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Il risveglio della coscienza

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "Come Liberarsi dalla Manipolazione" di Salvatore Brizzi

Immergerci con fiducia e coraggio nel disagio emotivo è ciò che ci viene chiesto sulla via del risveglio, in questo periodo storico in particolare.

Magari all'inizio facciamo un po' di resistenza, perché STARE SULL'EMOZIONE senza adottare strategie di evitamento in effetti fa un po' paura, tuttavia, non abbiamo nulla da perdere... se non le nostre catene, diceva qualcuno di ben più famoso di me.

Il nostro scopo non è agire in una "direzione spirituale" o "direzione evolutiva", bensì semplicemente STARE.

Nulla di ciò che facciamo migliora ciò che già siamo, ma si tratta di VEDERE finalmente ciò che siamo realmente. Ecco dove interviene la presenza.

Non c'è alcun bersaglio verso cui tendere, se non essere presenti nella nostra attuale esperienza, qualunque essa sia. Il fine è ESSERE in maniera sempre più lucida e profonda. Dobbiamo interrompere il nostro solito comportamento reattivo e portarlo a un punto di immobilità, per sentire - e abituarci a stare con - la carica emotiva che inconsciamente guida tale comportamento.

Abituarci a sentire senza condizioni ci consente di mettere in atto l'INTEGRAZlONE delle vecchie cariche emotive che ci portiamo dentro dall'infanzia. Finché non avviene questa integrazione psicologica, viviamo in un'allucinazione causata dalla reattività, dove sembra che le persone facciano certe cose e nel mondo sembra che accadano certi fatti.

Finché non vediamo la realtà, viviamo nella nostra personale bolla psicologica, la quale "colora" tutto ciò che ci circonda.

Le situazioni che ci sembra di percepire in maniera oggettiva sono in verità "colorate" dalle nostre antiche ferite emotive, che oramai consideriamo "il nostro carattere".

Ci sforziamo di essere degni di vivere agli occhi degli altri, perché in realtà non ci sentiamo degni di vivere ai nostri stessi occhi. Paradossalmente, anche se siamo già vivi - e siamo la vita stessa - ci sforziamo di "guadagnarci da vivere", sia economicamente che psicologicamente.

Siamo perfetti, ma sprechiamo una quantità gigantesca di energie per sembrare perfetti agli occhi di chi ci conosce... e persino agli occhi di chi incontriamo per strada o in coda alla cassa di un supermercato.

Questo accade perché tutti noi da piccoli non siamo stati amati senza condizioni, per cui da adulti non ci accettiamo per come siamo.

Se ci hanno sempre detto che per "essere a posto" dovevamo essere in un certo modo, meccanicamente ci abituiamo a credere che ciò che già siamo non è mai sufficiente per "essere a posto". Allora per tutta la vita lavoriamo, amiamo, facciamo l'amore, compriamo oggetti, interagiamo con le persone... nell'inconscia speranza di poter sembrare "a posto".

Iniziamo anche a lavorare su noi stessi... per sentirci "a posto".

Ovviamente, non sto incolpando di nulla i genitori, poiché quello della non accettazione di sé è un passaggio evolutivo importante che in quanto anime andiamo a cercarci appositamente.

Un'accettazione subitanea di tutto ciò che siamo, da parte degli adulti che hanno il compito di educarci, impedirebbe una corretta creazione della nostra identità egoica, perché sarebbe difficile per noi stabilire dei confini psicologici.

Per poter un giorno superare la nostra identità personale, dobbiamo prima averla strutturata nell'infanzia e nell'adolescenza, altrimenti non diverremo degli illuminati, ma persone senza un'identità ben definita, ossia degli svalvolati incapaci di portare a termine la nostra missione, dei fulminati anziché degli illuminati.

Se il processo evolutivo si compie correttamente, prima verso il basso - strutturando i confini - e poi verso l'alto - per trascendere i confini -allora un giorno scopriremo che siamo stati creati per goderci l'esistenza, non per essere costantemente in agitazione, sempre alla ricerca di uno stato differente... preoccupati di "essere a posto" agli occhi degli altri... per ottenere la serenità in un tempo che è sempre futuro.

«[i passeri] li vedo campare senza niente da mangiare... osservo Dio... lo lascio fare» dicono i Baustelle in una loro splendida canzone.

AVETE ANCORA POCO TEMPO PER SVEGLIARVI, quindi usate:

  1. rabbia,
  2. senso di ingiustizia,
  3. senso di impotenza,

per stare nella presenza.

Se un evento riguarda milioni di persone, non significa che non riguardi proprio voi in particolare.

Approfittatene, perché un giorno tutto questo finirà, proverete un senso di rilassamento, la vostra ansia interiore diminuirà... ed ecco che risvegliarsi tornerà ad essere impossibile per la maggior parte di voi!

Il vostro Scarasaggio


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