Giocare per crescere
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2 anni fa
Una guida per scegliere i giochi in base all’età dei propri figli
Gli esperti considerano da sempre il gioco non una semplice attività ludica e di intrattenimento ma un vero e proprio “lavoro”, anzi, come sosteneva la stessa Maria Montessori, “il” lavoro di tutti i bambini, attraverso il quale ci si prepara alla vita.
E parafrasando lo stesso filosofo Cartesio, è indubbio che attraverso il gioco ogni bambino (o potremmo dire anche ogni essere vivente, perché è indubbio che il gioco è una parte fondamentale della crescita umana e animale) esprime sé stesso e la sua personalità, i suoi desideri, la sua creatività e fantasia, la sua voglia di affermarsi e di trovare il proprio posto nel mondo.
Per questa ragione, ad ogni età corrisponde un gioco differente ed è sempre per questo che anche gli adulti (come succede nel mondo animale) non dovrebbero mai smettere di giocare.
La valenza del gioco
Se in età infantile il gioco aiuta a sviluppare una serie di capacità cognitive e psico-motorie che portano alla scoperta del mondo, man mano che gli anni passano il “compito” del gioco si evolve, portando di fatto allo sviluppo sociale, fisico, conoscitivo ed emotivo del bambino. Il gioco infatti aiuta il bambino a sperimentare ed elaborare la realtà esterna. Attraverso il gioco, si impara a conoscere sé stessi e ciò che ci circonda, a consolidare le prime forme di autocontrollo e di interazione sociale. Per ogni età, quindi, c’è un gioco specifico e perfetto, e conoscere quello migliore per il proprio figlio, più adatto alle sue caratteristiche (e anche ai suoi gusti), è fondamentale per ogni genitore.
Un gioco per ogni età
La palestrina, la spirale di attività, i peluche musicali, i sonaglini. Nel primo anno di vita i giocattoli servono a far scoprire al bebè la meraviglia del mondo. Per questa ragione sono morbidissimi, coloratissimi, spesso con l’aggiunta della musica, per stimolare i sensi e anche l’innata curiosità tipica di ogni neonato.
Spesso sono giochi di dimensioni ridotte, pensati per poter essere manipolati, portati alla bocca in tutta sicurezza, anche strattonati e gettati, senza il rischio di rompersi. E soprattutto, sono progettati per poter essere lavati e igienizzati, perché anche quando si tratta di giocare, l’igiene è importante.
Intorno ai due anni, quando inizia il processo di distacco dalla figura di riferimento, di solito la mamma, il gioco diventa un oggetto di transizione il cui compito è quello di aiutare il bambino ad affrontare i momenti di separazione. Sono i cosiddetti “doudou”, che il bambino porta con sé all’asilo, dai nonni, e in tutti quei momenti in cui ha bisogno di essere rassicurato e confortato.
A 3 anni circa il bambino inizia a socializzare con i suoi coetanei e spesso e volentieri imita il comportamento degli adulti. Le classiche cucine di legno, oppure gli attrezzi del meccanico o del falegname diventano i giochi preferiti perché sono una rappresentazione del lavoro dei grandi, che il bambino osserva e può replicare. A quest’età le attività motorie complesse come il correre, camminare, arrampicarsi, sono del tutto apprese e continuano ad affinarsi. Anche il linguaggio si sviluppa in modo rapido tanto che alcuni bambini (soprattutto se hanno fratelli maggiori) sono già in grado di articolare frasi corrette e compiute.
A fianco del gioco di imitazione, compare anche il gioco simbolico e così la bambola o il peluche possono diventare un paziente da curare, la spalliera del divano un animale da cavalcare, e così via. Infine, l’età scolare, fino ai 10 anni, quando compaiono i giochi di gruppo con le regole che obbligano i bambini all’ascolto, alla comprensione, al seguire le istruzioni per poter giocare e stare assieme agli altri, all’interno di una comunità. Una vera e propria scuola per quella che sarà la vita di domani.
Il gioco nell’adulto
Inutile dire che giocare è importante ad ogni età. Anche quando si cresce e si diventa grandi. Il gioco facilita la flessibilità del cervello, lo aiuta a mantenere e a rinnovare le connessioni dei neuroni, promuovendo la sua capacità di adattamento ai cambiamenti esterni. Il gioco quindi è la soluzione anche a grandi problemi: il divertimento che genera un’attività ludica allenta lo stress e le tensioni, supportando il cervello a trovare le soluzioni più adatte.
Il gioco, in aggiunta, favorisce l’empatia, la comprensione, la fiducia e l’intimità. Essere di animo giocoso e divertente è un’attitudine che aiuta a entrare in sintonia con persone che non si conoscono e magari anche a creare nuove relazioni professionali.
Non per altro il celebre George Bernard Shaw era solito sostenere che non si smette di giocare perché si invecchia, ma si invecchia perché si smette di giocare. Il gioco rafforza l’energia e la vitalità, migliorando la resistenza alle malattie e quindi, in ultima analisi, la qualità della vita.
Adventerra Games
I giochi da tavolo dal design svizzero concepiti per aumentare la consapevolezza ambientale nei bambini e aiutarli a diventare adulti rispettosi delle altre persone, degli animali e del pianeta.
Spiegare ai più piccoli concetti come l’inquinamento o il cambiamento climatico potrebbe essere difficile, perché di fronte a problematiche di tale portata si possono spaventare andando incontro a quella che gli esperti hanno definito eco-ansia. Gli studi hanno dimostrato che il modo migliore per gestirla è mostrare ai bambini cosa possono fare per essere d’aiuto.
I giochi di Adventerra Games sono ecologici e sostenibili, realizzati con materie prime amiche dell’ambiente.