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Il richiamo della meditazione

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "La Meditazione per Amore" di Sally Kempton per scoprire il più grande beneficio che ti può dare la meditazione

La meditazione non è qualcosa per cui serva uno speciale talento, come potrebbe essere per la matematica o l'arte. La vera chiave per entrare in profondità nella meditazione è voler andare in profondità. Più si anela ad assaporare il mondo interiore, più facile è meditare.

In sanscrito questo desiderio viene chiamato mumukshutva, il desiderio di libertà che viene dalla conoscenza del Sé.

Non è necessario che il desiderio all'inizio sia immenso. Anche una piccola scintilla di interesse è sufficiente perché, in realtà, il mondo interiore è in attesa di aprirsi a te. Una volta che l'energia meditativa è stata risvegliata, comincia a pulsare all'interno, proprio sotto la pelle. Manda costantemente dei segnali, sussurrando: "Sono qui! Incontrami! Sono la tua guida! Ho così tante cose da mostrarti su te stesso!"

Ecco perché, nel momento in cui diventi davvero interessato a conoscere il tuo Sé, a entrare nel campo della tua propria Consapevolezza, il mondo interiore comincia a rivelarsi. Non ha bisogno d'aiuto. Esiste per questo.

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Il problema è che noi non siamo sempre interessati alla meditazione.

Molti di noi quando meditano lo fanno perché pensano "sia una cosa buona". Forse fa parte del proprio processo di miglioramento oppure è una strategia che usiamo per tenere a bada lo stress.

Poco dopo che questo libro aveva preso forma, un'amica mi espresse le sue lamentele riguardo alla sua pratica di meditazione che, mi disse, era diventata piatta. Non la impegnava più nel profondo. Di fatto, non amava più tanto meditare. Dedussi dal tono della sua voce che, da seria ricercatrice spirituale, provava un po' di vergogna. Perciò le chiesi: "Qual è per te la cosa migliore della meditazione?".

Ci pensò per un minuto, quindi disse: "È la mia terapia. Quando mi siedo, sono immersa nella solita agitazione, qualcosa mi preoccupa, oppure sono piena di negatività. Ripeto il mantra per quindici o venti minuti, e quando mi alzo, la mia mente è calma. Mi sento quieta. Posso andare avanti con la mia giornata". E aggiunse: "So che devo farlo tutti i giorni, oppure la mia mente mi fa impazzire".

La mia amica ottiene qualcosa di importante dalla sua pratica. Infatti, sta sperimentando uno dei doni più grandi della meditazione: il potere di pulire la mente. Ma, poiché è tutto ciò che vuole, si alza dalla meditazione proprio nel momento in cui la vera dolcezza al suo interno potrebbe cominciare a rivelarsi.


È quando la mente è calma che cominciamo a percepire la spaziosità del nostro essere, l'amore interno.


Se, oltre ad apprezzare i benefici terapeutici della meditazione, la mia amica meditasse per entrare in se stessa, potrebbe rimanervi un po' più a lungo e andare più in profondità di quanto faccia adesso.

Le persone che sembrano ottenere il massimo dalla pratica sono coloro cui semplicemente piace l'atto del meditare.

Questo non significa necessariamente che abbiano esperienze esotiche. Al contrario. Molti giurano che non hanno mai neanche intravisto una luce o avuto una visione o sentito i pensieri dissolversi nella spaziosità. Tuttavia, sentendoli parlare della loro pratica, si capisce che assaporano la ricchezza dell'intera esperienza meditativa in tutte le sue stagioni.

Quando ci si avvicina alla meditazione con interesse, il semplice momento di star seduti diviene piacevole in se stesso. Si ascolta il sussurro del respiro, si assapora la pulsazione di un mantra - una parola meditativa - mentre scende tra gli strati della coscienza. Si gode della calma nascente, delle vaghe immagini che fluttuano nello spazio interiore, e del graduale spostamento in una mente più calma.

Ogni momento, incredibile o apparentemente noioso, può essere pieno di fascino. Sei con te stesso. Sei con Dio.


La meditazione è un ingresso nella grotta del cuore, la grotta dello spirito.


D'altro canto, se guardi alla meditazione come un dovere, o se ti avvicini con impazienza e rigida attesa, aspettandoti una qualche esperienza e provando noia o rabbia se la mente non si calma immediatamente, perdi la relazione con la meditazione. Perché la meditazione è tutt'altro che un atto meccanico.

Trovare noiosa l'esperienza interiore, scoraggiarsi se non si realizza come pensi dovrebbe, dire a te stesso: "In ogni caso, non sono un buon meditante" - tutto ciò in realtà significa respingere la tua energia interiore, la tua shakti.

Proprio come un'amica si raffredda con te se ti ritrai da lei, la shakti, che rende la tua meditazione dinamica, diventa elusiva quando la ignori. Ma verrà di corsa a incontrarti quando tu comincerai a occuparti di lei con amore.

Quindi, uno dei segreti per approfondire la meditazione è scoprire come risvegliare e mantenere vivo il nostro amore per questa pratica - anche quando la nostra esperienza è leggera e apparentemente monotona.

Prendi qualche minuto per osservare la ma relazione con la meditazione. Come ti senti al riguardo? Te la godi? L'avvicini coscienziosamente o metodicamente? Ti ha mai sorpreso? Se sei nuovo alla meditazione, non sei sicuro da dove partire? Ti chiedi se la stai facendo "bene"? Cosa significa la meditazione per te? Puoi chiederti anche come ti senti verso il Sé che sperimenti in meditazione. Qual è la ma relazione con questo Sé?

Per continuare, leggi il libro:


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