L'asse intestino-cervello
Pubblicato
3 anni fa
Leggi un estratto da "Dimmi Cosa Mangi" di Blanca Garcìa-Orea Haro e scopri come il microbiota intestinale influenza le tue emozioni e la tua salute mentale
I microbi e le cellule nervose che abitano nell'intestino comunicano tra di loro e con il cervello in maniera bidirezionale mediante quello che viene definito l'asse intestino-cervello. In questo modo si mantengono reciprocamente informati sulla situazione ai due estremi dell'asse.
Il sistema nervoso enterico (la parte del sistema nervoso deputata al controllo dell'apparato digerente) è conosciuto come il «secondo cervello» perché è in grado di comportarsi come un'entità indipendente del sistema nervoso centrale, anche se si mantiene in costante comunicazione con quest'ultimo grazie ai sistemi simpatici e parasimpatici del sistema nervoso autonomo. Di fatto la rete di neuroni dell'intestino è molto estesa e molto complessa.
Il nervo vago è la via principale che collega i 100 milioni di neuroni del sistema nervoso enterico e la base del cervello nel midollo spinale. C'è un traffico costante di sostanze chimiche e ormoni che donno informazioni sul nostro stato: se abbiamo fame o meno, se siamo stressati, se abbiamo ingerito microbi che possono provocare malattie ecc.
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Serotonina e dopamina
La serotonina funziona come neurotrasmettitore nel cervello e nel sistema nervoso enterico. Circa il 90% della serotonina presente nell'organismo viene prodotta nelle cellule enterocromaffini della mucosa intestinale e dei neuroni del sistema nervoso enterico, così come il 50% della dopamina, un altro neurormone prodotto nelle cellule neuroendocrine dell'intestino; entrambe influiscono direttamente o indirettamente sulla modulazione del comportamento. Da qui deriva l'importanza della salute intestinale nei quadri di ansia, e depressione, nello stato d'animo in generale e nelle disfunzioni comportamentali.
La serotonina regola i livelli di felicità. Funziona come neurotrasmettitore legato a sensazioni di tranquillità, calma, benessere e rilassamento. Aiuta ad alleviare gli stati depressivi e l'ansia, regola il ciclo sonno-veglia, controlla la nausea, l'appetito, la sazietà, l'aggressività, la temperatura corporea e l'attività sessuale. I livelli di serotonina influiscono anche sulla peristalsi intestinale ed è tipico delle persone con un deficit di serotonina soffrire di stitichezza, oppure più raramente diarrea, nausea e sintomi legati alle emozioni. Il trattamento a base di modulatori del neurotrasmettitore serotoninergico, come alcuni antidepressivi, può essere consigliato a chi ha disturbi gastrointestinali come la sindrome del colon irritabile.
Il microbiota favorisce, tra le altre cose, il metabolismo della dopamina, il neurotrasmettitore associato all'allegria, all'apprendimento e alla ricompensa. In sintesi, ecco perché prenderci cura della nostra salute intestinale equivale a prenderci cura della nostra salute emotiva.
Ricordiamo:
I benefici della dopamina
- dopamina = euforia, piacere, la sensazione che si prova quando festeggiamo un successo o ci innamoriamo
- deficit di dopamina = mancanza di motivazione, di voglia e di energia, tendenza al pianto o all'emozionarsi, desiderio di dolce
- cibi che stimolano la dopamina:
- frutta secca come noci e mandorle
- semi di sesamo, di girasole e di zucca
- banana, mela
- cioccolato fondente >85%
- tè verde
- ma anche l'esercizio fisico e lo musica
I benefici della serotonina
- serotonina = tranquillità e buonumore, dormire bene, buoni livelli di autostima.
- quando gli ormoni sessuali (estrogeni) sono alti, anche la serotonina tende ad essere alta, ecco perché c'è una stretta correlazione tra la menopausa (minor quantità di estrogeni) e la depressione
- deficit di serotonina = impulsività, irritabilità, stitichezza, difficoltà a prendere sonno, voglia di dolce
- cibi che stimolano la serotonina:
- legumi
- kefir
- frutti rossi
- tacchino
- noci
- avena
- semi di sesamo e di chia
- avocado
Fame la mattina o il pomeriggio?
Durante il pomeriggio ci rilassiamo, lo stress diminuisce e l'organismo inizia a richiedere più energia; diminuiscono inoltre i livelli di serotonina e questo ci rende più impulsivi, ci fa mangiare cibi che stimolano lo dopamina, abbiamo bisogno di ricompense e abbiamo una maggior tendenza a consolarci con cioccolato o patatine fritte.
Il microbiota interviene anche nella liberazione di GABA (acido gamma aminobutirrico), un neurotrasmettitore fondamentale nella modulazione del comportamento. Studi hanno dimostrato che la somministrazione di batteri utili probiotici può modulare il sistema di regolazione del GABA ed essere utile nel trattamento della depressione e del controllo dell'ansia.
Non solo il microbiota influisce sulle funzioni cognitive come lo stato d'animo e la memoria, ma è anche il cervello a decidere quali microbi possono vivere nell'intestino. Controlla infatti la velocità con cui transitano gli alimenti e la quantità di muco che ricopre l'intestino, fattore fondamentale per sapere quali dei suoi abitanti prolifereranno e quali, privati della possibilità di alimentarsi e crescere, si estingueranno se questa mucosa fosse troppo sottile e scarsa.
Pensiamo con la pancia?
Di fronte a una situazione di stress si altera il movimento gastrointestinale e si rallenta o addirittura si blocca la digestione, di modo che il corpo possa far fronte alla minaccia incombente.
I microbi che si adattano meglio al nuovo transito intestinale più lento sono quelli che prolificheranno, mentre quelli che più dipendevano dalle condizioni precedenti diminuiranno; ciò significa che avverrà un cambiamento nel microbiota ed è quindi normale che ciò che digerivi senza problemi adesso possa provocare gonfiore, gas, feci molli...
Sappiamo che non è un caso se ci fa male lo stomaco, se abbiamo la diarrea o soffriamo di stitichezza quando ci troviamo sotto stress, o se siamo di cattivo umore quando soffriamo di problemi intestinali perché, di fatto, pare proprio che pensiamo con la pancia.
Tutte le sensazioni che proviamo, come le «farfalle nello stomaco» quando ci innamoriamo o «lo stomaco chiuso» quando siamo angosciati, tristi o frustrati non sono un caso. E non è un caso che si dica «farsela addosso dalla paura». A chi non è mai capitato, prima di un evento importante, di sentire l'impellente bisogno di andare al bagno per la paura? Si dice anche «ingoiare una sconfitta», per esempio. Le relazioni tra l'intestino e il cervello non sono semplici metafore perché alla fine, tramite l'asse che li unisce, le emozioni riescono davvero a influenzare il sistema digestivo, e viceversa.
Il cervello decide quali microbi possono vivere nell'intestino, ma numerosi indizi ci portano a ipotizzare che è vero anche il contrario. L'asse funziona in maniera bidirezionale. Quella vocina che sentiamo dentro di noi, quindi, quella che ci chiede di mangiare qualcosa di buono, arriva dalla mente o dai microbi che abitano nella nostra pancia? Prove scientifiche dimostrano che i batteri sono in grado di modificare la nostra linea di condotta e alterare il nostro comportamento.
Tutti i microbi crescono, imparano e si adattano. Una delle cose su cui possono esercitare controllo è il cibo che ci piace mangiare. I batteri vogliono sopravvivere e, per farlo, non si accontentano del cibo che gli arriva, ma ci chiedono di mangiare quello che è più nutriente per loro. Alcuni batteri si nutrono di zucchero, altri di grassi. Attraverso il nervo vago possono influenzare come ci sentiamo e quello che abbiamo voglia di mangiare perché sono in grado di modificare i recettori del gusto e di farci sentire male con noi stessi per indurci a cercare del cibo che ci ricompensi, e tutto questo solo per la loro sopravvivenza.
Adesso ti sarà più chiaro perché, quando hai avuto un'iper-proliferazione batterica, parassiti, candida intestinale o qualsiasi altro microbo opportunista presente nel tuo intestino, avevi più voglia di cibo.
Le alterazioni delle funzioni cognitive
Studi epidemiologici confermano un deterioramento della funzionalità cognitiva negli individui che seguono diete con un eccesso di grassi saturi di origine animale, mentre un consumo di acidi grassi polinsaturi come gli omega-3, al contrario, ha effetti benefici sulla mente. Questo perché il 20% del cervello è composto da acidi grassi polinsaturi, come 1 acido grasso su 3 del sistema nervoso centrale.
È dimostrato che il microbiota delle persone con malattie neuropsichiatriche come l'autismo, l'ansia e la depressione è danneggiato. In questi casi la dieta è di grande aiuto per migliorare la composizione del microbiota intestinale e, di conseguenza, il comportamento.
L'aumento della permeabilità intestinale e le alterazioni del microbiota potrebbero essere una delle cause del deterioramento immunologico ed essere quindi associati ai disturbi psichiatrici.
L'asse intestino-cervello modula le funzioni cerebrali come il comportamento emotivo e la capacità di risposta allo stress.
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