Exu Meia-Noite
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4 anni fa
Leggi un estratto da "La Legge del Perdono" di Ademir Barbosa Jr
Si risvegliò in una regione lugubre, buia e fetida. Sapeva dove si trovava, era successo per sua stessa scelta. Non poteva fare nient'altro, se non procedere e consegnarsi. Si sentiva osservato.
Camminò lungo una strada di pietrisco. Pensava a lei. A quanto l'amava, a quanto amava i loro figli. (Mio Dio, al ritorno avranno mica visto il mio corpo? Magari sono stati loro ad avvisare la madre...)
Quante volte aveva ripetuto a se stesso che non importava chi avesse ragione, che l'importante era essere felici? Chiaramente, non sempre era stato possibile, non poteva negare di aver avuto ragione, a volte, ed essere rimasto semplicemente ad ascoltarla urlare. Anche lui aveva alzato la voce qualche volta. Per scelta e vibrazioni proprie, non avrebbe senso dire che aveva imparato da lei.
Sapeva che, a prescindere dalla situazione, avrebbe dovuto evitare che la situazione si scaldasse troppo. Non sempre ci era riuscito. Altrimenti, non avrebbe usato quella corda.
Ma non la incolpava di nulla: la scelta di gridare e anche di ferire, con o senza intenzione, era stata sua, avrebbe potuto evitare. Adesso era tardi.
Aveva pensato che lei e i figli sarebbero stati più felici senza di lui. Falso: sapeva che non era così. Era diventato proprio ciò che aveva promesso di non essere mai: assente.
Camminò ancora un po' e incontrò un uomo alto, vestito di nero, con tanto di mantello nero foderato di rosso.
«Buona sera, ragazzo! Fai una passeggiata?»
«Buona sera, signore. Sono condannato, lo so, a passare un buon periodo qui, nell'umbral, nella valle dei suicidi. Sono arrivato da poco».
«Se per te quindici anni sono poco...»
«Mi trovo qui già da quindici anni terreni? Credevo di essere arrivato da meno di un'ora...»
«Quindi, ragazzo, hai trovato pesanti quindici anni di matrimonio e non ti sei nemmeno accorto di quindici anni di cammino nel regno delle ombre... Uah! Uah! Uah!»
«Allora sono stato addirittura fortunato. Pensavo che sarei stato tormentato da esseri grotteschi, asserviti e...»
«E così è stato! Dal più grottesco degli esseri: il tuo rimorso...»
«Mio Dio!»
«E oggi, ragazzo, sono venuto a portarti via! Hai qualche pregio e la tua ex-moglie e i tuoi figli hanno pregato tanto...»
«Posso vederli?»
«Che è? Non eri forse là con loro? Ti mancano? Uah! Uah! Uah!»
«SI, mi mancano di continuo...»
«Ancora non puoi, ragazzo! Ma se lavorerai per bene, potrai aiutarli, perfino».
«Qual è il suo nome?»
«Exu Meia-Noite, ovvero: Exu Mezzanotte».
«Il mio è Renato».
«Lo so. Renato: il ri-nato».
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