Il Grande Reset della verità
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4 anni fa
Leggi un estratto da "La Bibbia Nuda" di Mauro Biglino
Chi è complottista? Chi vede complotti dappertutto o chi un complotto lo ordisce davvero? E che dire del grande Machiavelli, che raccomanda al "Principe" di saper essere leone ma anche volpe, capace cioè di complicate macchinazioni, per dissimulare all'occorrenza il suo reale intento, beffando gli avversari?
Oggi, specie nel grande mare del web, non manca chi tende a far discendere solo e sempre da oscure cospirazioni ogni grande evento della storia.
In questo modo, per chi governa la narrazione ufficiale, è facile liquidare - alla voce "complottista", appunto - anche chi indaga seriamente su vicende poco chiare, certamente non spiegabili in modo incontrovertibile dalla versione ufficiale che ne è stata fornita.
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È possibile scomodare casi clamorosi e ancora vicinissimi come l'11Settembre, o la "fialetta di antrace" agitata all'Onu da Colin Powell per evocare le famose armi di Saddam.
Ma la storiografia la ammette, l'esistenza di complotti? Eccome: e lo fa anche sulla base di documenti precisi, a lungo protetti dal riserbo e poi desecretati.
Solo per restare alla seconda metà del '900, è piuttosto recente la "declassificazione" del celebre incidente del Golfo del Tonchino, preteso casus belli all'origine della Guerra del Vietnam. E poi stata la stessa superpotenza statunitense ad ammettere, decenni dopo, che nessun natante nordvietnamita aveva mai sparato, in quelle acque, contro l'incrociatore statunitense Uss Maddox, il cui comandante nel lontano 1964 si era dichiarato vittima di un'aggressione.
Appena un anno prima, a Dallas, sotto il naso dell'apparato di sicurezza più rinomato del pianeta, era stato ucciso il presidente John Fitzgerald Kennedy. Per decenni, la versione ufficiale ha proposto una sola ipotesi: quella dell'azione solitaria condotta da un killer squilibrato, Lee Harvey Oswald. Sul caso, nel corso degli anni, quintali di libri e famosi film hanno esplorato possibili verità alternative. Complottismo?
Soltanto nel 2007, in punto di morte, a vuotare il sacco ha provveduto Howard Hunt, che nel 1963 era il "numero due" della Cia: al figlio, in un nastro registrato, ha consegnato la sua confessione. Kennedy, ha rivelato Hunt, era stato ucciso su ordine di quello che oggi viene spesso chiamato Deep State. Insieme all'Fbi, la Cia si era avvalsa di killer della mafia di Chicago. Uno di questi, James Files, ha ammesso di aver esploso il colpo decisivo, mortale.
Del caso Kennedy ha appena "riparlato" a modo suo, clamorosamente, un personaggio insospettabile: Bob Dylan. Il decano dei cantautori, Premio Nobel per la Letteratura nel 2016, ha dedicato all'omicidio di Dallas un brano epico e monumentale, "Murder Most Foul", nel quale - in modo cifrato, eppure chiaramente decodificabile - si mettono a fuoco i veri artefici del complotto.
Dettaglio: a stupire è anche la tempistica dell'uscita della canzone, proposta "worldwide" - in modo gratuito, sul web - proprio nei giorni dell'esplosione mondiale della pandemia. Kennedy e il coronavirus?
«Mettetevi al riparo», ha scritto Dylan sul suo sito Internet nel presentare il brano, come a suggerire una sconcertante correlazione tra i possibili "registi" dell'emergenza sanitaria e gli eredi del potere oscuro che, nel 1963, decise di assassinare il presidente della New Frontier. Un uomo che evidentemente faceva paura, vista la sua intenzione di cambiare il pianeta, da cima a fondo, mettendone in discussione alcuni fondamenti politici, economici e finanziari.
Obiettivo supremo: la valorizzazione dei diritti umani, ad ogni latitudine. In una parola, giustizia: fine di una catena sterminata di sostanziali abusi.
Giustamente, gli storici si tengono lontani da qualsiasi rischio di "santificazione", ricordando anche le ombre della presidenza Kennedy, dall'incidente della Baia dei Porci (la fallita invasione di Cuba, con l'intento di rovesciare Fidel Castro) alla conferenza panamericana di Punta del Este, che parve una concessione al tradizionale colonialismo imperialista delle multinazionali "yankee", proiettate verso lo sfruttamento del cortile di casa, l'America del Sud.
Inevitabili equilibrismi di potere, per poi puntare davvero a un "cambio di paradigma" positivo, per l'umanità, come testimonierebbe il carteggio segreto con Nikita Khrushev, incluso il miraggio di porre fine alla corsa agli armamenti e all'incubo nucleare della guerra fredda con l'Urss?
Sono tante, le voci che - in questo frangente storico - stanno emergendo, con l'intenzione di proporre pagine virtualmente decisive di una possibile storia "nascosta".
Un nome tra i più celebri è quello dello scozzese Graham Hancock, notissimo al pubblico internazionale per i suoi rinomati besteller.
A partire dalle piramidi egizie, la loro reale datazione e la vera funzione di quei monumenti, siamo dunque di fronte alla necessità di riscrivere completamente la storia?
Di recente, Biglino ha scelto di citare un autore italiano: Paolo Rumor. Un avvocato vicentino, esponente di una grande famiglia legata al mondo cattolico. Il suo libro, "L'altra Europa", uscito nel 2010, raccoglie le memorie private del padre, Giacomo, a sua volta cugino di Mariano Rumor, più volte primo ministro italiano.
Cosa racconta, Paolo Rumor?
Un retroscena imbarazzante: l'ennesimo. Una precisa struttura di potere avrebbe segretamente orchestrato i destini del mondo intero, condizionando gli eventi storici attraverso la "sovragestione" occulta di dinastie, regni e imperi, fino agli Stati moderni e addirittura alla creazione dell'attuale Unione Europea. Sottinteso: quella "struttura" avrebbe anche controllato in modo ferreo l'informazione, dunque la narrazione ufficiale della storia.
Paolo Rumor spiega che suo padre era stato incaricato di rappresentare nientemeno che il Vaticano, nelle complesse trattative per la ricostruzione dell'Europa postbellica, avviate mentre la Seconda Guerra Mondiale era ancora in corso. Giacomo Rumor, racconta il figlio, rispondeva direttamente a Giovanni Battista Montini: all'epoca, il futuro pontefice Paolo VI era il referente degli efficientissimi servizi segreti vaticani: organismo di cui molti, tuttora, probabilmente ignorano l'esistenza.
Ebbene: quei servizi segreti, unitamente ad analoghi apparati europei e statunitensi, avrebbero progettato l'Ue a partire dagli anni terribili della Battaglia di Stalingrado e dello Sbarco in Normandia. Complottismo, ancora?
Mauro Biglino ha affrontato il tema direttamente, nel video "Le radici del Progetto'" pubblicato il 20 novembre 2020 sul suo canale YouTube "ilveromaurobiglino". : «Specie in una situazione come quella che stiamo vivendo - è la premessa - credo che conoscere il passato ci aiuti veramente a comprendere il presente, e forse anche a fare ipotesi sui possibili sviluppi futuri».
L'autore non si nasconde i rischi dell'impresa: «So bene che parlare di certi temi fa sì che si possa essere inseriti nella categoria dei cosiddetti complottisti».
Ma, appunto: una volta, "complottista" non era chi lo avesse ordito, un complotto? Oggi, si sa, le cose sono cambiate.
«"Complottista" è passato a significare: colui che vede complotti, o che svela complotti, o addirittura - in modo denigratorio - chi vede complotti ovunque».
Non è così, sottolinea lo studioso: «Basti pensare a Rudolf Steiner, che già all'inizio del '900 parlava di élite che, in modo occulto, cercano di mettere in piedi e gestire programmi di controllo dell'umanità».
A quanto pare, però, l'atmosfera "apocalittica" della stagione planetaria del Covid sta cambiando, giorno per giorno, la tipologia delle informazioni che vengono veicolate. Fino ad arrivare all'impensabile.
«Ci sono altre persone, infatti, che non vedo come possano essere inserite nella categoria dei complottisti. Persone che, però, fanno affermazioni che sembrano tipiche del cospirazionismo».
Un nome su tutti: quello di monsignor Carlo Maria Vigano, arcivescovo cattolico e già nunzio apostolico negli Usa. Nelle sue lettere aperte, rivolte a Donald Trump in prossimità delle presidenziali 2020, ha usato esplicitamente il termine "Grande Reset".
Attenzione: «Quell'espressione non è tipica dei complottisti: è stata usata dalle grandi istituzioni, dall'Onu, dal Forum Economico Mondiale di Davos».
E non è il solo, Vigano: a esprimersi in quei termini è anche un altro esponente di primo piano del mondo cattolico. Si tratta di Livio Fanzaga, presbitero dei Padri Scolopi, popolarissimo direttore di Radio Maria.
Quell'emittente, fa notare Biglino, è un network a diffusione mondiale, gestito da 20.000 volontari e seguito da 30 milioni di persone: trasmette in più di 70 nazioni, in oltre 50 lingue. Facendo eco a monsignor Vigano, ricorda Biglino, Livio Fanzaga ha parlato di «colpo di Stato sanitario» e «colpo di Stato massmediatico».
L'accusa è frontale: un potere-ombra avrebbe quantomeno sfruttato il coronavirus nel modo più cinico, facendone il pretesto ideale per infliggere all'umanità un «nuovo paradigma», di tipo neo-schiavistico, fondato sulla paura e sul «totalitarismo» imposto da una sorta di regime psico-sanitario.
Strano, che - proprio ora - riaffiori anche il cognome Kennedy? A parlare di cospirazione è infatti lo stesso Robert Kennedy, figlio di Bob Kennedy. Nell'estate 2020, il nipote del presidente assassinato a Dallas ha voluto ribadire le sue accuse, intervenendo a Berlino anche in ricordo dello storico discorso berlinese di suo zio, John, contro la dittatura.
Se però la dinastia Kennedy è pur sempre associabile alla politica, appare ben più insolita l'esplicita discesa in campo, sul terreno apertamente politico, di esponenti del mondo religioso come Vigano e Fanzaga.
Cosa aveva scritto, innanzitutto, monsignor Vigano? Parole di fuoco, per lanciare accuse inequivocabili.
«Siamo in un'ora in cui le sorti del mondo intero sono minacciate da una cospirazione globale: un piano globale, denominato Great Reset è in via di realizzazione». Secondo l'alto prelato, «ne è artefice un'elite che vuole sottomettere l'umanità intera, imponendo misure coercitive con cui limitare le libertà delle persone e dei popoli».
Nelle intenzioni dei suoi "registi", sempre secondo Vigano, «questa crisi serve a rendere irreversibile il ricorso degli Stati a questo Grande Reset, dando il colpo di grazia a un mondo di cui si vuole cancellare completamente l'esistenza e lo stesso ricordo».
Lo stesso Vigano parla anche di "suicidio" della cultura occidentale. E dice: «Mentre ai cittadini sono negati i diritti fondamentali, tutto questo avviene in nome di una emergenza sanitaria che sempre più si rivela come strumentale alla instaurazione di una disumana tirannide senza volto».
Carlo Maria Vigano si rende perfettamente conto della portata delle sue accuse, e dei rischi ai quali si espone chi le formula. Per contro, aggiunge, la nuda realtà è ormai sotto gli occhi di tutti: «Fino a qualche mese fa, era cosa facile sminuire come complottisti coloro che denunciavano quei piani terribili, che ora vediamo compiersi fin nei minimi dettagli».
In un altro intervento, ripreso anche in video, Vigano ha detto che questo "disegno", che sarebbe gestito da un'elite occulta, avrebbe radici molto antiche.
Mauro Biglino fa notare che un giornalista autorevole come Aldo Maria Valli, storico vaticanista della Rai, nel suo blog ha ripreso i concetti espressi da Vigano, mettendo l'accento sulle origini di questo fenomeno, che andrebbero ricercate nei secoli scorsi.
Il nodo cruciale? Il controllo assoluto dell'informazione, della narrazione degli eventi.
«La gestione della storia è fondamentale, per chi vuole governare», sottolinea Biglino, che ricorda quello che George Orwell aveva scritto già nel 1948, nel celebre romanzo ("1984") ora tornato drammaticamente attuale.
«Chi controlla il passato controlla il futuro, e chi controlla il presente controlla il passato», scrive Orwell, mettendo in bocca queste parole alla propaganda ufficiale - da incubo - che domina un mondo che, nella fiction letteraria, è ormai spaventosamente distopico. Profezie?
Constatazioni: «Chi ha in mano il potere fa in modo di gestire le conoscenze che riteniamo di avere sul passato», sintetizza Biglino, che si sofferma su un aspetto decisivo: «Per Orwell, la manipolazione del passato ha anche lo scopo di salvaguardare l'infallibilità del potere, che nel romanzo è incarnato dal partito unico del Grande Fratello». Infallibilità?
Certo: «Così si isola chiunque si permetta di dubitare di quanto viene raccontato, sul passato: quasi che si commettesse un reato di lesa maestà». Come dire: «Il passato è quello, e guai a chi lo tocca».
Attenzione: «Vale per i testi antichi e vale per la costruzione delle religioni, che sono basate su una certa interpretazione, dogmatica, degli scritti da cui vengono fatte derivare: interpretazione che non deve essere toccata».
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