Gatto nero: miti da sfatare
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20 giorni fa
La Redazione di Macrolibrarsi
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In occasione della giornata del gatto nero, scopri la vera storia del gatto nero, le leggende e i miti sulla sfortuna
I gatti sono creature meravigliose, a prescindere dal colore del loro mantello, ma tra i felini, il gatto nero è forse quello che vanta più fascino e mistero. Nonostante ciò, però, non gode spesso di buona reputazione. Nel corso dei secoli, infatti, proprio per via del colore del suo pelo, è stato protagonista di racconti popolari associati alla sfortuna e alla stregoneria. Potrebbe però sorprenderti scoprire che, in realtà, non è stato così da sempre e, in certe culture, il gatto nero era persino visto come simbolo di buon auspicio e prosperità.
Continua a leggere per scoprire da dove originano le superstizioni sui gatti neri, quali sono i miti duri da sfatare e perché è importante celebrare il 17 novembre, la giornata mondiale del gatto nero.
Perché si ritiene che il gatto nero porti sfortuna: leggende e miti del passato
Probabilmente ti sarà capitato di sentir dire che quando un gatto nero attraversa la strada porta sfortuna, o è indizio che qualcosa di negativo sta per accadere. Su questi splendidi felini, infatti, circolano moltissimi miti legati a vecchie superstizioni popolari, che li raffigurano come portatori di sventura.
Forse ti starai chiedendo come un cucciolo peloso possa essere visto in questo modo così negativo solo per via del colore del suo pelo. Per scoprire l'origine di questi pregiudizi sui gatti neri occorre tornare indietro nella storia, ripercorrendo le varie epoche, fino al medioevo.
Miti duri a morire ancora radicati
Sono molte le storie e le dicerie popolari legate al gatto nero con un significato negativo che nel tempo si è radicato fino ai giorni nostri, ma da dove nasce l’associazione tra il gatto nero e la sfortuna? Questi splendidi felini sono vittima di pregiudizi fin dall’epoca medioevale, non solo perché associati alle streghe e ai loro culti.
L’ipotesi più accreditata accosta l’origine di tale superstizione al periodo storico in cui ci si muoveva a cavallo, o in carrozza. Poiché il pelo scuro si confonde facilmente nel buio, i cavalli potevano spaventarsi alla vista di un gatto nero che attraversava la strada nel cuore della notte, disarcionando il cavaliere, o mettendo a rischio le persone e la merce trasportata, così da esporla più facilmente ad atti di brigantaggio.
Le tradizioni di molte città portuali, invece, mettono in relazione i gatti neri alla sventura per un’associazione con gli atti di pirateria. Questo perché i felini dal pelo scuro riuscivano a imbarcarsi con più facilità degli altri nelle buie stive delle navi, senza essere visti. Una volta a bordo erano ben visti dai marinai poiché prestavano il loro servizio proteggendo il carico dai topi, ma al momento dello sbarco nella città scelta per l’assalto, assieme ai pirati scendevano anche i gatti. Così, ben presto, vedere gatti neri nelle città marittime diventò presagio di un saccheggio imminente e quindi segnale di sciagura.
L’accusa più grande la ebbero però durante il Medioevo, dove vennero associati ai culti di stregoneria e per questo perseguitati, proprio come le streghe. Si credeva, infatti, che le streghe li usassero per compiere i loro culti legati al demonio, che potessero prenderne le sembianze, o ancora, che questi animali fossero i loro "famigli" (spiriti assistenti). Queste credenze aumentano la paura e il sospetto popolare, fino ad arrivare a dei veri e propri atti di persecuzione.
La caccia al gatto nero causata da queste diffuse superstizioni ha portato all'orribile uccisione di massa di gatti dal pelo nero dall'inizio del XIII secolo fino ai processi alle streghe di Salem del Massachusetts del XVII secolo.
Questi eventi, sebbene basati su associazioni irrazionali, hanno lasciato un segno indelebile nella cultura popolare, che si sono tramandati fino alla società odierna, tanto che ancora oggi il gatto nero ad Halloween viene rappresentato come il gatto delle streghe, o è visto come simbolo dell'occulto e del mistero.
Tutti sappiamo che il gatto nero non porta sfortuna, ma forse anche tu, se ne vedi uno, prima di avvicinarti o fermarti ad accarezzarlo, pensi a cosa potrebbe andare storto oggi. Questo accade perché l’idea del gatto nero come annunciatore di eventi nefasti si è ormai fissata nel immaginario collettivo ed è difficile da eradicare. Potrebbe farti piacere sapere che, per certe culture, il gatto nero è stato anche simbolo di buona sorte e prosperità.

Il gatto nero come porta fortuna
Non per tutti il gatto nero porta sfortuna. Per molte culture questo animale è stato visto con un’accezione positiva, come un protettore della casa, in grado di allontanare la sfortuna, invece di attirarla, o persino associato a divinità benevoli e caritatevoli, e per questo venerato.
Vediamo insieme alcune di queste culture che hanno considerato il gatto nero in modo positivo.
Antico Egitto
Nell'Antico Egitto, i gatti, inclusi quelli neri, godevano di uno status elevatissimo. Questi felini, infatti, erano associati alla divinità Bastet, la dea della fertilità, della casa e della protezione dalle malattie, la quale veniva raffigurata con corpo di donna e testa di gatto nero. Per la loro somiglianza con la dea, i gatti dal pelo nero erano considerati animali sacri e venivano persino venerati, tanto che arrecare loro danno comportava severe punizioni. Il rispetto per questi animali era così profondo che, in segno di onore, venivano talvolta mummificati e sepolti insieme ai loro proprietari.
Mondo Greco-Romano
Nell’Antica Roma gatti neri erano considerati dei veri e propri portatori di buona sorte e prosperità, in particolare, correlata al lavoro agricolo. Prima della stagione delle messe, era usanza bruciarli dopo la loro morte e spargerne le ceneri per augurarsi un buon raccolto.
Il simbolismo del gatto nero prese un risvolto diverso nell'antica Grecia, dove era associato al mondo mistico e alle arti magiche. Qui tutti i gatti erano sotto la protezione di Diana, dea della caccia, ma i gatti neri in particolare, erano considerati portatori di poteri magici benevoli, e per questo rispettati più degli altri. In particolare, venivano spesso ritratti assieme alla dea Ecate, patrona della magia, della stregoneria e della luna.
Giappone
In generale, in Oriente il gatto è sempre stato amato per le sue qualità di cacciatore, dal momento che con i suoi banchetti teneva lontano i topi dai raccolti e dai bachi da seta, importantissimi per l’economia orientale. Nella cultura nipponica, però, i gatti neri sono visti come dei veri e propri talismani e simboli di fortuna, buona salute e benessere economico. La loro pelliccia scura è vista come una barriera che assorbe e respinge la sfortuna. Per questo motivo, per proteggere la casa e i suoi abitanti dagli spiriti maligni e dalle energie negative, in Giappone è usanza posizionare all’ingresso una statuina come il Maneki Neko nero.
Europa
Nei Paesi anglosassoni il gatto nero è generalmente un simbolo di buon auspicio, considerato portatore di amore, denaro e felicità, ma anche capace di allontanare le energie negative. Per esempio:
- in Scozia, la sua comparsa o presenza sulla soglia di casa è vista come un segno di prosperità, cacciarlo allontanerebbe la fortuna dalla propria abitazione;
- in Inghilterra, invece, si crede che regalare un gatto nero a una futura sposa le porti fortuna.
Questa visione positiva si estende al sud della Francia, dove i gatti neri sono chiamati matagots (o "gatti maghi") e si crede che trattarli bene garantisca fortuna al proprietario.
Cosa significa sognare un gatto nero
Forse ti è capitato di sognare un gatto nero e vuoi sapere cosa significa? Contrariamente a quanto rappresenta nel folklore popolare, secondo l'interpretazione dei sogni, sognare un gatto non è presagio di sfortuna. Dietro a questa immagine nel mondo onirico possono nascondersi diverse interpretazioni, che includono la buona sorte, l’indipendenza e l’intuizione.
Ad ogni modo, l’interpretazione corretta dipende molto dal contesto del sogno, o dalle emozioni coinvolte. Spesso, inoltre, i sogni sono messaggi del nostro inconscio, legati a paure o altre emozioni che non riusciamo a elaborare a livello conscio.
Non bisogna dunque lasciarsi spaventare da generiche superstizioni, ma piuttosto analizzare i segnali del corpo e ciò che la mente sta cercando di comunicare.
Giornata del gatto nero per sensibilizzare all’adozione
Sebbene le persecuzioni non ci siano più, purtroppo, molti pregiudizi continuano ancora oggi e non tutti sono pronti ad adottare un gatto dal pelo nero o, comunque, potendo scegliere, preferiscono gatti di altri colori. Così, spesso, questi bellissimi animali, restano senza una casa in cui abitare.
Per questo è importante cambiare prospettiva e vedere il gatto nero per quello che realmente è: un bellissimo animale da amare.
La giornata del gatto nero (17 novembre 2025) fu istituita dall'AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) nel 2007 proprio con lo scopo di contrastare le superstizioni negative sui gatti neri e promuoverne l'adozione.
Adottare un gatto è un gesto d’amore, ma scegliere un gatto nero significa pensare col cuore e andare contro ai pregiudizi, offrendo un posto sicuro a cuccioli che spesso restano senza casa per colpa di credenze popolari.

Carattere del gatto nero
Oltre alle superstizioni che legano il gatto nero a riti occulti e mistero, queste pantere dagli occhi gialli vengono spesso additate come animali aggressivi e dal carattere difficile. In realtà, però, anche questa associazione è infondata: non c'è alcuna correlazione scientifica che lega il colore del manto al temperamento.
L’indole di un gatto può dipendere dalla razza, o dall’adattamento all’ambiente in cui è vissuto, ma non ci sono basi genetiche che legano il gatto nero a un carattere particolare. La pigmentazione scura del pelo è semplicemente il risultato di una combinazione di alleli (varianti genetiche di uno stesso gene) e non rappresenta l’indicatore di un comportamento aggressivo. L'idea che un gatto nero sia più difficile da gestire di un altro, dunque, è un puro pregiudizio infondato.
In realtà, ogni gatto ha una personalità unica, che non è legata al colore del suo mantello. I gatti neri possono essere animali domestici molto amichevoli e affettuosi, ma potrebbe esserci qualche gatto dal pelo scuro con un carattere più schivo e distaccato.
Ciò che fa la differenza è il tipo di educazione che ha ricevuto. Per questo è importante dedicargli sempre le giuste cure e attenzioni, senza mai trascurare la sua socializzazione e abituarlo fin da piccolo alla presenza umana e stimolarlo con il gioco o le coccole.
Come il colore dei nostri capelli dipende da quello dei nostri genitori, anche per il gatto il colore del suo mantello è tutta questione di genetica, così come la lunghezza della coda, il taglio degli occhi, o la posizione delle orecchie, o tutte le altre caratteristiche che rendono ciascun gatto unico, speciale e diverso da un altro.
Conclusioni
Nonostante il gatto nero sia spesso associato alla sfortuna, è importante ricordare che si tratta solo di miti e credenze popolari prive di fondamento scientifico. È tempo di lasciarsi alle spalle tali superstizioni e riconoscere i gatti neri per ciò che sono realmente: meravigliosi felini, ciascuno con il proprio carattere e temperamento.
Tutti i gatti sono creature affascinanti, indipendentemente dal colore del mantello, ma spesso i gatti neri sono gli ultimi a essere scelti nei gattili, o peggio, restano senza casa. Se stai pensando di adottare un gatto, dunque, non farti influenzare dal colore del suo pelo, o da altre caratteristiche fisiche, ma fai la tua scelta in modo consapevole e lasciati guidare dal cuore.
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