Funzioni e reperibilità della vitamina C
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3 anni fa
Leggi un estratto di "Le Verità Nascoste della Vitamina C" libro di Paolo Giordo
Le funzioni della vitamina C sono numerose, e non si esauriscono certo nelle pagine che seguono, il cui scopo è solo introduttivo (approfondiremo oltre le diverse proprietà di questa sostanza).
Questo capitolo servirà anche a capire dove si trova la vitamina C in natura e tutte le problematiche che ne impediscono un corretto assorbimento.
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A cosa serve la vitamina C
La vitamina C partecipa a moltissime reazioni metaboliche, alla biosintesi di aminoacidi, ormoni e collagene. Soprattutto, la sintesi del collagene serve alla riparazione dei tessuti, alla guarigione delle ferite e alla maggiore elasticità delle ossa (che possono perciò deformarsi ma non rompersi in seguito a un trauma), all'integrità di tendini e legamenti, oltre a fornire la matrice del nostro tessuto connettivo.
La C contribuisce a rendere più elastici i vasi sanguigni. Interviene nella produzione di noradrenalina, molecola coinvolta nella risposta a situazioni stressanti insieme ad altri neurotrasmettitori. Per questo motivo entra a far parte delle sostanze che favoriscono il buon umore (Rullar J. M. et al., "High vitamin C status is associated with elevateti mood in male tertiary students", Antioxidants, 7,2018).
Inoltre aiuta la formazione degli acidi biliari, specie quella dell'acido colico a partire dal colesterolo, permettendo la digestione dei lipidi alimentari.
Favorisce poi l'assorbimento intestinale del selenio e del ferro presenti negli alimenti, aumentandone la biodisponibilità; nel caso del ferro, interviene trasformando questo minerale da trivalente, insolubile, in bivalente, solubile. Riduce invece l'assorbimento di nickel, rame e manganese. Facilita il metabolismo dell'acido folico mutandolo in tetraidrofolato, la forma attiva utilizzabile dal nostro organismo. Aumenta la sintesi degli ormoni surrenalici e previene le malattie cardiovascolari.
Oltre a ciò la vitamina C è uno dei più potenti antiossidanti, cioè diminuisce i danni causati da un eccesso di radicali liberi.
Agisce principalmente riducendo lo ione superossido, il radicale idrossilico, l'acido ipocloroso e altri ossidanti cellulari. In questo modo essa attua una protezione delle cellule, del DNA e di tutti gli organuli intracellulari. Favorisce poi la rigenerazione della vitamina E, che una volta ossidata necessita di questa azione per poter tornare di nuovo efficiente.
La vitamina C svolge, infine, importanti azioni immunitarie combattendo virus, batteri e altri microrganismi patogeni, ed esplica un'azione sia preventiva che curativa nelle patologie tumorali, con meccanismi che verranno approfonditi in seguito. Potenzia, infatti, il sistema immunitario attivando la chemiotassi e la fagocitosi, processi essenziali nella difesa contro gli agenti patogeni.
Un'importante funzione del fegato è quella di metabolizzare sostanze estranee come farmaci, veleni, tossici e metaboliti anomali. Questo sistema ossidativo richiede un certo numero di enzimi per le reazioni di idrossilazione e di demetilazione, il citocromo P450 per il trasporto di elettroni e la presenza di un agente riducente come l'acido ascorbico. Quest'ultimo, per l'appunto, partecipa alla detossificazione di una varietà di sostanze chimiche, farmacologiche e di derivazione ambientale. I fumatori, infatti, hanno livelli di vitamina C nel sangue più bassi.
L'acido ascorbico è noto anche per inibire la nitrosazione delle amine, processo che avviene nel nostro corpo attraverso una dieta incongrua e che può dar luogo a potenti carcinogeni. Inoltre svolge un ruolo importante nell'aiutare la funzione dei fagociti, fondamentali cellule immunitarie che combattono i microrganismi patogeni.
Reperibilità della vitamina C
La vitamina C è largamente disponibile in natura prima di tutto nella frutta: per quanto riguarda quella nostrana, ricordiamo in particolar modo gli agrumi (arance, limoni, mandarini, pompelmi ecc.), ma anche kiwi, fragole, ribes nero.
Per quanto riguarda i frutti tropicali occorre ricordare il camu camu, che secondo vari studi arriva addirittura a 2500-3000 mg/100 g, e l'acerola, che raggiunge 1680 mg (fonte: USDA).
È comunque ben rappresentata anche negli ortaggi: verdure a foglia scura (cavolo, broccoli, spinaci, crescione ecc.), pomodori, peperoni, patate (specie se novelle).
Come vediamo, questa sostanza si trova quasi esclusivamente in alimenti di origine vegetale e pochissimo in quelli di origine animale.
Fattori di rischio e impoverimento delle fonti di vitamina C
Pur essendo presente in molti alimenti, questa vitamina è però fragile e si degrada facilmente con l'esposizione alla luce; la conservazione e la cottura prolungata la diminuiscono sensibilmente.
Inoltre possono ridurne l'assorbimento altri fattori che ora prenderemo in considerazione. Su alcuni, come l'invecchiamento, non si può intervenire, ma su altri si può agire più o meno facilmente.
1. Il fumo
Riduce la concentrazione della vitamina C di circa il 40%. La nicotina, per di più, sembra diminuirne l'assorbimento gastrointestinale e incrementarne il metabolismo, con la conseguenza di un aumentato fabbisogno giornaliero.
Molti ricercatori, negli anni, hanno confermato che i livelli di vitamina C nel sangue di soggetti dediti al fumo erano nettamente inferiori a quelli che non hanno questa inclinazione. Anche il contenuto di questa sostanza nel latte di donne fumatrici si è rivelato minore rispetto a quello delle altre.
Potrebbe essere la carenza di acido ascorbico a predisporre maggiormente la popolazione dei fumatori a problemi cardiaci e cerebrovascolari, a emorragie retiniche e ad altri accidenti vascolari periferici.
2. Invecchiamento.
La concentrazione dell'acido ascorbico nei tessuti diminuisce con l'avanzare dell'età. Al contrario di quella nei leucociti, che non declina significativamente invecchiando.
Il sanguinamento della bocca e dei denti sono fenomeni abbastanza comuni nella terza età e possono essere ricollegati a una frequente carenza di vitamina C.
3. Le infezioni
Svuotano i depositi di acido ascorbico, causando una deficienza che riduce la resistenza alle infezioni. Già negli anni '20 del Novecento Hess stabilì la correlazione tra infezioni, dieta e ambiente monitorando un gruppo di studenti (Hess A.F, "Nutritional disorders in the light of recent investigations". Boston Med. Surg., Jan. 1922, 187, 101).
Il meccanismo per cui le infezioni provocano effetti profondi sul metabolismo dell'acido ascorbico non è del tutto noto. Una possibilità è data dal trasferimento di questa sostanza nelle zone sedi di infezione mediante i leucociti: questi migrano per diapedesi attraversano la parete dei capillari, rilasciano il loro carico di ascorbato per osmosi, fagocitano i batteri o altri microrganismi e tornano attraverso i vasi linfatici alla circolazione sanguigna caratterizzati da deficienza di ascorbato.
Lewin ritiene che la chemiotassi abbia un ruolo di primo piano nel dirigere il trasporto dell'ascorbato da parte dei leucociti. Egli crede che nelle zone malate o danneggiate si formi un composto di istamina e acido ascorbico. Chiaramente la leucocitosi che si instaura durante le infezioni conduce a una riduzione dei livelli di ascorbato nei leucociti stessi. Il peggioramento o il perdurare di un'infezione causa un'ulteriore diminuzione dei depositi di ascorbato, e questa situazione metabolica riduce ancora la resistenza alle infezioni, in un circolo vizioso patologico che si autoalimenta (Lewin S., Vitamin C: its molecular biology and medical potential, Academic Press, NY, 1976; e anche MacLennan W.J., Hamilton J.C., "The effect of acute illness on leucocyte and plasma ascorbic acid levels", Brit. Jou. Nutrit, 1977,38,217).
4. Traumi, interventi chirurgici, ustioni
Dopo un intervento chirurgico i pazienti mostrano una caduta dei livelli di acido ascorbico valutabile tra il 30 e il 50%. I soggetti già carenti prima dell'intervento raggiungono una deficienza da scorbuto.
Irvin e altri ricercatori valutarono i livelli di acido ascorbico leucocitario dopo un intervento chirurgico in pazienti raggruppati a seconda della severità del trauma chirurgico. La quantità di quella sostanza fu trovata notevolmente ridotta dopo l'operazione, ma non sembrava esserci una relazione con l'entità dell'intervento.
Il team trovò, comunque, una correlazione tra l'abbassamento del livello di acido ascorbico leucocitario e l'incremento dei globuli bianchi, e concluse che la leucocitosi postoperatoria comporta un rilascio da parte del midollo osseo di leucociti con scarso contenuto di ascorbato. Questo deve essere considerato parte del 42% di riduzione della concentrazione di ascorbato leucocitario osservata a partire dalla terza giornata dopo l'intervento (Irvin IT, "Vitamin C requirements in post operative patients", Int. Jou. Vitam. Nutrit Res. Suppl., 1982,23,277).
Anche nelle ustioni, a seconda della loro estensione, si osserva una deplezione dei livelli della C, che pertanto sarebbe opportuno somministrare per via endovenosa nelle carenze di grave entità, possibilmente insieme ad altre vitamine (B1, B2, B5), in quanto i livelli raggiungono rapidamente lo zero.
5. Medicinali
Molti farmaci, specialmente quelli nella sfera ormonale, portano a un consumo maggiore di vitamina C, con conseguente aumentato fabbisogno. Tra questi l'ACTH, le gonadotropine, il cortisone, la tiroxina, l'insulina, la pillola anticoncezionale, gli androgeni ecc.
Per quanto riguarda l'acido acetilsalicilico (la comune aspirina), questo aumenta il fabbisogno di vitamina C in quanto ne riduce l'assorbimento intestinale. La stessa cosa si può dire per l'uso di cortisonici, estrogeni ecc.
6. Gravidanza
La gravidanza richiede una maggiore presenza di vitamina C. Una sua deficienza può dare sintomi come fragilità capillare o ramificazioni capillari cutanee, sino ad arrivare nei casi più gravi a un distacco placentare. La carenza di vitamina C e di acido folico possono essere all'origine di difetti del tubo neurale nel feto.
Il livello di vitamina C diminuisce durante il procedere della gravidanza e si abbassa ulteriormente durante il puerperio, per cui è utile una supplementazione.
Bisogna comunque dire che massicce dosi in gravidanza non sono consigliabili; invece sono utili e necessarie quantità moderate (circa 1 g al giorno).
7. Stress
Lo stress è noto per accrescere notevolmente il fabbisogno di vitamina C, anche attraverso l'increzione di cortisolo surrenale (stress cronico) e l'aumento dell'adrenocorticotropo (ACTH). Alcune manifestazioni cliniche o subcliniche dello scorbuto possono verificarsi nell'individuo sotto stress ma molto meno in chi non ne è soggetto, a parità di deficienza di vitamina C.
La carenza di questa sostanza è stata messa in relazione con un aumento nel sangue di istamina la quale, inoltre, svolge un ruolo importante nella deposizione lipidica subendoteliale e nell'aterogenesi. Non a caso valori elevati di istamina predispongono al danno della mucosa intima endoteliale (Clemetson C.A.B., "Histamine and ascorbic acid in human blood", Jou. Nutrit., 1980, 110, 662).
Infatti gli antistaminici sono stati riconosciuti avere un'attività anti-aterosclerotica (Harman D., "Atherosclerosis inhibiting effect of an antistamine drug, chiorpheniramine", Circ. Res., 1962, 11, 277; Hollander W. età.,"Suppression of atheromatous plaqueformation by antiproliferative and antinflammatory drugs", Circ. Res., 1974,34,131).
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