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Il primo dei 4 mentori di Dan Millman

Pubblicato 3 anni fa

Leggi un’anteprima del libro “Cuore di Pace, Spirito Guerriero”

La saggezza non si riceve, bisogna scoprirla da sé dopo un percorso che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci.
Marcel Proust

Adesso so che ogni essere umano ha una sua ricerca spirituale, ma non tutti ne siamo consapevoli. Chi di noi non cerca l'appagamento, il senso della vita e la comprensione del nostro posto nell'universo?

I semi della mia ricerca, piantati durante l'infanzia, erano ormai spuntati dal terreno ed erano alla luce del sole della consapevolezza cosciente, ma non erano ancora pronti a dare frutti.

Il santo indiano Ramakrishna notò quanto sia difficile aprire il guscio di una noce quando è verde, ma anche che, una volta maturo, si può aprire con un semplice colpetto.

Tutte le capacità che avevo acquisito in gioventù e tutte le esperienze facevano parte del mio processo di maturazione. I primi tre decenni di vita mi avevano preparato a tutto quello che sarebbe seguito.

Pronto a lanciarmi in qualsiasi possibilità che fosse promettente, nei due decenni successivi avrei incontrato quattro mentori radicalmente diversi, ognuno dei quali mi avrebbe offerto un'iniziazione per proseguire la mia opera.

Il professore

Conosci te stesso.
Iscrizione nel tempio di Apollo a Delfi

Nella primavera del mio secondo anno a Oberlin, mentre sfogliavo un bollettino della facoltà, notai un invito a presentare la propria candidatura per una borsa di studio itinerante in qualsiasi parte del mondo per dedicarsi alla ricerca interculturale. Sentii istantaneamente una certezza: ero destinato a farlo.

Quando la borsa di studio mi venne assegnata ebbi di nuovo una direzione, anche se solo per tre mesi estivi: era un altro periodo di separazione da Linda e un modo per riconnettermi con una versione più autentica di me stesso incontrando culture diverse, in particolare in Asia, e studiando le discipline relative alla relazione mente-corpo.

Dopo avere contattato alcune persone che intendevo intervistare come parte dell'itinerario progettato, iniziai i miei viaggi in Oriente andando verso ovest, in California. Poco dopo essermi registrato in un albergo, parlai brevemente con Linda e diedi la buonanotte a Holly.

Poi, d'impulso, chiamai Herb, il mio ex compagno di squadra della Cal che avevo consultato prima dell'esperienza con l'LSD. Mi parlò di "una pratica incredibile, un corso che ti cambia la vita", che aveva recentemente terminato a New York e la sua voce esprimeva passione e certezza. Mi disse anche che il successivo corso Arica di quaranta giorni sarebbe iniziato a San Francisco dopo soli tre giorni. Mi diede un consiglio: "Lascia tutto e tuffati".

Quaranta giorni? E perché no?, pensai.

Nel corso degli anni avevo provato in molti modi a migliorarmi e avevo avuto successo come atleta e come allenatore, ma la soddisfazione non era mai durata.

Poiché avevo iniziato a dubitare della promessa occidentale di felicità attraverso il raggiungimento di qualcosa, ormai guardavo alla promessa orientale, che implicava l'introspezione e il lavoro interiore per arrivare alla conoscenza di sé, all'intuizione e persino a un modo per trascendere la mente.

Se devo diventare un cercatore, allora è meglio puntare in alto, pensai. Fu così che nel giugno del 1973 finii a San Francisco, in una stanza con la moquette verde in Market Street, con altri diciassette cercatori spirituali.

Non una scuola ordinaria

Mi sistemai su uno dei cuscini zafu disposti per creare un grande cerchio.

Nessuno scelse di sedermi vicino e tutti evitavano il contatto visivo con me. Non c'era da sorprendersi, dal momento che avevo le orecchie gonfie fino a proporzioni grottesche, gli occhi quasi chiusi e il viso e il cuoio capelluto maculati, con sfumature rosa e rosse. Mi grattavo in continuazione.

Qualche giorno prima ero andato con alcuni amici in campeggio sulla spiaggia. Subito dopo il tramonto avevamo raccolto delle sterpaglie e dei ramoscelli per fare il fuoco, ignari di avere in mano dei pezzi di rovere velenosa. Quindi nemmeno io avrei voluto sedermi accanto a me.

Poi iniziò il programma e dimenticai tutto il resto. Nei giorni successivi, quando le mie eruzioni cutanee scomparvero, mi ritrovai immerso, fino a sentirmene sopraffatto, in pratiche e prospettive diverse da quelle che avevo sperimentato in precedenza: la teoria e l'intuizione di Arica, esercizi di movimento e respirazione, compresa una nuova forma di ginnastica calistenica mente-corpo che mi aprì le principali articolazioni e i centri energetici.

Dal momento in cui mi svegliavo fino a quando chiudevo gli occhi la sera, mi esercitavo con mantra, meditazioni e vari esercizi impegnativi dalle dieci alle quattordici ore al giorno.

I nostri formatori di Arica erano persone a modo e con un aspetto attraente in maniera unisex: gli uomini ben rasati e le donne con i capelli relativamente corti. Erano amichevoli in modo distaccato. Ognuno di loro era stato formato dal fondatore della Scuola Arica. Il suo nome era Oscar Ichazo.

Il compito di ogni formatore era quello di trasmettere informazioni e istruzioni, leggendo ad alta voce il manuale di Arica e rispondendo a domande pertinenti, avendo più esperienza con il lavoro. Inoltre ascoltavano alcune delle nostre discussioni in piccoli gruppi per aiutarci a restare in carreggiata. A parte questo, restavano sullo sfondo.


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