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Il coach di te stesso: le domande del come e del perché

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "Il Potere delle Domande" di Lucia Giovannini e scopri come cambiare la tua vita e riempirla d'amore

Tutta la nostra conoscenza deriva dalle domande, che è un altro modo per dire che il fare domande è il nostro strumento intellettuale più importante.

Neil Postman

Stai leggendo un estratto da questo libro:

Indice dei contenuti:

Diventa il coach di te stesso

Lo scopo delle domande di questo libro è di ispirarti a scoprire nuovi modi di percepire la tua vita, vedere nuove possibilità e intraprendere nuove azioni.

Ultimamente, il coaching sta prendendo sempre più piede nell’ambito del miglioramento personale e professionale, e io stessa ne vedo i risultati miracolosi, sia nei miei corsi di gruppo sia nelle sessioni individuali dei diplomati delle scuole di coaching che ho fondato e dirigo. E non mi stupisce, perché il coaching è forse l’approccio più democratico ed etico (se praticato bene) che esista.

Lo strumento principale del vero coach infatti non sono tanto le soluzioni pre-confezionate, che rischiano di essere uguali per tutti, di non onorare l’unicità dell’individuo e di limitarne così l’espressione e la libertà personale, ma le domande. E infatti attraverso le domande chiave che il coach facilita le persone a trovare le proprie risposte e a mettere in pratica le proprie soluzioni.

Ma non è facile, e forse anche irrealistico, avere sempre un coach a disposizione ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni alla settimana. Ecco perché, in sostanza, lo scopo di questo libro è aiutarti a diventare il coach di te stesso. Perché c’è solo una persona con cui sei certo di passare tutto quel tempo, sempre. Tu. E avere gli strumenti per porti le giuste domande cambia completamente la relazione con te stesso e con la tua vita in meglio.

In più, il coach non è un esperto di contenuti ma di processi, ovvero il vantaggio è che non ha bisogno di essere esperto in un ambito per facilitare una soluzione o un cambiamento positivo in quello stesso settore. Per esempio, il coach non ha bisogno di essere un medico per aiutare un medico a migliorare la sua carriera, non ha bisogno di essere un genitore per aiutare una mamma a dialogare meglio con il proprio figlio che va male in matematica e così via.

E questo accade proprio perché il coach non è un esperto di contenuti (in questo caso la medicina o una determinata materia scolastica), ma dei processi mentali che sono alla base di pensieri, emozioni, decisioni e comportamenti che mettiamo in atto nella nostra vita.

Allo stesso modo, avere a disposizione un set di domande ed esercizi chiave per essere il coach di te stesso ti aiuterà a destreggiarti anche nelle situazioni nuove, negli ambiti personali o lavorativi in cui ti potresti trovare in difficoltà, in fase di blocco o confusione, o per cui non hai conoscenze o expertise sufficienti.

Anche in queste situazioni, un po’ come quando la nostra auto è bloccata in una marcia da cui non riusciamo a uscire, le domande di auto-coaching di questo libro ci aiutano a sbloccare i nostri processi mentali e ad attingere alla nostra saggezza interiore per fare chiarezza, capire ciò che è giusto o migliore per noi, sviluppare le nostre risorse e metterle in azione.

Due tipologie di domande principali

In generale, troverai due tipi di domande, entrambe generatrici del cambiamento: domande del come e domande del perché, ed è bene conoscerne il diverso effetto per usarle al meglio. Il perché (usato in maniera potenziante) è il nostro motivo per fare qualcosa. Il come è il nostro metodo, il modo di farlo.

Le domande del come (e del quale/quanto/che cosa)

Questo genere di domande ci aiuta a trasformare le nostre migliori idee in azioni; spesso, infatti, abbiamo un’idea, ma non ci prendiamo abbastanza tempo per riflettere su come fare a concretizzarla. O a volte l’obiettivo ci sembra troppo difficile e rinunciamo prima di aver raggiunto un risultato.

Queste domande invece ci aiutano a scoprire i piccoli passi, a mettere in atto i microcambiamenti che aprono la via alla trasformazione. E a mano a mano che scopriamo come fare qualcosa e lo facciamo, la nostra stessa identità si modifica: non siamo più quelli che “tanto non ci riesco”, ma iniziamo a collezionare piccoli successi. E come riempire di benzina il nostro serbatoio.

Le domande del perché

Hai mai notato che, a volte, nonostante sappiamo come fare qualcosa, non lo facciamo? Ti è mai successo di sapere quali passi occorrerebbero per creare quel cambiamento desiderato, eppure di non metterli in atto? Le domande del perché hanno due aspetti fondamentali.

Il primo e più evidente è che attivano la nostra motivazione intrinseca, ovvero ci ricordano il motivo per passare all’azione. Sembra banale, ma non lo è affatto. Quante decisioni fondamentali stiamo mettendo in stallo? Quanti aspetti importanti vengono dimenticati nella nostra corsa quotidiana?

Il secondo aspetto è che le domande ci portano nello stato del “come se”, ovvero ci inducono a visualizzare la soluzione anziché lasciarci bloccati nel problema. In questo stato siamo naturalmente portati ad ampliare il nostro punto di vista (per esempio: perché tutti mi amano?).

A questo tipo di domande ti verrà la tentazione di rispondere “Non lo so”, o addirittura “Non è vero, nessuno mi ama.” Resisti a questa tentazione e rimani con la domanda.

Il perché qui diventa un importante presupposto. Anche se non è ancora vero e reale, ci permette di accedere allo stato d’animo desiderato e ci porta a muoverci nella vita a partire da quello stato. Da lì il passo è breve perché, generando un nuovo modo di pensare e agire, quello stato diventi la nostra nuova realtà.

Le quattro chiavi

Ecco le quattro chiavi per usare una domanda di auto-coaching:

  • Leggila.
  • Scrivila.
  • Ripetila.
  • Vàscoltala.

Sono i quattro modi che usiamo per comunicare con noi stessi e con gli altri.

Leggila. Ovviamente questo è il primo passo. Puoi aprire il libro a caso e leggere la domanda del giorno. Leggila con attenzione, almeno un paio di volte. Non cercare subito la risposta, ma lascia prima che la domanda metta radici nel tuo inconscio.

Scrivila. Se hai tempo, puoi prendere un quaderno e scrivere la domanda al centro della pagina. La domanda sarà come un sole da cui si dipartono dei raggi. Lascia i raggi vuoti come nel disegno, porta con te il quaderno durante la giornata e via via che ti vengono in mente delle risposte scrivile interamente, o sintetizzale in una parola chiave, nei vari raggi. Questo procedimento è lo stesso utilizzato per la Mappa della Visione nel metodo Tutta un’altra vita ed è studiato appositamente per stimolare il cervello a cercare di completare i raggi. Inoltre rappresenta anche graficamente il funzionamento del cervello umano e la struttura dei neuroni (il cerchio centrale) con gli assoni (i raggi).

Ripetila. In alternativa, un ottimo modo per lasciare che la domanda lavori nell’inconscio è ripeterla più volte. Magari nei tempi morti della giornata, mentre sei in metropolitana o in autobus o in fila alla cassa del super-mercato. Finirai per farla diventare una lente attraverso cui filtrare la tua realtà. E questo darà vita a nuove esperienze. (Molto spesso davanti a un problema ci ripetiamo in continuazione “Perché a me...”, finendo inevitabilmente in una spirale negativa. Qui usiamo lo stesso meccanismo, la ripetizione, ma con un tipo di domande del tutto diverse che generano risultati positivi.) 

Ascoltala. Quando puoi, ripetiti la domanda a voce alta (magari non mentre sei in fila al supermercato!). Il fatto di ascoltare le domande le rende ancora più potenti. Un’altra possibilità è di scambiare le domande di questo libro con il tuo partner o con i colleghi. Non necessariamente devi poi rispondere al quesito. Basta che ve lo poniate a vicenda ad alta voce.

Quando usare il libro

Ovviamente puoi servirti di questo libro quando vuoi durante la tua giornata, nella vita personale e lavorativa. Puoi usare le domande quando devi prendere una decisione e vuoi un’ispirazione o semplicemente quando hai voglia di uno spunto su cui riflettere. Tradizionalmente ci sono (almeno!) due momenti della giornata in cui è bene dedicare qualche minuto all’introspezione.

La mattina appena sveglio: puoi usare la domanda come occhiali da indossare durante la tua giornata. La sera prima di dormire: in questo caso puoi scegliere di addormentarti con la domanda e lasciare che l’inconscio la elabori durante il sonno.

In generale, apri il libro una o due volte al giorno e scopri il messaggio che ha in serbo per te. Se ricevi lo stesso messaggio per diversi giorni di seguito, probabilmente significa che quello è un tema importante nella tua vita!


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