L'insegnamento di Vita del popolo Lakota
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1 anno fa
Dalla separazione alla consapevolezza che tutto è Uno
Per i Nativi americani non esiste separazione fra il regno vegetale, minerale, animale, da quello degli esseri umani.
"Oyate" è una parola della lingua dei Lakota sioux che vuole dire "popolo". Ma non è legata al solo contesto umano. "Oyate", infatti, è anche il popolo dei quadrupedi, degli esseri "alati", di quelli striscianti, degli insetti, dei pesci che nuotano nel mare, del mare stesso, delle stelle che brillano nel cielo, degli alberi, di ogni tipo di vegetazione. Ed è anche il vento, la neve, la poggia, le nuvole, le pietre, le montagne, ogni ramo della Creazione, di cui noi esseri umani non siamo che uno degli infiniti anelli.
E poiché ogni aspetto della Creazione è opera del Creatore, in esso è racchiusa una parte del suo spirito, visto che il Creatore è presente in ogni cosa. Per i Nativi americani non ha senso separare il regno vegetale, minerale, animale, da quello degli esseri umani; e, peggio ancora, pensare che l'uomo debba considerarsi superiore a tutto ciò che non cammina su due gambe, che non ha il dono della parola, o che non possiede la capacità di costruire sofisticati manufatti. Questo perché il Grande Spirito non ragiona per categorie: bello- brutto, alto-basso, buono-cattivo, uomo-donna, intelligente-stupido, e via dicendo, bensì in termini di diversità. Diversità che tutte insieme sono il frutto del suo amore per noi su questa terra e ovunque, visto che casa nostra è l'intera Creazione.
La separazione degli occidentali dal mondo della natura
Basterebbe porci questa semplice domanda: perché l'uomo occidentale si allontana sempre più dalla natura, mentre il Nativo americano, l'aborigeno australiano, l'indigeno delle foreste pluviali dell'Amazonia continua ad essere legato a Madre Terra? Per la semplice ragione che noi uomini occidentali abbiamo un pensiero logico-analitico, al contrario dei cosiddetti popoli arcaici, gli "altri" che non sono noi, che hanno un pensiero olistico-sintetico.
La Bibbia, tanto per citare un libro a noi tanto caro, descrive la nostra mente come simbolicamente divisa in dieci sfere, alla cui sommità si trova la "kether", la "corona", a loro volta divise in una "via di sinistra", ovvero la "forma passiva", corrispondente all'intelligenza, la giustizia, la logica, la matematica, la scrittura, la religione, la separazione; e nella "via di destra", la "forma attiva", vale a dire: la sapienza, la grazia, la bellezza, la poesia, la musica, l'immaginazione, la spiritualità, l'unione.
L'uomo occidentale usa prevalentemente la "via di sinistra", la fredda logica che tutto separa e divide in opposti; l'uomo arcaico usa invece la "via di destra", che vede le varie manifestazioni della realtà correlate tra loro. Il che lo porta a un'intuizione formidabile: che non solo tutto è correlato quaggiù, ma anche che il "quaggiù" è correlato al "lassù".
Per meglio dire: che tutto quello che si trova sulla terra è nelle stelle, e tutto quello che si trova nelle stelle è pure sulla terra. Ermete Trismegisto solleva dire in proposito: "Così sotto come sopra".
Così, nelle Grandi Pianure del Nord America, i Lakota sioux si resero conto che le costellazioni del cielo corrispondevano esattamente alle "Paha Sapa", le cosiddette "Colline Nere" del Sud Dakota, che pertanto divennero il "tempio" che la Creazione aveva concepito in terra. Il cielo si muoveva attraverso le costellazioni sull'ellittica in senso antiorario; allo stesso modo i Lakota si spostavano in terra in senso orario attraverso le "Colline Nere". A quel punto, strettamente "imparentati" con il "Sopra", essi si trovavano a percorrere la "Strada Rossa", il sentiero della perfetta spiritualità. Il monte Harney Peak veniva considerato la fedele riproduzione delle Pleiadi in terra.
Pertanto, all'entrare del Sole ad ogni primavera in tale costellazione, i Lakota si recavano sul Harney Peak dove tenevano una sacra cerimonia che simultaneamente si sarebbe tenuta nel mondo di "Sopra". Perché l'aspetto più sublime del sentirsi "imparentati" col cielo è il fatto di sapere che allorché quello che accade nel mondo delle stelle viene fatto contemporaneamente sulla terra, allo stesso modo, nello stesso luogo, e allo stesso tempo, si verifica quella che viene detta "ierofania", ovvero il trasferimento quaggiù di quanto accade lassù, il che permette all'uomo di armonizzarsi col volere del Grande Spirito.
Seguire la strada rossa
La Creazione diviene pertanto il palcoscenico sul quale il "Sopra" e il "Sotto" si fondono, essendo il mondo fisico il riflesso di quello spirituale. La "Strada Rossa" è dunque il sentiero che conduce al vero vivere che solo si può acquisire se resta acceso quel senso di unità e di armonia col Tutto. Frank Fools Crow, il grande "wicasa wakan", "uomo sacro" dei Lakota, spiegava tale concetto con le parole: "vedere con la mente, toccare con gli occhi, decidere col cuore". Usare la mente per vedere oltre il nostro sguardo così da comprendere veramente la realtà che ci circonda. Toccare ogni cosa con gli occhi così da riuscire a esprimere il sentimento della dolcezza e dell'amore: piangere per esempio per la sorte di un nostro simile così da comprendere cose che altrimenti le parole non saprebbero esprimere. E decidere infine col cuore, così che i nostri giudizi non siano mai troppo duri. Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce, il cuore compartecipa del dolore come della felicità degli altri.
La "Strada Rossa" si ottiene vivendo con umiltà, rispetto e amore verso ogni forma di vita, con un senso del sacro che il nostro modo di vivere ha perduto da tanto tempo.
Questo sentire la vita e vivere il sentimento i Lakota sioux lo chiamano "lakol wicoh'an", la "via lakota della vita". E non è certo un caso che la parola preghiera sia "wacekiya", "parlare coi parenti", visto che ogni aspetto della Creazione è "imparentato" con l'altro; né è un caso che alla fine di ogni preghiera vengano pronunciate le parole "mitakuye oyasin", "a tutti i miei parenti": non solo gli esseri umani ma, come dicevamo prima, pure i quadrupedi, gli "alati", gli esseri striscianti, gli insetti, i pesci, la vegetazione, il mare, il vento, le nuvole... insomma, l'intera Creazione, di cui noi esseri umani non siamo che uno degli infiniti anelli.