Kaizen: il metodo per il raggiungimento dei propri obiettivi
Pubblicato
11 mesi fa
Marcello Ferrara Corbari
Autore, scrittore e musicista
Ecco in che modo questa filosofia è in grado di sviluppare la perseveranza per ottenere risultati e benessere e, perché no?, anche soddisfazioni economiche
La forza di volontà è come un muscolo. Se non la si allena, perderà presto tono e vigore. Se invece le si dedicano cura e attenzioni, attraverso una serie di esercizi costanti e mirati, essa ci ripagherà largamente regalandoci un senso di gratificazione e di maggior efficacia personale, in ogni campo in cui andremo a misurarci. Oltre che, naturalmente, donarci il beneficio di un aumento dei nostri livelli di autostima.
A tale scopo è nato il Kaizen. Una metodologia che è una vera e propria filosofia di vita, tesa al miglioramento della persona nella sua globalità: corpo, mente e spirito. In una visione olistica che travalica i confini della mera efficienza per sfociare nei territori della spiritualità e della crescita individuale. Ma cosa s’intende per Kaizen?
Kaizen, cos’è?
La parola Kaizen nasce dall’unione di due termini giapponesi: KAI (cambiamento) e ZEN (buono, migliore). Può essere reso letteralmente come “l’arte di trasformare i nostri punti di debolezza in punti di forza”, ma la traduzione più semplice e immediata è “cambiare in meglio”. Il Kaizen perciò è un metodo basato sull’idea di miglioramento continuo, progressivo e a piccoli passi.
Un approccio che non si discosta troppo dall’idea che sta dietro al nostro motto latino “festina lente”, vale a dire “affrettati lentamente”. Un invito, cioè, alla tenacia e alla meticolosità paziente e incrollabile, foriera di risultati. Ma mentre dei proverbi e dei motti degli antichi non conosciamo le origini, che si perdono nella notte dei tempi, di questa moderna filosofia pratica sappiamo esattamente nome e cognome dell’ideatore.
Chi ha ideato il metodo Kaizen?
Fu lo studioso giapponese Masaaki Imai, teorico della gestione qualitativa in ambito aziendale, che nel 1986 presentò al mondo quest’accattivante neologismo. Attraverso un libro che ebbe un successo strepitoso, Gemba Kaizen: un Approccio Operativo alle Strategie del Miglioramento Continuo l’autore portò alla ribalta concetti come quelli di autosviluppo costante, realizzazione del proprio potenziale, pratica quotidiana, incremento delle proprie capacità mentali, organizzazione e pianificazione degli obiettivi.
Per il mondo delle realtà aziendali fu un vero e proprio tsunami: si trattava di cambiare in buona parte la tradizionale visione dei rapporti di lavoro. Si trattava soprattutto di pensare ai propri dipendenti come individui dotati di personalità, creatività e ambizioni che non andavano tacitate e omologate bensì ascoltate e valorizzate. Ciascun individuo è visto come il depositario di una serie di talenti e punti di vista che rappresentano una ricchezza da non dissipare.
L’essere umano divenne il centro di questa nuova forma di pensiero: più il lavoratore si sentiva realizzato e motivato, e più l’azienda era in grado di sostenerlo in questa crescita, più la produttività ne traeva vantaggio. Chiaro come una visione di questo tenore non potesse restare confinata soltanto in ambito lavorativo. La filosofia Kaizen presto attecchì al di fuori delle fabbriche e dei luoghi di lavoro, concretizzandosi in una serie d’idee e suggerimenti applicabili alla quotidianità di ogni persona. Lo scopo era quello di far fiorire i talenti di ciascuno, fornendo a tutti gli strumenti affinché potesse avvenire questo cambiamento.
Kaizen, a chi è rivolto?
Il Kaizen dunque si rivolge a tutti. In particolare a chi voglia dare un nuovo e decisivo abbrivio alla propria vita, sia in termini di risultati lavorativi sia – in senso molto più ampio – in termini di realizzazione personale.
Le tecniche di questo metodo, infatti, promettono un nuovo e più saldo senso di controllo sul timone della propria vita.
A chi abbia smarrito da tempo il concetto di padronanza del proprio destino, e di responsabilità verso le proprie scelte (o non scelte) di vita. Il metodo Kaizen si propone come un approccio maieutico e fattuale verso la risoluzione di questi problemi e una vita di migliore qualità. Ma a cosa si riduce, in pratica, questa metodologia?
Kaizen, in pratica
Ridurre una metodica tanto sfaccettata a poche frasi non è affatto semplice, e rischia di essere riduttivo. Andando nel pratico, si può pensare a questa filosofia come a una serie di tecniche e di esercizi mentali (ma non soltanto) che aiutano chi li pratica a ritrovare focus e centratura, a stabilire i propri obiettivi e priorità in modo chiaro e avvincente. Cominciando così a mettersi in marcia per ottenere ciò che si desidera veramente, scartando il superfluo.
Disciplina, disciplina, disciplina
Il fulcro attorno a cui ruota il metodo Kaizen è l’acquisizione di un habitus mentale nuovo. Disciplinato e maggiormente fattivo, volto al raggiungimento passo dopo passo di obiettivi pratici, pianificati in vista di un cambiamento radicale.
Molte delle nostre debolezze, prima tra tutti quella della procrastinazione, secondo la visione del Kaizen, non sono caratteristiche innate dell’individuo, bensì difetti acquisiti attraverso cattive abitudini apprese nel corso dei primi anni di vita.
Per mezzo di un lavoro quotidiano rigoroso, fatto di piccoli training in grado di farci uscire ogni volta dalla nostra zona di comfort, il Kaizen promette di smussare tali punti deboli, al punto di eliminarli totalmente. O quasi.
Liberi di essere
Uno dei passaggi più importanti, nella ricerca di una vita di maggiore realizzazione, è quello di comprendere ciò che davvero siamo. Quello che amiamo e che desideriamo veramente accogliere nella nostra vita, e ciò che invece ci zavorra e toglie energie. Costituendo un bagaglio di aspettative inautentico, non consonante con il nostro sé più vero.
Il risultato dell’applicazione di questi principi è il dischiudersi di un grande potere motivazionale. Una visione chiara, semplice, umile ma al tempo stesso incrollabile. Il perseguimento dei nostri desiderata, della nostra salute e del nostro equilibrio psicologico diventa così il cardine delle giornate di ogni seguace della filosofia Kaizen. Ogni giorno che nasce diventa così un nuovo gradino verso la propria realizzazione. Acquistando senso e progettualità in vista di tutta una serie di piccoli traguardi in grado di portarci sempre più lontano nel cammino verso la nostra completezza.
Un viaggio di mille miglia comincia da un semplice passo
Quella del Kaizen è una filosofia di alti ideali che si concretizza però in una pratica di norme molto semplici e basilari. Il metodo si nutre di una conoscenza millenaria dell’essere umano nella sua globalità. Sa bene come corpo mente e spirito siano una cosa sola e procedano sempre di pari passo. Nessuno di questi tre pilastri può essere trascurato se non si vogliono creare disequilibri e storture.
Per questo il Kaizen pone molta attenzione agli aspetti pratici: come piccole norme virtuose di salute fisica, sana alimentazione e altro. Mens sana in corpore sano, potremmo dire, scomodando nuovamente la saggezza secolare dei latini. Tali aspetti strettamente fisici sono però sempre integrati da concetti che riguardano il buon funzionamento della mente e ancor più da quelli che riguardano il benessere spirituale.
Migliorare perché?
L’idea di miglioramento personale esposta nel Kaizen non è quella di una crescita fine a se stessa. Non si tratta cioè di un concetto puramente autocelebrativo, superomistico potremmo dire, come magari si potrebbe pensare.
Crescere, migliorare, diventare più forti mentalmente e fisicamente, per la filosofia Kaizen non sono obiettivi fini a se stessi, ma diventano valori importanti in vista di un benessere collettivo.
La realizzazione di ciascun individuo, preso nella sua singolarità, è considerata la chiave per un miglioramento sociale ad ampio raggio. Aiutando le persone a sentirsi più realizzate, più soddisfatte, più motivate (in una parola: più felici) la filosofia Kaizen rientra nella grande tradizione delle scuole filantropiche. Nella convinzione che la saggezza di vita è come una torcia nel buio, che si autoalimenta in virtù della nostra passione e convinzione costanti. Portando ovunque ci rechiamo la luce della gioia.
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