E se potessimo salvarci tornando a coltivare il vero grano?
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2 anni fa
Indipendenza alimentare e alimentazione sana: rigenerare la terra è possibile grazie al vero grano. Ma come fare per trovarlo e coltivarlo?
Circa ottant'anni fa, la conoscenza di molte virtuose pratiche che riflettevano l'armonioso rapporto tra l'essere umano e Madre Natura era ancora saldamente radicata. Tuttavia, in poco meno di due generazioni di agricoltori, questa saggezza sembra essere andata perduta. Ecco perché oggi vi proponiamo un estratto da questo libro che, anche se piccolo, è ricco di preziosi consigli per ristabilire quel legame profondo con la Terra.
Un tesoro che dovrebbe trovare posto sugli scaffali di coloro che hanno a cuore il futuro del pianeta.
Stai per leggere un estratto dal libro
La scuola del grande biologo Foley (il cui discepolo Barishac ha fondato l'Unione per la difesa della specie) da diversi anni suona l'allarme per le degenerazioni di ogni tipo, che si aggravano al punto da minacciare l'esistenza stessa della nostra civiltà. Già prima della guerra, le epidemie, la diminuzione delle nascite, la follia, la mortalità, avevano assunto proporzioni allarmanti.
"L'unione per la difesa della specie" aveva cercato di erigere una prima barriera contro la degenerazione della civiltà del frumento, sostituendone i surrogati, carenti e tossici, con alimenti fisiologicamente sani. I cinque elementi, formanti un tutto inseparabile, a cui proponeva di rincorrere, erano:
- Nel Regno minerale: il magnesio, difensore ideale dell'intestino (quartier generale di tutte le malattie) e trasformatore del terreno.
- Nel Regno vegetale: il vero Grano, alimento principale e completo per eccellenza e il vino, preso a piccole dosi, completamente immune da qualsiasi prodotto chimico (solfato di rame, metabisolfito di potassio, acido monobromacetico) e meglio ancora, il succo d'uva.
- Nel Regno animale: il suino, sottoposto ad un trattamento speciale, perché fornisca in abbondanza, grazie alla sua rapida crescita, un alimento sano, il latte di mucche rigenerate da un'alimentazione fisiologica e un trattamento a base di magnesio, che contiene, crudo, meno bacilli del latte bollito proveniente da mucche non trattate.
L'unione fa la forza
Nel 1938, M. J. de Pesquidoux, Accademico di Francia, offrì a mio fratello, il dottor Robert Sauvageot, due spighe di un grano duro nato da alcuni chicchi trovati in una tomba dell'antico Egitto: cercammo perciò di acclimatare questo grano ipersensibile ed esigente.
I nostri due principali obiettivi erano: resuscitare il grano duro di Provenza e reinstaurare un'alimentazione naturale completa, scomparsa ormai da cinquant'anni.
Avevamo già sperimentato l'agricoltura batterica senza aratura, le cui basi scientifiche sarebbero state magistralmente fissate da Maurice Argou ("la fertilità di un terreno è sempre funzione della sua attività microbica").
Dopo due periodi di studi nei laboratori del dottor Pfeiffer (sulle cristallizzazioni e il biodinamismo, potente sintesi spiritualista che considera e tratta la terra come un essere vivente), avevamo sperimentato, sin dal 1933, la tecnica naturale dei composti e dei lieviti (coltura biologica e microbica, arricchimento dell'humus).
Restava da spiegare un mistero: perché questo grano, che ritrovava il suo vigore e fecondità nei nostri orti della Seine-et-Oise, dava meno spighe, e con meno chicchi, sul terreno di un provetto coltivatore, nostro amico, a Roquebrune-sur-Argens?
Nel 1973, un contadino piemontese mi aveva messo sulla via di una spiegazione plausibile; l'ho potuta verificare solo nel 1940, quando il grande ruralista e neo-fisiocratico Roger de Richemont mi passò la documentazione raccolta da Kropotkin sulla coltivazione distanziata, insieme ai lavori dell'ingegnere M. de Coninck.
Il sig. Carlo Zanon, pochi giorni più tardi, mi portava una conferma lampante con dei documenti cinesi e l'inestimabile studio dell'abate Grossier. Fu allora che stampai il primo opuscolo (luglio 1941) e distribuì, insieme a mio fratello, su sessantadue terreni, dei semi di grano di Osiride, derivanti da dieci chicchi affidati tre anni avanti a Jean Helett. Tre mesi più tardi mi furono messi a disposizione dei terreni sperimentali a Saint-Jacques-de-Grasse e la generosità del dott. Barishac che sin dal 1937 orientava i suoi studenti alla sarchiatura del grano e allo studio delle modificazioni del terreno, venne a dare al lavoro il carattere di una vera e propria crociata.
Propagazione a macchia d'olio
Una nuova edizione del primo opuscolo nel 1941 ha permesso di generalizzare la coltura distanziata negli orti dell'officina Klaguine, a Grasse. M. Eisney, sindaco di Vence, appena visti i risultati del primo raccolto, ha fatto ristampare e diffondere il mio secondo opuscolo del 1942 e ha organizzato una vasta sperimentazione della coltura distanziata nelle frazioni sotto la sua amministrazione.
René Brochon, grande naturista e uomo pratico, che ha dato il suo aiuto perché fossero trasmesse per radio le nostre proposte sul grano, ogni lunedì in un apposito programma, sta conducendo una campagna del più alto interesse a favore della soia, il che si lega magnificamente a quello che stiamo facendo noi coi cereali, data la necessità di cercare alimenti « equilibratori » della soia come quelli che vengono usati allo stesso scopo in Asia (aminoacidi, germogli di bambù. ecc.).
Ringrazio coloro che vorranno non credere, ma fare un'esperienza di buona fede. « Esse sequitur operari ».
È facendo le cose che gli uomini si fanno.
Nel luglio 1942 abbiamo avuto il piacere di trovare in M. Bernard, sindaco di Grasse, un sostenitore delle nostre tecniche che, fidandosi dei nostri quattro anni di esperimenti, ha voluto intitolare il Congresso Agricolo di Grasse alla coltivazione familiare del grano.
Da Grasse speriamo che inizi la resurrezione del grano duro di Provenza. La Linguadoca, la Provenza e la Corsica producevano, sin dall'antichità, i grani duri che una ditta di importatori, dopo aver cooperato attivamente al loro steriminio, aveva dichiarato
introvabili in Francia.
Rigenerare la Terra
Questi fatti hanno avuto d'altronde alcune apparenti giustificazioni dell'insufficiente tasso di glutine di alcune nostre varietà di grano. La spiegazione di queste carenze e il rimedio da apportarvi si trovano nel magistrale opuscolo di M. Aragou (Maurice Aragou, L'agriculture pasteurienne. Imprimerie artistique et commerciale à Lavaur (Tarn), Lavaur 1930).
Anche se in questo primo libretto mi sono limitato al problema urgente e vitale del grano, considero che la resurrezione della terra dipende strettamente dall'aria che fisseranno i suoi batteri, dal magnesio, metallo solare estratto dall'oceano, dal concime verde che è rappresentato dalle piante sane, dagli animali nutriti con alimenti sani ed eventualmente curati col magnesio; e finalmente dall'amore rispettoso e dal lavoro dell'uomo.
L'antico metodo egiziano e cinese di coltivazione distanziata, su base familiare, praticato da tempo immemorabile dai Celti, non ha più bisogno di dar prova di sè. Combinato all'agricoltura biologica e alla tecnica di Jean de Bru, di cui esporremo i principi, ci ha dato i seguenti risultati:
- Un risparmio di semente superiore al 95%;
- Delle spighe spesso raddoppiate di volume e numero di chicchi, quintuplicate o decuplicate di numero;
- Un rendimento doppio e spesso triplo di quello normale.
M. Bellenoux ha calcolato che le medie di rendimento sono, per la semina a spaglio da 6 a 12 per 1, per la semina a file con la seminatrice meccanica, da 12 a 20 per 1. In semina distanziata, in cui abbiamo superato di 6000 volte questa media, il rendimento è di 1.000 per 1. Col grano egiziano i primi risultati che ci giungono quest'anno dalle diverse regioni vanno da 35 a 100 quintali l'ettaro.
In ogni caso, questa dichiarazione del prof. Grandeau, direttore della stazione agricola dell'est nel 1886 virgola è rigorosamente esatta.
«Con del grano normale un uomo può, su 210 mq di terra, prodursi il suo fabbisogno alimentare di grano per un anno intero»
Questo a condizione però, che dedichi a questo cereale le cure costanti, che non rifiuti le solite verdure dell'orto e che non si scoraggi per un primo parziale insuccesso di cui dovrà cercare con attenzione le cause.
Se il maltempo falcidierà il suo raccolto, che ricominci daccapo con le varietà di grano primaverili.
È ovvio che i grani primaverili non daranno le alte rese dei grani autunnali. In ogni caso bisogna scegliere delle varietà a forte accestimento (Bianco di Fiandra, Wilhelmine, Grano Bianco Shiref, Chiddam d'autunno a spiga rossa, Dattel, Ibrido della Pace, Rosso di Scozia, Poulard bianco liscio, Poulard bianco d'Australia ecc.: tutte varietà diffuse in Francia fino alla 2a Guerra Mondiale.
Raccomandazione importante: preferire sempre le varietà con la resta, cioè aristate, perché si difendono meglio contro gli uccelli che, specialmente negli anni di siccità, possono arrivare a distruggere il raccolto.
Dato che la Cina è una delle fonti principali a cui abbiamo attinto per il nostro lavoro, ricordiamo che in cinese il carattere kouô, «cereali», collegato al carattere kouô, «bocca», produce un ideogramma che vuol dire « accordo delle bocche, intesa, armonia, pace».
«Coltura del frumento» e «coltura dello spirito» erano sinonimi presso i greci, che riconoscevano lo stato di popoli civili solo a quelli che avevano il grano e l'olio come alimenti base. Dovunque il grano è collegato alle nozioni più elevate. È l'alimento sacro per eccellenza e ritroveremo le nostre migliori qualità di spirito e di cuore quando l'avremo riconquistato.
Tutto ha un prezzo
La conquista del Sud America, in cui i vincitori si segnalarono per le atroci crudeltà commesse, ci portò, come giusta ricompensa, il tabacco... e la patata. Questa solanacea ridusse un po' alla volta il posto dei cereali nell'alimentazione e questa è una delle cause fondamentali del nostro indebolimento.
Se si guarda al problema degli squilibri alimentari dal punto di vista dei sali minerali, il mezzo più naturale per porvi rimedio sarebbe ritornare ad una dieta più equilibrata, più ricca in cereali e meno abbondante in altri vegetali. Tale era d'altronde l'alimentazione d'un tempo, con il pane che aveva un posto molto importante nei passi quotidiani cui diversi cereali che erano consumati ogni giorno in varie forme.
Chi coltiva il grano ha un compito altissimo e deve essere un servitore disinteressato della vita.
Un'idea del tipo di servizio che gli è richiesto si può avere da queste parole di Marco Polo, scritte a commento di un editto imperiale cinese del 1260:
"Gli anziani, gli orfani, gli uomini abbandonati senza casa, come del resto anche tutti i malati e infermi che, nell'impero, non potevano provvedere alla propria sussistenza, erano la gente del Cielo, che non si poteva rimproverare per il suo stato e a cui veniva dato il frumento e gli altri cereali in misura sufficiente per le sue necessità." – Pierre Sauvageot
Tutti possono coltivare
Chiunque può allora, in mezzo all'attuale deficit alimentare, rigenerare la sua terra, realizzare notevoli risparmi di seme, ottenerne una produzione più abbondante e ricavare il massimo nutrimento sano e vitalizzante. L'Equinozio d'Autunno si avvicina; è venuto il momento di rinunciare ai rimorsi e alle critiche sterili, per fare quello che possiamo (dipende da noi), per partecipare, secondo la misura delle proprie forze, all'opera di ricostruzione facendo appello alla generosità della terra...
È venuto il momento, per coloro che saranno stati scoraggiati dal loro primo raccolto, di studiare i motivi di questo fallimento, per evitarli questa volta. «La terra non mente»; la terra non è mai in difetto.
Fecondità e salute - il ritorno a una dieta sana
Quando smetteremo di essere carenti, sottoalimentati e sovralimentati da un'alimentazione tossica, quando il vero grano, ricco in fosforo, magnesio, rientrerà nella nostra alimentazione quotidiana (in cui la frutta sostituirà l'acool o lo zucchero e più tardi la soia prenderà il posto della carne), il problema della fecondazione della specie sarà per tre quarti risolto: in effetti, l'aumento marcato dalla natalità deriverà non soltanto dall'apporto quotidiano di vitamina E e sali minerali, ma anche dal fatto che gli esseri umani che avranno ritrovato il loro vero alimento-base avranno più coraggio davanti alla vita da quando la loro alimentazione antibiologica minava la loro vitalità e faceva cercare l'illusione della forza nei veleni alimentari e nell'alcool.
Fra gli altri risultati, il ritorno a una dieta sana e semplice, libererà la donna dalla schiavitù di dedicare tanto tempo alla preparazione di alimenti sofisticati, pesanti ostacoli all'evoluzione di chi li cucina e di chi li mangia.
"Rinnovare sulla base del nostro ricco passato vuol dire solamente ritrovare un sentiero che si era perduto sotto i pruni e i cespugli."
– Roger De Richemont –
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