Introduzione - L'Infinitamente Poco - Libro di Dominique Loureau
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9 anni fa
Leggi un estratto dal libro di Dominique Loureau "L'Infinitamente Poco"
Il più grande tesoro dell'uomo è vivere di poco ed esserne soddisfatto. Perché il poco non manca mai. Seneca
Il minimalista, dopo essere passato dal «meno» al «quanto basta», si dirige ineluttabilmente verso l'«infinitamente poco»: aspira ogni giorno ad avere meno vincoli (orari, contratti, pressioni sociali...), meno preoccupazioni materiali (del futuro, del cibo, dell'alloggio...), meno fardelli emotivi (relazioni umane, ricerca del piacere...) e meno pretese intellettuali (immagine di se stessi, certezze, sete implacabile di «cultura»...).
Senza, senza, senza...
A furia di eliminare il superfluo, arriva a riconsiderare la propria vita in termini di utilità e perfezione piuttosto che di successi e beni materiali. A quel punto può cominciare, con una gioia febbrile, a rifinire ulteriormente la potatura. Ormai sa che vivere terra terra, senza sentimentalismi e intellettualismi e, nello stesso tempo, con lo sguardo rivolto alle stelle è una sensazione straordinaria.
Il paradosso dell'infinitamente poco:
Nulla di troppo è una cosa di cui si parla senza sosta e che non si applica mai.
La Fontaine
Ebbene si, il mondo è cambiato: un tempo vivere con poco era una virtù, oggi è un sogno da ricchi. Una specie di diamante, che, man mano che viene tagliato e levigato, rivela sempre più la sua purezza, brillantezza e rarità. È una riduzione che conduce all'eleganza, all'intelligenza, a una pace gioiosa e a una mente sempre più vigile.
Vivere con molto poco, liberi, senza eccessi né pesantezze, in maniera autentica, è uno dei sogni più realizzabili che si possano avere. Ma quanti ci riescono?
È nata una nuova era.
Con tutto ciò che capita di questi tempi - Fukushima, la crisi economica mondiale -, abbiamo due scelte: continuare a consumare disperatamente e freneticamente, oppure optare per una vita frugale. Questa seconda soluzione, in realtà, è la sola possibile. Setouchi Jakucho (intervista televisiva, settembre 2011)
Il solito ritornello «più veloce, migliore, più grande...» oggi è superato. La ricerca della semplificazione e l'appello alla frugalità stanno cominciando a imporsi e a fare tendenza. Saturati dall'eccesso d'informazioni, in perpetuo dilemma tra carriera e qualità della vita, finalmente vediamo la rinuncia ai consumi sfrenati (e ai danni che questi comportano) come una virtù dal potere liberatorio.
Una volta soddisfatti i bisogni vitali (vestirsi, mangiare e avere un tetto sopra la testa), se applichiamo la filosofia dell'infinitamente poco saremo in grado di far fronte a qualsiasi cambiamento o avversità. Sarà allora facile compiacersi di quel «pochissimo» che non può arrecare alcuna delusione, ma solo farci sprigionare scintille di gioia istintiva.