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Esiste un modo per diventare chiaroveggenti?

Pubblicato 3 anni fa

Leggi l'estratto dal libro "Il Lato Nascosto delle Cose" di C.W. Leadbeater

Sono certo che molte persone troveranno difficile di credere molto di quello che ho scritto. Comprendo benissimo i loro sentimenti e mi rendo conto di quanto fantastico sarebbe apparso a me prima che io avessi studiato tutte queste cose o fossi capace di vederle per conto mio.

So altresì che, anche senza mettere menomamente in dubbio la mia buona fede, molti inevitabilmente dubiteranno del fatto che io abbia visto chiaramente tutte queste cose e le abbia descritte con esattezza.

Un curioso appunto mi è stato fatto da un amico il quale mi disse: «Sembra che abbiate scritto queste cose per giustificare le vostre peculiarità, poiché le cose che raccomandate sono precisamente quelle in cui differite da molte altre persone».

L'amico confondeva la causa con l'effetto, poiché se faccio, o cerco di fare, le varie cose che ho prescritto é appunto perché riguardo ad esse ho visto ciò che ho descritto in questo libro. Se tuttavia vi sono alcuni, ed è possibilissimo che vi siano, che trovano difficile di credere queste cose, posso solamente dir loro che il miglior modo di ottenere corroborazione di qualsiasi idea teosofica è di prenderla come ipotesi e di applicarla, e così facendo si ottiene la prova della sua esattezza.

Indice dei contenuti:

Lo sviluppo della facoltà

Ogni uomo ha dentro di sé il potere di sviluppare le facoltà che permettono di vedere tutte queste cose, né vi è alcun mistero in quanto al metodo mediante cui si può conseguire questo sviluppo.

Queste facoltà si svilupperanno in ogni uomo nel corso della sua evoluzione, ma la maggioranza degli uomini sono ancora molto lontani dallo stadio in cui è probabile che esse comincino a manifestarsi, quantunque dei barlumi di chiaroveggenza sporadica non siano affatto rari e molta gente possieda almeno un certo grado di sensitività

Non voglio essere frainteso quando dico che l'uomo ordinario è ancora lungi dalla possibilità di sviluppare questi sensi. Non intendo dire che egli non è abbastanza buono per questo, poiché non è affatto questione di bontà, quantunque sia certamente vero che se un uomo con tendenze all'impurità o alla crudeltà sviluppasse tali facoltà egli farebbe molto più male che bene a se stesso e agli altri.

Intendo dire che tutta la tendenza della vita e del pensiero moderno è sfavorevole a tale sviluppo, e che, colui che desidera di intraprenderlo deve in grandissima parte abbandonare la vita del mondo e vivere in un ambiente affatto diverso.

Il genere di vita che ho descritto in questo libro sarebbe precisamente quello che metterebbe un individuo in posizione favorevole per lo sviluppo di queste facoltà, e non è difficile vedere quanto lontano da questo sia la vita ordinaria del giorno d'oggi.

Questa è la ragione per cui sembra inutile di suggerire all'individuo ordinario di intraprendere il compito di sviluppare queste facoltà. Esse sono senza dubbio a sua portata; ma anche il mettersi in condizioni tali da poter cominciare un vero sforzo per acquistarle implica già una modificazione radicale nella vita che egli è stato abituato a vivere.

E del resto anche quando ha grada­tamente eliminato dal corpo tutti i prodotti tossici della carne, del tabacco e dell'alcool, quando ha innalzato le sue aspirazioni dal più basso al più alto, quando si è sbarazzato di ogni traccia di impurità e di sentimento personale, anche allora lo sforzo richiesto è più grande di quello che molti possono fare.

Il risultato è certo come la soluzione di un problema di geometria, ma può occorrere lunghissimo tempo ed inoltre si richiede una determinazione ferrea ed una volontà indomita, doti che al presente solo pochi posseggono.

Il premio vale tutto lo sforzo

Tuttavia "Ciò che uomo ha fatto uomo può fare" se vuole; io che scrivo sono riuscito a fare questa cosa ed ho conosciuto altre persone che vi sono riuscite del pari, e tutti quelli che hanno conseguito questo premio riconoscono che vale centomila volte tutti gli sforzi che è costato conseguirlo.

Mi si permetta dunque di concludere questo libro con una semplice esposizione di ciò che sono questi poteri per mezzo dei quali è stato scritto, delle ragioni per cui sono desiderabili e del modo in cui possono acquistarsi.

Un pesce è un abitante del nostro mondo al pari dell'uomo, ma è evidente che il concetto che si può formare del mondo deve essere di necessità molto imperfetto. Condannato a vivere nel suo elemento, che cosa può egli sapere delle bellezze della campagna, della gloria dei tramonti, dei vasti interessi della nostra vita umana così varia e complessa?

Egli vive sopra un globo di cui non conosce quasi nulla, pure il pesce è senza dubbio perfettamente soddisfatto e crede di conoscere tutto quello che vi è da sapere.

Certo non è un complimento per la nostra vanità, ma pure è un fatto assolutamente vero che la maggior parte degli uomini sono precisamente nella posizione del pesce. Essi vivono in un mondo di cui conoscono solo una piccolissima parte, eppure sono in generale grassamente ignoranti o aggressivamente increduli riguardo alla vita più vasta e più grandiosa che li circonda da ogni lato.

Come conosciamo l'esistenza di questa vita più vasta?

Non solo mediante le rivelazioni religiose, ma anche perché vi sono degli uomini che hanno imparato a vedere, non certo tutto il nostro mondo, ma molta maggior parte di esso di quanto vede l'umanità ordinaria.

Questi sono gli uomini che chiamiamo veggenti o chiaroveggenti. Ma in che modo vedono essi più degli altri?

Mediante lo sviluppo di facoltà latenti, facoltà che ognuno possiede, ma che per ora ben pochi sanno usare.

Ogni uomo ha altri veicoli di materia più tenue della materia fisica, ciò che S. Paolo chiama il "corpo spirituale" oltre al "corpo naturale".

E come mediante i sensi del corpo fisico veniamo a conoscere le cose fisiche, così, mediante quelli che si possono chiamare i sensi di questi corpi più tenui, veniamo a conoscere le cose più alte.

I vantaggi della vista superiore sono molteplici

Colui che la possiede ha la soluzione della maggior parte dei problemi della vita, per lui non è questione di fede, ma di conoscenza che l'uomo sopravvive alla morte, che l'eterna giustizia regge il mondo, che non è possibile che alcuno fallisca definitivamente e che, per quanto ingannevoli possano essere le apparenze, in realtà tutte le cose cooperano per il bene.

Il veggente non solo può imparare molto più di tutti gli altri uomini, ma può anche essere molto più utile ai suoi simili. Ed è possibile sviluppare la chiaroveggenza purché un individuo sia pronto ad impiegare tutta la sua forza nel compito ed abbia la ferma volontà di riuscire.

Il motivo inoltre deve essere puro e buono, poiché l'uomo che desidera semplicemente di acquistare tali poteri per curiosità o mosso dall'ignobile desiderio di ottenere dei vantaggi personali, farà bene a lasciare in disparte ogni specie di tirocinio occulto fino a che il suo sviluppo mentale e morale non sia più avanzato.


Maggior potere e maggior conoscenza implicano accresciuta responsabilità, e la vista superiore può essere una maledizione invece che una benedizione per l'uomo che non è pronto per essa.


Vi sono molti modi per ottenere la vista interna e per la maggior parte sono pericolosissimi e da evitarsi.

Può ottenersi mediante l'uso di certi medicinali, mediante l'auto-ipnotizzazione o mediante il mesmerismo; ma tutti questi metodi possono portare seco dei cattivi risultati che i vantaggi ottenuti sono lungi dal compensare.

Vi è tuttavia un processo che non ha possibilità di fare alcun male e consiste del dominio del pensiero e nella meditazione. Non dico che l'impresa sia facile, al contrario è difficilissima, ma dico che la cosa può esser fatta e che è stata fatta.

L'individuo che desidera di tentare questa via deve cominciare dall'imparare a dominare la propria mente, cosa che è in sé stessa un compito erculeo.

La concentrazione è la chiave

Egli deve imparare a concentrarsi su qualsiasi cosa che sta facendo onde eseguirla nel miglior modo possibile.

Deve imparare ad usare la propria mente come un abile schermitore adopera la spada, volgendola in questa o quella direzione a volontà, ed avendo la capacità di tenerla fissa per quanto tempo desidera.

Fate l'esperimento di tenere la mente fissa sopra una data idea per cinque minuti, e prima che metà di questo tempo sia trascorso troverete che altri pensieri si sono infiltrati e che la mente ha divagato ben lungi dall'argomento che vi eravate prefissi.

Questo significa che essa non è sotto al vostro dominio e questa è la prima cosa da rimediare, compito tutt'altro che facile.

Solo l'esercizio costante può conferire questo potere, ma per fortuna questo esercizio si può fare durante tutta la giornata, nelle ore di lavoro come nelle ore di riposo.

Se scrivete una lettera fissate tutta la mente su di essa, onde possa essere scritta perfettamente, chiaramente e rapidamente. Se leggete un libro mettetevi tutta la vostra attenzione onde poter afferrare tutto ciò che l'autore volle significare e ritrarne tutto il vantaggio possibile.

Oltre a praticare così la concentrazione nel corso della vita ordinaria, otterrete gran vantaggio se mettete a parte ogni giorno un certo tempo dedicato unicamente a questo scopo.

La mattina presto è l'ora migliore, ma se questo è impossibile dovreste almeno scegliere un mo­mento in cui siete sicuri di non essere disturbati, e dovrebbe esser sempre la stessa ora perché la regolarità è l'essenza di questo esercizio.

Sedetevi tranquillamente e mettete la mente in stato di perfetta calma; l'agitazione o l'angustia di qualsiasi specie sono assolutamente fatali al successo. Quindi rivolgete la mente a qualche argomento previamente scelto e consideratelo con attenzione da ogni lato, senza permettere ai vostri pensieri di vagare nemmeno per un momento.

Naturalmente al principio divagheranno, ma ogni volta dovete ricondurli all'argomento e cominciar di nuovo.

Sul principio è meglio prendere un argomento concreto, solo dopo lungo esercizio le idee astratte possono essere considerate con profitto.

Qquando dopo lunga abitudine questo questo e divenuto famigliare, quando avete conseguito il potere della concentrazione, e quando la mente è assoluta­mente sotto al vostro dominio, potete fare un altro passo.

Cominciate ora a scegliere come argomento della vostra meditazione mattutina il più alto ideale che vi sia noto. Non importa affatto di qual genere sia questo ideale, perché si tratta ora di fatti fondamentali e non di forme esterne.

L'indù può prender Shri Krishna, il maomettano Allah, il parsi Zoroastro, il buddista il Buddha, il cristiano il Cristo, o, se è cattolico, la Beata Vergine od uno dei santi.

Non importa quale sia l'ideale purché la contemplazione di esso susciti nell'uomo tutto l'ardore, tutta la devozione e tutta la reverenza di cui è capace. Lo contempli egli con estasi fino e che l'anima sua sia piena di gloria e di bellezza e quindi con tutta la forza che il suo lungo esercizio di concentrazione gli ha dato cerchi di innalzare la sua coscienza a quell'ideale, di fondersi e divenire uno con esso.

Egli può fare questo tentativo molte volte e fallire, ma se persevera, e se il tentativo è fatto con ogni sincerità ed assenza di egoismo, verrà un tempo in cui improvvisamente egli si accorgerà di essere riuscito e la luce della vita più alta lo illumina ed egli comprende quell'ideale mille volte meglio di prima.

Ricadrà poi nell'ambiente della vita ordinaria, pure non potrà mai dimenticare quel momentaneo bagliore, e anche se non va più innanzi la vita non gli sembrerà mai più la stessa di prima.

Ma se persiste nei suoi tentativi, quello splendido lampo di gloria tornerà a lui ripetutamente ed ogni volta persisterà più a lungo, fino a che egli sarà finalmente capace di innalzare la sua coscienza a quel livello più alto ogniqualvolta lo desidera.

In tal modo potrà osservare, esaminare ed esplorare quella fase della vita come esamina e conosce questa vita inferiore, e così unirsi alla schiera di coloro che sanno di fatto e divenire un potere benefico nel mondo


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