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In media stat virus

Pubblicato 3 anni fa

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Nel 2019 il Sistema ha dato la svolta al progetto malthusiano con la pandemia denominata CoViD-19 (CoronaVirus Disease, malattia da coronavirus). L'origine naturale del virus, l'efficacia della diagnosi con i tamponi e la necessità di un vaccino sono asserzioni prive di fondamento.

L'infezione epidemica è curabile e i morti potevano essere evitati. Il vaccino per SARS-CoV-2 non è indispensabile ed è, anzi, pericoloso. Mirabilmente congegnata da menti raffinate, la rappresentazione pandemica mira, in primis, alla soppressione fisica di buona parte dell'umanità: meno persone significa un più facile controllo da parte del Sistema.

Pur essendo molto contagioso, il virus SARS-CoV-2 ha una bassa letalità, in media con qualsiasi altra influenza. Giorgio Palù, Ordinario di Microbiologia all'Università di Padova, ex Presidente della Società Italiana ed Europea di Virologia e attuale Presidente dell''AIFA, l'ha stimata fra 0,3 e 0,6%, a fronte del 10% della SARS e il 37% della MERS.

Perché, allora, sono morte tante persone? Va ricordato che, per i criteri di Robert Koch, è malato solo chi manifesta sintomi, gli asintomatici sono contagiati sani. Non sono malati, non vanno contati. Invece sono stati sempre contati come malati. Il governo questo non l'ha spiegato, così come non ha spiegato che esistono due forme d'infezione, quella lieve (mild) e la sua pericolosa complicanza (severe). C'è l'infezione trattabile a casa e quella trattata in ospedale.

La CoViD-19 inizia sempre con la forma lieve e, se la si cura, si evita l'ospedale. Stiamo parlando di un'influenza più o meno pesante ma non pericolosa, che solo nel 10% circa evolve nella forma grave multiorgano, fino alla terapia intensiva e alla morte. «Tantissimi pazienti hanno forme con espressioni cliniche nulle o minime, per le quali non occorre alcuna terapia specifica, ma solo il riposo a casa per i giorni necessari».

La forma severa è devastante e difficilmente curabile. La proteina di punta spike è la componente patogena del virus, che si aggancia soprattutto ai recettori ACE-2 (recettori per l'enzima di conversione dell'angiotensina II) per i quali ha un'altissima specificità, rendendo il virus molto aggressivo. Tramite questi recettori, la spike di SARS-CoV-2 attiva le piastrine aumentando l'infiammazione e la formazione di trombi.

I coronavirus sono virus intestinali e la sede primaria dell'infezione da SARS-CoV-2 è nell'intestino. Non sono respiratori, come propagandato, il danno polmonare è secondario alla localizzazione intestinale. Materiale genetico virale può essere rilevato nelle feci anche molto tempo dopo la sua scomparsa dalle vie respiratorie soprattutto quando l'infezione si è cronicizzata nell'intestino. Per averne conferma, sarebbe utile il sequenziamento del virus nelle feci.

Il SARS-CoV-2 si replica su terreni di crescita batterica e colonizza i batteri intestinali, a conferma dell'efficacia di certi antibiotici su questo virus. Sembra che il virus si comporti come un batteriofago che infetta la flora intestinale e oro-rino-alveolare, alla quale fa sintetizzare proteine tossiche, assenti negli altri coronavirus, fra cui un'a-conotossina, una fosfolipasi A2 e una proteina attivante la protrombina, che potrebbero essere responsabili delle alterazioni del gusto e dell'olfatto e dell'aumentata coagulazione. Sembra fondamentale il coinvolgimento dell'asse intestino polmone e della disbiosi nel danno polmonare e la persistenza del virus nel terreno, nelle acque e nei reflui. Il SARS-CoV-2 può inquinare i reflui, il settore agroalimentare e l'ittico in particolare e le sue tossine sono più efficaci a basse temperature, in inverno.

Un paziente dichiarato sano per la negatività di un tampone naso-faringeo potrebbe essere ancora contagioso per via oro-fecale, attraverso i batteri che lo veicolano, per contatto su superfici infette. Interagendo con i batteri, il virus potenzia la tempesta di citochine, ed entra più facilmente nelle cellule epiteliali (come i poliovirus) persistendo nell'intestino come fanno i novovirus.

I virus non abbandonano mai il nostro corpo, una volta guarito, ma rimangono come dormienti nelle cellule, a volte per tutta la vita, senza causare danni. Si possono però risvegliare e lo si nota dall'incremento delle IgG specifiche (le IgM non aumentano poiché si tratta di riattivazione interna). Riattivandosi possono innescare patologie autoimmuni, linfomi, leucemie, tumori, disordini metabolici, aterosclerosi e così via, oppure non provocare alcuna malattia. Le patologie autoimmuni sono sempre da riattivazione virale. Come ogni altro virus, il SARS-CoV-2 può interferire con virus precedenti e riattivarli.

La versione ufficiale della pandemia, propagandata nei media "ufficiali" da giornalisti asserviti al Sistema, incapaci ormai di fare informazione (qualcuno ha ironizzato che oggi si vendono più giornalisti che giornali) si riassume così: un coronavirus di pipistrello ha fatto il salto di specie a Wuhan, innescando l'epidemia per la quale non c'è nessuna cura approvata, se ci si ammala si può solo aspettare il ricovero, durante il quale molti purtroppo muoiono e l'unica salvezza è il vaccino. Quali sono per il Sistema i vantaggi di questa versione?

La gente spaventata dall'assenza di cure accetta di buon grado gli arresti domiciliari, i dispositivi di sicurezza e le restrizioni in misura sempre maggiore. Comincia ad abituarsi alla mascherina che fino a poco prima avrebbe rifiutato, la distanza diventa separazione, diffidenza, contrapposizione, divide et impera. Gli ospedali s'intasano esitando in un caos che destabilizza la già provata emotività collettiva e le certezze, i morti sono enfatizzati dalla propaganda mediatica (le bare di Bergamo) e i numeri dei decessi vengono gonfiati. In un simile terrore, la gente si convince che ammalarsi significa morire e comincia a sperare nel vaccino. La propaganda soffia sul fuoco della paura collettiva per preparare all'idea della vaccinazione, e aggiunge ricatti morali e tecniche di condizionamento sottile con richiami al senso civico e all'etica verso il prossimo (ormai vissuto come nemico e possibile untore). Un'altra opportunità per studiare a livello planetario come la gente possa reagire all'applicazione di certe strategie di condizionamento, soprattutto in Italia, vero laboratorio a cielo aperto.

La paura consente all'oligarchia atti di prevaricazione fino a quel momento ingiustificabili e lo stato di emergenza fa accettare qualunque norma dittatoriale. I blocchi esasperano la crisi, l'economia è in ginocchio, primo passo per far fallire le nazioni nell'ottica dell'unico governo mondiale. I bollettini dei contagiati, la lista dei morti, le immagini infernali delle terapie intensive fiaccano qualunque resistenza: il panico spegne il pensiero critico, il bisogno di salvezza si volge al governo e all'industria vaccinale che aspettava questo pandemonio per prepararsi a commercializzare i vaccini, che adesso la gente implora.

E per chi si oppone alla vaccinazione, la presunta emergenza giustifica la vile norma del ricatto che deve costringere al vaccino per non perdere U lavoro. Sono tutte caratteristiche della propaganda fabiana: l'osservanza cieca delle misure restrittive viene spacciata per civismo, amore e rispetto per gli altri, superiorità morale. Mentre chi manifesta un pensiero critico o esprime dubbi viene passato per incivile, asociale e fascista.

Se invece ci si ferma a ragionare, non si capisce perché chi s'infetta di questo terribile virus non debba essere curato. Che durante una pericolosa pandemia non si voglia curare è un palese controsenso. La "vigile attesa" (ennesima strategia fabiana) è responsabile di migliaia di morti. Il Sistema racconta che non c'è terapia per questo virus. Invece, le cure ci sono e c'erano da anni, non erano state approvate, ma si potevano autorizzare in via emergenziale, com'è stato con i vaccini. Se tutti i malati fossero stati curati, in Italia non avremmo avuto quei centomila morti in più rispetto alla media dei deceduti per le complicanze di due stagioni influenzali. Non avremmo sovraccaricato gli ospedali, né seminato il panico, né rovinato l'economia e dopo pochi mesi saremmo tornati a vivere.

Non avremmo avuto alcun vaccino e nemmeno le varianti da questo prodotte, che hanno ulteriormente prolungato l'epidemia. Questo è un punto centrale, poiché invece la gestione della pandemia mirava fin dall'inizio alla vaccinazione di massa.

L'elevato numero di decessi e le cure mancate sono condizioni indispensabili per l'approvazione emergenziale dei vaccini. E i vaccini sono, come vedremo, un ulteriore mezzo di riduzione numerica della popolazione e di controllo globale. Per questo il Sistema ha negato le cure avversandole in tutti i modi. I plagiati dalla paura e dalla narrazione mediatica (in media stat virus) sono diventati convinti partigiani della vaccinazione obbligatoria e accesi nemici di chi invece difende la libertà di scelta, così il Sistema ha ottenuto ancora una volta di dividere la gente in due tifoserie opposte, pro-vax e no-vax secondo la terminologia propagandistica che rasenta la guerra civile.

Tutto secondo i piani. Il punto di contrasto sono le condizioni che hanno fatto invocare l'emergenza sanitaria: allo scenario governativo che rappresenta una catastrofe senza precedenti e senza soluzione se non quella vaccinale, si oppone che l'emergenza non ha senso di essere dal momento che l'infezione è curabile e ha un tasso di letalità inferiore all'I % o al massimo del 2-3%. Se si dimostra che le cure esistevano, le istituzioni dovranno rendere conto dei morti.

Entriamo nel dettaglio cominciando a esaminare le cinque evidenti menzogne:

  1. l'origine naturale del virus,
  2. la validità dei test,
  3. l'emergenza sanitaria,
  4. l'assenza di cure,
  5. il vaccino.

Il Sistema ha mentito fin dall'inizio nascondendo l'origine di laboratorio del virus e, da lì in poi, l'intera cascata degli eventi è del tutto falsa. «Un numero così vasto di persone ha riposto una simile fede in menzogne, caducità, e morte, morte, morte».

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