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Introduzione - Il Potere Terapeutico degli Animali - Libro di Alberto Dal Negro

Pubblicato 9 anni fa

Leggi un estratto dal libro di Alberto Dal Negro "Il Potere Terapeutico degli Animali"

«Atteeento!» mi sussurra a denti stretti l’assistente appena vede Luca avvicinarsi a me. Non comprendo questo suo altolà inaspettato, accompagnato da un’espressione di fortissima apprensione (occhi inarcati, bocca tirata… che succede?), e cerco di capire a cosa mai si stia riferendo.

Luca, che io non conoscevo, né nessuno me ne aveva mai parlato prima, mi viene vicino vicino, si sofferma davanti al coniglietto che ho in braccio, adagiato nel suo cestino, e immerge il naso nel suo pelo folto rimanendo così per circa un minuto: sembra voglia assorbirne l’odore delicato, gustarsi la tenerezza del suo essere così inerme e simpatico. Poi dà a Tris (un coniglietto ariete a tre colori) un bacino sulla testa, mi dice con grande gentilezza «Grazie», mi bacia leggermente sulla guancia, si gira e se ne va.

L’assistente tira un sospiro di sollievo e, appena Luca sparisce, mi fa: «Ho avuto una gran paura! Luca è stato escluso dal progetto perché temevamo potesse essere violento con gli animali, specie con quelli più piccoli. È appena rientrato da due settimane di ricovero in psichiatria dove ha sfasciato tutto. Ha scoppi di ira così violenti che già siamo in pensiero per noi, figuriamoci quando l’abbiamo visto venire verso di te e il tuo coniglietto».

E invece niente; perché?

Sono proprio episodi come questi che contribuiscono a rafforzare di giorno in giorno la motivazione a proseguire nel lavoro con gli animali, in quel lavoro che tutti chiamano pet therapy ma che tecnicamente passa sotto il nome di “interventi assistiti con gli animali” (IAA).

Quando ci troviamo a operare con i nostri colleghi a quattro zampe, ecco che cambia la situazione delle persone che incontriamo. Cioè si creano condizioni differenti per loro rispetto a quelle solite che vivono nei laboratori occupazionali se sono persone con disabilità, nelle strutture se sono anziani, oppure nelle scuole. Affrontiamo quindi situazioni che non sono quelle che ci raccontano educatori, insegnanti e tutti coloro che ci chiamano per attivare progetti con gli animali nelle rispettive strutture. Spesso ciò che osserviamo è una quasi normalità che non coincide con quanto ci ritroviamo scritto, nero su bianco, sulle schede dove raccogliamo all'inizio di ogni progetto tutte le informazioni che ci permettono di avere un quadro conoscitivo più preciso possibile della persona che poi incontreremo.

Probabilmente questo dipende dal fatto che è differente il nostro metodo di intervento, la modalità di approccio, l’impostazione del setting, c’è uno stile assolutamente singolare rispetto ad ogni altro intervento tradizionale di sostegno alla persona: oltre al nostro operatore c’è un animale, un essere che desta sempre interesse e il cui ingresso in una struttura presenta di per sé una simpatica anomalia.

Si tratta, infatti, di un essere senziente che ha una sua capacità di proporsi mai invadente, un modo semplice e diretto di comunicare, una sensibilità tutta sua nel sentire le emozioni e una sua peculiare abilità nel rispondere alle diverse situazioni (spesso – ahimè o per fortuna – più adeguata della nostra).

E si trasforma così il clima dell’ambiente in cui ci si trova, se non addirittura l’aria che vi si respira.

Gli ottimi risultati che si raccolgono, nella stragrande maggioranza dei casi, sono l’effetto di una metodologia che ha tutti i requisiti di competenza, serietà, professionalità, ma che allo stesso tempo dev’essere equilibrata e armonica. E squisitamente naturale. L’attenzione, l’ascolto, il silenzio, il grande rispetto per tutti e per tutto (operatori, beneficiari, animali, familiari) sono condizioni indispensabili per la riuscita di un intervento, unitamente al grande affiatamento che deve caratterizzare la coppia operatore-animale; armonia e complicità ne pervadono la relazione e rendono i due compagni di lavoro e di vita un tutt'uno, un solo essere che offre la propria relazione a chi ne ha bisogno (e prima ancora a se stesso). Le capacità personali devono andare oltre la mera tecnica, che è elemento necessario ma per nulla sufficiente.

Come anticipato, questo non vuole essere un libro tecnico, dove si spiegano le corrette modalità di lavoro in questo campo che tanto stenta ancora a decollare e a trovare il giusto riconoscimento; questo libro vuole essere una raccolta di esperienze. Vissute sulla mia pelle (grazie al cielo, tanto che mi sento un privilegiato nel lavorare in questo campo dedicandomici completamente) e sulla pelle di tutti coloro che hanno avuto il piacere di condividerle con me.

In pochi anni, con l’organizzazione fondata oltre dieci anni fa, abbiamo realizzato progetti per qualche migliaio di ore con cani, conigli, asini, porcellini d’India in favore di bambini, adolescenti, adulti, anziani e persone con ogni tipo di difficoltà e disagio.

Non vi racconterò di tutti. Ne ho selezionati una ventina: venti esperienze che per me sono state le più significative, sicuramente quelle che mi hanno toccato più profondamente e mi hanno cambiato per sempre.

In alcuni progetti ho lavorato direttamente con i miei animali, in altri ho partecipato al fianco delle mie colleghe, come supporto o come semplice osservatore. In tutti ho vissuto intensamente, attimo dopo attimo, ogni più piccolo cambiamento che quell'esperienza, nel suo progressivo sviluppo, è riuscita a manifestare e a portare alla luce.

È mia intenzione comunicare non solo le emozioni, quelle fanno parte del gioco, ma anche le trasformazioni cui ho assistito. I fatti. Sono questi che contano.


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