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Il grande gioco delle proporzioni

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "Forme" di Rossella Migliaccio e scopri come imparare a valorizzare e finalmente amare la tua unicità

Quello che avete tra le mani non è solo una guida per compiere con facilità e godimento il gesto quotidiano di scegliere dall'armadio cosa metterci o provare un capo che abbiamo visto nella vetrina di un negozio. È un vero e proprio manifesto, un atto di ribellione contro l'idea che le forme si debbano per forza nascondere e che ci si debba modificare per somigliare il più possibile a un modello di riferimento, troppo spesso irraggiungibile.

Vi dico fin d'ora quindi, cosa non troverete in queste pagine: non canoni di bellezza a cui doversi attenere. Non parleremo di difetti, ma di caratteristiche. Non ci saranno regole, ma consigli per acquisire maggiore consapevolezza di noi e del nostro corpo, dei nostri punti di forza - che tante volte sottovalutiamo - e di quelli che consideriamo i nostri punti deboli, per accettarli e persino valorizzarli.

Vi insegnerò il grande gioco delle proporzioni, ma sarete voi a guidarlo: io mi limiterò a svelarvi tagli e dettagli, colori e tessuti che possono creare incredibili illusioni ottiche.

Impareremo che quando un pantalone o un abito non ci dona, questo non è un problema del nostro corpo: stiamo semplicemente forzando la nostra forma in un contenitore sbagliato, basta solo trovare quello della forma giusta per noi. E, credetemi, quel contenitore esiste per tutte, perché deve essere l'abito ad adattarsi al corpo e non viceversa.

In questo libro voglio superare persino il concetto di diversity (diverso da chi?) per proporvi un altro approccio che è quello di variety: la Natura ha immaginato per il nostro corpo un'infinita varietà di forme e nessuna di esse è giusta o sbagliata, perché non esiste il prototipo.

Ma lo spirito di questa mia nuova avventura editoriale è anche di ripensare le nuove teorie che a volte tendono a minimizzare o addirittura demonizzare il concetto di bellezza.


Sono profondamente convinta che il desiderio di sentirsi belli non sia né frivolo né superficiale: giocare con gli abiti, con gli accessori, con il corpo, contiene una meravigliosa dimensione ludica ed è un diritto di tutti.


Il senso estetico e la ricerca dell'armonia sono insiti nell'essere umano: non toglieteci la bellezza, perché è essa che, come ha detto il grande scrittore russo Dostoevskij, «salverà il mondo».

Il problema non è la bellezza, il problema sorge quando vogliamo definirla e incasellarla in un unico standard, o quando la rincorriamo solo per compiacere gli altri.

Vi invito a immaginare il nostro corpo come la casa in cui abitiamo: a volte la rendiamo bella per gli ospiti, è vero, ma in realtà ce ne prendiamo cura soprattutto per goderne in prima persona, perché sentirci a nostro agio nello spazio ci dà una sensazione di profondo benessere. Anche se siamo soli, il semplice gesto di posare un bel mazzo di fiori al centro della tavola scalda l'ambiente e anche il cuore.

Allo stesso modo, valorizzare il nostro corpo con consapevolezza ci fa bene perché ci consente di esprimere chi siamo veramente, liberi dal dovere di aderire a uno standard in cui si riconoscono solo alcuni, lasciando tutti gli altri a guardare.

Eppure, quante volte ci mostriamo indulgenti verso l'insidiosa tentazione di confondere la bellezza con la felicità: «Se avessi quel corpo sarei più felice».

Dopo tanti anni di attività nel mondo dell'immagine mi sono resa conto che raggiungiamo la bellezza proprio quando smettiamo di esserne ossessionati, e questa è l'unica cosa che ha in comune con la felicità.


Che cos'è dunque la bellezza? È armonia, che si può esprimere nelle più svariate forme, e che non conosce confini né geografici né temporali.


Pensiamo al mondo dell'arte, ai nudi dell'Ottocento e agli altri grandi classici della pittura, con le loro forme realistiche e bellissime: se riconosciamo la bellezza in un quadro, perché non la vediamo davanti allo specchio? Perché ci mortifichiamo confrontandoci con foto ritoccate al computer e non sentiamo l'orgoglio di somigliare a un'immagine dipinta da un artista?

Vi invito a scoprire con me questo mondo affascinante, ricco di umanità e tutt'altro che superficiale: ci ispireremo al genio dell'arte, ma anche ai principi della geometria, e scopriremo che la bellezza non ha nulla a che fare con il numeretto riportato sulla bilancia o con l'etichetta attaccata al vestito, ma solo con l'equilibrio delle proporzioni.

Perché non è una questione di peso né di taglia, ma di forme!


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