L'orto sulla via di Damasco
Pubblicato
4 anni fa
Leggi un estratto da "Mi chiamo Matteo e faccio il contadino" e scopri alcuni consigli sparsi su come iniziare un orto
Questo è un argomento sterminato, complesso e pieno di variabili, che in poche parole mi spaventa un po'. Per certi versi è come riassumere in un capitolo tutto ciò che ho fatto e faccio, quello che devo ancoro fare e mettiamoci pure dentro ciò che non riuscirò a fare pur volendo.
E forse è giusto cominciare proprio dalla paura che dobbiamo superare nel fare il primo passo. Tramutiamola in sano rispetto per la materia, uno scienza studiata e perfezionata fin dai vecchi tempi della Mesopotamia, un sapere che non sarà mai padroneggiato da un solo uomo, ma proprio per questo (e qui viene il bello) appartiene all'intera umanità - come il famoso piccolo passo di Neil Armstrong sulla Luna.
Bene, questa devozione al tema non deve paralizzare, anzi è più semplice di quello che sembra, perché è naturale, perché è qualcosa che abbiamo dentro e dobbiamo solo riscoprire.
Per cui il mio primo consiglio è doppio, come un Giano bifronte: da una parte andare e fare, sporcarsi le mani senza troppi pensieri; d'altra progettare, perché serve una bussola per muoversi in questa giungla.
Dobbiamo sapere di andare incontro a un contesto in cui la sinergia regna sovrana: ogni elemento collabora, non esiste il singolo ma un'area che funziona come un sistema. All'interno di un orto si può parlare addirittura di microclima, insomma è come creare un piccolo mondo. Questo vale anche per gli sbagli: non bisogna soffermarsi su singole voci ma collocare ogni tessera in un mosaico più ampio.
Ci sono ovviamente tanti, tantissimi aspetti pratici, un'infinità di trucchi e un bagaglio di saggezza popolare più capiente dello borsa di Mary Poppins. Non possiamo pretendere di impararli tutti insieme, ma dobbiamo predisporci ad acquisire passo dopo passo, errore dopo errore, una nuova consapevolezza: quella di essere parte della natura e di camminare con lei.
Il consiglio numero uno/bis è di non fare il passo più lungo della gamba: il primo anno, che di certo sarà fisiologicamente pieno di sorprese entusiasmanti, deve essere visto come una sorta di autoeducazione, la prima pietra di una nuova cattedrale per il nostro spirito.
Dobbiamo ripeterci che non stiamo correndo i cento metri ma una maratona. Ho visto troppa gente mollare dopo una partenza lanciata, per cui la prudenza mi sembra la chiave: procediamo piano ma non torniamo indietro... è meglio che fare la sparata e poi abbandonare.
Quindi partiamo con quattro ortaggi, pochi ma fatti bene. Suggerisco insalata, pomodoro, zucchine e un jolly a vostra scelta.
L'insalata è un mondo da scoprire, ce ne sono tantissime varietà ed è un tipo di coltivazione che può dare soddisfazioni fin da subito, fa bene al morale; del pomodoro parlo di continuo e le zucchine, purché concediate loro il dovuto spazio, vi daranno altrettanto gioia e un grande piacere, ma sono anche molto esigenti, davvero una buona palestra.
Per quanto riguarda il jolly io direi di evitare le carote, che sono spesso una solenne delusione, hanno bisogno di un terreno morbido e sono lentissime a svilupparsi, insomma visto anche il costo piuttosto basso, la cosa migliore è continuare per il momento a servirvi dal vostro ortolano di fiducia. Pure le patate presentano parecchie problematiche, perciò cimentatevi solo se conoscete qualcun altro in zona che le fa con profitto.
Questo principio è comodo per quanto intuitivo: informatevi presso eventuali vicini di orto sulle verdure che riescono meglio e soprattutto su quelle che proprio non funzionano; è inutile andare allo sbaraglio con le vostre (prime) armi dove ha fallito qualcuno più esperto di voi!
Non pensiate che questo limite numerico sia troppo severo, vi aiuterò a concentrare meglio le energie, avrete la testa per starci dietro e studiarvi bene le caratteristiche delle vostre creature e anche la programmazione ne gioverà.
Per quanto riguarda gli strumenti siete liberi di sbizzarrirvi, ma se volete un kit base sappiate che non vi possono mancare vanga, zappa, forca, rastrello e cesoie. Il resto potrete anche scoprirlo di pari passo con le vostre necessità.
Cogliete l'occasione per procurarvi quattro sacchi di terriccio, un bel concime biologico pellettato o granulare - l'importante è che sia a lento cessione, il che vi darà molti vantaggi sia nella facilità di uso sia nei risultati.
Già che ci siete, anche se questo non è ancora il momento di farne uso, procuratevi fin da subito l'amica geniale che vi aiuterà nel momento del bisogno, quando il panico e l'angoscia verranno a bussare alla vostra porta (succederà, vi avverto): la zeolite cubana.
Si tratta di un prodotto naturale e non dannoso - è una polvere di roccia di origine vulcanica - che può essere diluita in acqua e spruzzata sulle piante, utile ad allontanare parecchi insetti dannosi come cimici, afidi e cavolaia, o a prevenire peronospora, oidio, ticchiolaturo e altre malattie fungine con la sua capacità di assorbire l'eccesso di umidità sulle foglie. Oltretutto la zeolite non è tossica per l'uomo, è consentita anche nell'agricoltura biologica, non richiede competenze specifiche o patentini per l'uso e, pur agendo su un ampio spettro di problemi, non ha l'effetto collaterale di danneggiare altri organismi nostri amici presenti nell'orto, cosa che avviene con tanti prodotti anche naturali.
Per esperienza vi dico che conviene averla già sottomano in modo da poterla usare tempestivamente alle prime avvisaglie di problemi ed evitare la dolorosa scelta tra la perdita di piante e l'uso di artiglieria pesante, come trattamenti d'emergenza che spesso rischiano di essere inquinanti e dannosi.
Dunque, con questo equipaggiamento leggero potete dedicarvi alla preparazione del terreno.