare i meccanismi del condizionamento, del conformismo, dell'obbedienza cieca e dell'acquiescenza. È stato il secolo dei think tank, di quei laboratori di idee dove studiare strategie di governance globale. Ed è stato anche il secolo dei romanzi distopici che descrivono come sia possibile imporre forme dispotiche e totalitarie di governo.

Nella seconda parte "La carta della coercizione come metodo di governo", vengono esaminate le misure di contenimento della pandemia alla luce degli otto principi funzionali ad ottenere acquiescenza, identificati dallo psicologo sociale A. Biderman. Straordinarie analogie vi sono tra i metodi con cui i carcerieri comunisti hanno manipolato la visione del mondo dei prigionieri americani durante la guerra di Corea e il modo in cui i governi hanno manipolato la visione del mondo dei propri cittadini durante la gestione della pandemia da CoViD-19.

Nella terza parte "La Gleichschaltung digitale" vengono esaminati alcuni aspetti di quella "uniformazione" digitale che sono stati sbloccati proprio grazie alla pandemia e alla sua gestione autoritaria. La pandemia da CoViD-19 ha consentito ad un insieme variegato di attori, che in modo approssimativo possiamo qui raggruppare nella sigla GAFAM di imporre la propria agenda ai vari governi occidentali, basata sulla richiesta di enormi finanziamenti per costruire nuove infrastrutture digitali e sulla richiesta di allentare le misure di protezione della privacy.

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