L'Italia del 5G
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4 anni fa
Leggi un estratto da "#stop 5G" di Maurizio Martucci per scoprire quali lati oscuri ti riserva il futuro digitale
Due domande: cos'è il 5G? Ma soprattutto, il 5G è un obbligo di legge?
Rispetto alla prima, una definizione in letteratura scientifica la danno i ricercatori Esra Neufeld e Niels Kuster: più dati, più velocità di trasmissione, più connessione, sono queste le potenzialità e il potere nel nuovo uso del wireless.
«La quinta generazione di tecnologia di comunicazione senza fili (5G) promette di facilitare trasmissione a velocità di trasmissione dati fino a un fattore 100 volte superiore al 4G. A tal fine, maggiore frequenze (comprese le bande di onde millimetriche), schemi di modulazione a banda larga, e quindi saranno impiegati segnali più veloci con tempi di salita e discesa più rapidi, potenzialmente in combinazione con funzionamento ad impulsi per l'accesso multiplo nel dominio del tempo. Il 5G è progettato come un onnipresente sistema di comunicazione che abbraccia applicazioni quali dati mobili ad alta larghezza di banda e telefonia, comunicazione in tempo reale da macchina a macchina (ad esempio, mobilità autonoma), e la internet delle cose (loT)»
L'Unione europea chiarisce poi che nella gigabit society i device potranno interagire «con la realtà con velocità di reazione addirittura sovraumane: si passerà da latenze in decine di millisecondi a latenze di 4 o 5 millisecondi, in alcuni casi addirittura di 1 o 2 millisecondi, di molto inferiori quindi alle reazioni umane (un cervello umano ad altissimo quoziente intellettivo e molto allenato, riesce a percepire con 5-6 millisecondi di latenza)».
Rispetto al secondo quesito, cioè se l'adozione del 5G è resa obbligatoria per legge, migliore risposta non poteva darla proprio l'Europa.
Rifacendosi alla dichiarazione d'intenti sottoscritta in Estonia nel 2017 dai Ministri della competitività e delle telecomunicazioni del Consiglio dell'Unione Europea29, Thierry Breton - Commissario al mercato interno - in una nota al Parlamento del 17 marzo 2020 chiarisce ogni dubbio, affermando che l'adozione del SG non è affatto un obbligo di legge, per nessuno degli Stati membri, basandosi il progetto esclusivamente su impegni politici, cioè su una volontà strategica di opportunità economica priva di radicamento giuridico. Il chiarimento arriva dall'interrogazione parlamentare presentata dall'eurodeputato croato Ivan Vilibor Sincic, impegnato nella difesa della salute pubblica contro i pericoli del wireless, che si chiede come mai, se non è legge, allora tutti gli europei si ritrovino costretti a subirlo pure senza aver fornito il proprio consenso.
«La Dichiarazione ministeriale "Rendere il 5G un successo per l'Europa" chiede di sostenere gli obiettivi per rendere il 5G un successo per l'Europa» afferma Breton. «Si tratta di impegni politici a sostegno degli obiettivi, ad esempio rendendo disponibili le frequenze e garantendo l'interoperabilità, che in quanto tali non rappresentano un obbligo legale».
Questo passaggio viene ripreso in Italia da Franca Biglio, che manifesta le preoccupazioni dei primi cittadini italiani allarmati per l'imposizione di una tecnologia priva del cosiddetto rischio zero. Testimone di una conversazione con il presidente dell'AssTelecomunicazioni, il ramo di Confindustria delle aziende per telefonia fissa, mobile e SG, il S novembre 2019 la Biglio (presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni d'Italia, ANPCI) dichiara nell'Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati: «Ricevo una telefonata da Pietro Guindani, presidente AssTel, poi lo incontro a Grinzane Cavour, ho avuto con lui un colloquio commerciale, perché loro vendono un prodotto. Voleva condividere con me una lettera che ha poi mandato a tutti i sindaci, spiegando una cosa importante: il servizio 5G non è una sperimentazione, ma una offerta commerciale»
Quindi nonostante l'internet delle cose non sia un obbligo di legge ma un'offerta commerciale avallata sia dalla politica internazionale che da quella nazionale, con l'avviso pubblico del 16 marzo 2017 il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) apre le porte al 5G in Italia, recependo le linee guida della Commissione Europea intitolate "Il 5G per l'Europa: un piano d'azione". Preceduta solo da un'indagine conoscitiva per lo sviluppo di sistemi mobili e wireless e l'utilizzo dello spettro sopra i 6 GHz, si tratta della prima gara bandita in Italia per l'infrastruttura tecnologica e i servizi pensati per la «procedura per l'acquisizione di proposte progettuali per la realizzazione di sperimentazioni pre-commerciali» il viatico che, di fatto, offre alle Telco la possibilità di sperimentare il 5G fino al 2021 nelle prime cinque città individuate in tre precise aree geografiche:
- area 1: Milano, area metropolitana;
- area 2: Prato e L'Aquila;
- area 3: Bari e Matera.
L'Italia entra così nel nuovo futuro digitale. «Parte oggi il processo di sperimentazione del 5G in Italia, inizia il cammino per dotare l'Italia di una tecnologia per reti mobili di V generazione. Il 5G non è semplicemente un'evoluzione del 4G, ma è una piattaforma che apre nuove opportunità di sviluppo. Si tratta di una tecnologia abilitante per servizi innovativi che cambieranno profondamente, ad esempio, il modo di vivere e di spostarsi dei cittadini o il modo stesso di produrre da parte delle imprese».
Ma perché proprio queste città? Con quali criteri sono state individuate? Proviamo a cercare alcune risposte dopo i seguenti box di approfondimento.
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