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La biologia delle emozioni

Pubblicato 3 anni fa

Leggi un estratto di "EMH - Emotional Memory Healing" libro di Francesca Ollin Vannini

Non possiamo più fare finta di niente: le nostre emozioni sono ormai diventate il fulcro delle problematiche fisiche, relazionali, mentali che influenzano la nostra vita e che possono sfociare anche in disagi importanti del corpo fisico, di cui spesso non comprendiamo i messaggi.

Oggi, sia la biologia che la fisica quantistica, o gli stessi psicologi, affermano l'importanza di imparare una buona gestione emotiva, in modo da poter comprenderne le dinamiche e andare oltre le dicerie giudicanti di giusto o sbagliato.

Tuttavia, la creazione di molteplici credenze relative alla modalità di gestire le emozioni, quasi esclusivamente in base ad un modello comportamentale accettato a livello sociale, ma non reale a livello umano, ha creato ulteriore separazione dentro e, quindi, fuori.

Quando sostenere un modello avviene per compiacere un ambiente, essere accettati, amati, riconosciuti e, di conseguenza, riempire i propri personali vuoti interiori, spesso inconsci, la maggior parte delle energie viene impiegata per continuare a mantenere colma una sensazione di vuoto interiore (così asseverata) da cui rifuggire in tutti i modi.

Nella attuale Società le giornate vengono riempite di lavoro e distrazioni assordanti, portandoci a perdere il contatto con le nostre profondità; siamo privi di momenti di silenzio o di riflessione per coltivare la relazione senza giudizio con noi stessi e da cui rifuggiamo, ma al primo stimolo ci sentiamo persi, sofferenti e il dolore sembra insostenibile. Allora, cerchiamo dei palliativi, ognuno a proprio modo, per anestetizzare e uscire da quel momento, per farlo finire in fretta, senza accorgerci che è l'unico momento VERO e che ci sta aprendo una porta importante.

La nostra Società è malata e non può sopravvivere così. La maggior parte delle persone assume tranquillanti, sonniferi, psicofarmaci, antidepressivi, inibitori dell'umore.

Dove stiamo andando? Ci stiamo letteralmente snaturando.

Abbiamo bisogno di tornare VERI, verso noi stessi in primis. Abbiamo bisogno di coltivare il cuore, dato che la maggior parte dei problemi nasce da un'assenza di cuore. Abbiamo bisogno di riconoscerci come siamo veramente, di ricordare chi siamo e smettere di avere paura di attraversare quei bardi che la vita stessa, per essere umani, ci mette davanti.

Questa tecnica vuole ricordarci a ricordare come andare in questi abissi.

Le emozioni sono uno strumento davvero potente. Siccome viviamo nella dualità, esse possono realmente portarci in meandri di terrore, farci toccare abissi di paura e radicarsi nel corpo così tanto, da incarnarsi come patologie più o meno gravi.

Le ferite fisiche, infatti, servono ad esperire il nostro disagio interiore, spesso senza la consapevolezza di ciò che sta accadendo.

Le emozioni possono anche diventare la via della trasformazione più esaltante se le ascoltiamo, se decidiamo di scegliere la strada dell'apprendimento del loro linguaggio e dei suggerimenti che ne derivano per affrontare il cammino che ci vogliono indicare.

Del resto, sono le ferite emotive che ci danno questa possibilità: si attivano in risposta a sollecitazioni di memorie che portiamo scritte a livello cellulare, donandoci così l'opportunità, ogni volta, di esaminare parti di noi, di vedere meglio nel profondo, di entrare costantemente ancor più dentro di noi.

Per quanto difficile da accettare, le persone che ci aiutano a farlo, anche se ci fanno male (o almeno questa è la nostra percezione) sono una benedizione. Esse sono uno specchio di qualcosa che parla di noi, della nostra storia, del nostro passato e a cui siamo molto affezionati perché, anche se talvolta doloroso, lo conosciamo e ci sembra familiare.

La sensazione di familiarità sarà, però, proprio ciò da cui allontanarsi e si tratterà di un passaggio non privo di sofferenza, perché scegliere qualcosa di diverso dal conosciuto risuona nella carne. Per questo ho parlato di lacerazione.

Il cordone ombelicale, la cui recisione è problema per l'umano nell'intera esistenza, se da un lato ci radica nella materia densa e ci permette di essere umani (la nostra radice sulla terra), dall'altro, se non unito e integrato allo Spirito, alla nostra parte più profonda, diventa una vera limitazione.

Può accadere di passare la vita a ripetere e ricercare i riflessi di persone e situazioni a noi familiari ovunque. L'inconscio funziona così, in un continuum, vede tutto unito, mai separato. Ma se non entriamo nel suo linguaggio, non impareremo mai a comprenderlo veramente e ci perderemo un pezzo di vita, forse il pezzo più grande.

L'impavida sfida a cui siamo chiamati è sicuramente smettere di aver paura di sentire. Accettare che il dolore è parte della vita, che è qualcosa da cui non possiamo fuggire e continuare ad alleviarlo o rimandarlo peggiora la nostra situazione interiore.

Posso dirlo sia per esperienza personale, sia perché è argomento di molti studi.

Quando accumuliamo troppe tematiche irrisolte e procrastiniamo l'affrontare la nostra interiorità, come può la vita rispondere in modo fluido e limpido?

Siamo noi che rimandiamo fuori una informazione che si traduce in frequenza (come tutti gli esseri) e l'universo risponde a questa informazione propagandone una opposta e di pari intensità.

Non siamo noi a far giustizia nel Mondo, ma la vita stessa, che soggiace a leggi universali e sa equilibrare le polarità nel piccolo come nel grande.

Esiste una dose di libero arbitrio in tutto ciò che viviamo, ma la acquisiamo solamente quando ci permettiamo di penetrare tutto ciò che siamo senza nulla togliere, nascondere, evitare.

L'ombra dipende da noi. Siamo noi responsabili di ciò che mandiamo fuori, di ciò che nascondiamo dentro e quindi, per principio di polarità, proiettiamo all'esterno sugli altri.

Questo è un passaggio fondamentale, la prima regola per lavorare su di sé e va assiduamente praticata.

Alla parte cognitiva serve sicuramente una parte pratica che ritengo essere la principale.

Iniziamo allora dal comprendere come sono fatte le emozioni dentro di noi.

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