Il bacio della buona notte!
Pubblicato
2 anni fa
Elisabetta Vagliani
Dottoressa in scienze dell’Educazione, esperta nei processi di apprendimento
I benefici della lettura prima di dormire
È ormai ampiamente diffusa e confermata la tesi secondo cui la promozione della lettura e la vicinanza al libro fin dalla più tenera età costituisca una buona pratica educativa.
Gli studi psico-sociali e le più recenti ricerche neuroscientifiche ci mostrano costantemente i vantaggi della lettura in termini cognitivi ed emotivi.
Leggere o ascoltare una storia narrata a voce alta contribuiscono all’ampliamento del linguaggio dei bambini, favoriscono lo sviluppo del pensiero divergente, stimolano la creatività, invitano all’ascolto attivo.
Prima ancora, leggere per il tuo bambino significa creare un legame, stare in relazione, stare in un tempo di quiete.
La lettura o il racconto ci invitano a imbastire un dialogo a due, fatto di attesa e vicinanza fisica.
E proprio lì, su quel tappeto, su quel letto o quella poltrona, in quel luogo che abbiamo deciso essere il nostro nido, comincia una danza: leggiamo, rileggiamo, giriamo pagina, attendiamo, puntiamo il dito su un dettaglio, ascoltiamo, rimaniamo in silenzio, osserviamo e lo facciamo insieme.
Leggere richiede tempo, connessione e complicità. Per questo dedicare un momento della nostra giornata alla lettura nutrirà la relazione con i nostri figli, mantenendola viva, sana e gioiosa; ci permetterà di creare un microclima indispensabile per favorire l’empatia e di offrire loro un tempo esclusivo e significativo.
Perché proprio prima di dormire?
"Prima di dormire" non costituisce un confine temporale, semplicemente ci suggerisce un momento adatto, lontano dalla frenesia della quotidianità.
Affidare il rituale della lettura alla luce soffusa della sera, al calore di una coperta ci aiuta a tenere lontani i rumori forti, il ritmo incalzante del giorno. La pacatezza che tradizionalmente contraddistingue il momento prima di dormire contribuisce all’allestimento di un luogo intimo, un nido, un abbraccio, alla preparazione di un tempo lento e disteso.
Pur non rappresentando una regola, leggere di sera prima di dormire spesso diventa un rifugio sicuro dalla sollecitudine. Durante le nostre giornate siamo sopraffatti dalla fretta, dall’irritabilità, dalla velocità. Il momento della cura, della coccola, con o senza libro, è lontano dalla premura e risulta urgente solo per il cuore!
Leggere deve essere un piacere, deve nascere dal desiderio di un contatto, di un tempo di qualità, comodo e rilassato. Da qui il fiorire di storie della buona notte! Esse costituiscono un’efficace routine che orienta i bambini verso la calma, il raccoglimento e li prepara al sonno.
Quali storie?
Le storie della buona notte costituiscono un tema, uno dei cavalli di battaglia dell’editoria per l’infanzia.
Innumerevoli sono le pubblicazioni che, soprattutto negli ultimi anni, hanno investito riguardo l’argomento affrontando in modo più o meno diretto l’oggetto notte, buio e sogno.
La scelta è ampia e variegata, quindi come orientarsi? Quando scegliamo un libro o un racconto per accompagnarci nella tessitura della relazione con i nostri figli, per condividere con loro un’esperienza, è bene innanzitutto scegliere una storia che risuoni dentro di noi, che ci inviti a entrare, che in qualche modo sentiamo adatta per quel momento, per noi. Non è necessario che la lettura serale sia a tema nanna.
Per i più piccoli sono adatte le storie semplici, chiare, con una struttura narrativa che si ripete. La replicazione, apparentemente monotona, è per i bambini un modello particolarmente ambito e rassicurante con cui possono godersi il racconto perché sanno cosa li attende nell’avanzare della lettura.
A partire dai cinque anni, le fiabe antiche e moderne, gli albi illustrati e la poesia costituiscono un patrimonio preziosissimo a cui attingere.
Quale inizio migliore di un “C’era una volta…” può propiziare il momento della lettura o del racconto?
Le fiabe, soprattutto quelle arrivate a noi dalla tradizione orale, sono preludio di meraviglia. Con le loro trame, le ambientazioni e i personaggi si presentano come occasioni perfette per muovere l’immaginazione dei bambini operando su di loro attraverso l’analogia. Tutto può accadere, tutto è possibile nella fiaba. I buoni attraversano situazioni impervie, superano prove, si battono con temibili nemici, ma alla fine vincono sempre.
Le fiabe raccontate a voce o lette consentono un viaggio analogico, di assonanze, metafore che permetteranno ai bambini che ascoltano di immedesimarsi in modelli virtuosi e di addormentarsi con il lieto fine!
Anche gli albi con le loro tavole illustrate e il lessico ricercato del testo ci raccontano vicende, conducono noi e i nostri figli verso la meraviglia. Ad ogni giro pagina si avanza insieme, incedendo verso la scoperta sincrona di parole e disegni.
É proprio questo avanzare, quest’andatura lenta che permea la relazione genitore-figlio, permettendole di lievitare senza artifici o gesti solenni, ma con la semplicità della parola, di quel tempo esclusivo, desiderato e tanto atteso che alimenta l’intimità. Perciò, sarà l’attenzione, la cura e la dedizione con cui viviamo il qui ed ora di quella particolare relazione a garantire la qualità della letteratura che leggeremo. Sicuramente connoteremo quell’abbraccio con la storia più giusta per noi, la migliore con cui concludere la nostra giornata.
Sarò un narratore capace?
Il narratore si limita alla lettura, non interpreta, non analizza ed evita di attribuire significati propri o spiegazioni ulteriori.
Narrare significa parlare, esporre a viva voce. L’abilità dell’espressione orale ci appartiene fin dalla notte dei tempi. Tutti ne siamo capaci.
Svincoliamo il momento della lettura con i nostri figli dalla performance. Leggere è prima di tutto un atto di amore, perciò necessità di naturalezza e spontaneità.
Leggere o raccontare ai nostri figli ha bisogno della nostra voce di sempre, quel tono, quell’accento, quell’inflessione che la rende unica. I nostri bambini non ci giudicheranno! Al contrario, la voce naturale, genuina sarà per loro una guida sicura, un amuleto, una luce che illuminerà anche i sentieri reconditi del bosco delle storie.
Una voce lenta, che contempla nel suo procedere i silenzi, le soste, che concede di temporeggiare su una parola, su un dettaglio, su un colore, che ha riguardo del suo ascoltatore e gli permette di riascoltare, di rileggere, di tornare indietro, di tergiversare, di leggere senza seguire un preciso ordine.
Nel caso in cui fluidità e scorrevolezza della lettura non ci appartenessero fin da subito, sarà sufficiente allenarle con la pratica.
Per cui, riappropriamoci del narratore presente in ognuno di noi leggendo insieme ai nostri figli, raccontando le storie della nostra infanzia, le fiabe che abbiamo ascoltato a nostra volta. Se anche non ci fossero racconti nella nostra memoria infantile allora sarà oggi il momento giusto per dar vita ad un repertorio tutto nuovo con cui impreziosire il dialogo con i nostri bambini.
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