Ecogiocare: il gioco è più divertente se rispetta l'ambiente
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1 anno fa
Legno, carta, cartone, colori e forme sono nostri amici da sempre, poiché derivano la loro esistenza dall’ambiente vitale, naturale e magnifico che ci circonda; spesso sono migliorati, decorati e riconvertiti dalla grande capacità creativa umana. Tali materiali ed essenze sono intorno a noi e vivono nella natura; soprattutto da essa ricavano linfa vitale, bellezza ed esistenza; spesso ci contengono persino o perlomeno traducono per noi il mondo, interpretandolo.
Probabilmente, sono questi i motivi per cui i bambini di ogni tempo e di ogni latitudine e longitudine amano così tanto giocare con materiali naturali come foglie, sassi, conchiglie, sabbia, acqua, fango, legno, fiori, carta, terra, e lo fanno in maniere del tutto simili, nonostante le mille altre diversità – di cultura, ceto, background, riti sociali, situazioni economiche...
Da millenni, gli adulti rispettano il gioco dei bambini ma lo sottovalutano, liquidandolo come un’attività momentanea, effimera, ingombrante e näif, destinata, per fortuna, a finire una volta svoltata la boa dell’adolescenza.
Da decenni, al contrario, pediatri, fisiologi, comunicatori, esperti e psicologi danno al gioco il giusto spessore e una grande attenzione, poiché è l’unico modo che i bambini possiedono – oltre che per comprendere e navigare al meglio nel mondo – per comunicare sottotraccia i loro malesseri, dubbi, incertezze e dolori.
Il loro giocare è un afferrare il mondo e farlo proprio, decriptandolo.
Che cos’è dunque il gioco, in sintesi? Innanzitutto, è libertà, ed è svincolato da limiti spazio-temporali consueti. Non possiede un interesse immediato, nel senso che non ha obiettivi o scopi di guadagno di cui al contrario totalmente si disinteressa, e non serve a soddisfare bisogni immediati che non siano quelli intrinseci del giocare fine a se stesso. Poi, il gioco è anche bellezza e scoperta di se stessi e del mondo.
A seguire – ma soltanto per spazio concettuale espositivo -, è imitazione e mimesi conoscitiva (da qui l’inglese, mimicry); infatti, prevede molto spesso delle imitazioni e delle emulazioni dalla forte valenza di apprendimento.
Il gioco è anche – anzi, soprattutto – adattamento all’ambiente, esplorazione in toto e produzione simulativo-creativa, caratteristica quest’ultima, che ha in comune con la letteratura, le arti, la scienza, oltre che essere un’enorme fonte di apprendimento seppure indiretto.
Questi ultimi sono tutti aspetti che permettono ai bambini, che giocano molto, di conquistare e di perfezionare le loro capacità e attitudini manipolative sia motorie sia visive sia, più per esteso, percettivo-sensoriali, oltre che permettere loro di amplificare le loro capacità cerebrali, intuitive e creative.
Per tutti questi aspetti, è così importante che esistano giochi in cartone, carta e legno, che racchiudano tutte le forme e i colori della natura e li rendano ai bambini senza troppe trasposizioni, senza troppe modifiche. Esistono perciò giochi che usano colori e forme totalmente naturali, che riproducono in semplicità la bellezza della natura e dell’ambiente con minime aggiunte di design consapevole e con il minor impatto possibile. Per queste aziende sono fondamentali alcuni termini come rispetto, dignità, sostenibilità, ecologia, libertà, uguaglianza, fantasia, creatività, crescita consapevole, maturazione lenta, costante e responsabile, educazione ambientale, amore per la natura, per la vita, per la bellezza.
BIBLIOGRAFIA CONSULTATA
Grande Dizionario Enciclopedico, fondato da Pietro Fedele, seconda edizione, UTET Unione Tipografico-Editrice Torinese), Torino.
Enciclopedia Einaudi, volume sesto voci Famiglia-Ideologia, Giulio Einaudi Editore, Torino, alla voce “gioco”.
Grande Dizionario Enciclopedico, fondato da Pietro Fedele, Unione Tipografico-Editrice Torinese, UTET, seconda edizione, voce “gioco”.