C'è un comune italiano che differenzia più dell'85% dei rifiuti: scopri come fanno
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2 anni fa
L’esempio virtuoso del Comune di Capannori sulle politiche di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata
La crescita economica infinita in un mondo dalle risorse finite non solo è fisicamente impossibile e incompatibile con la vita sulla terra, ma non può che produrre danni. Eppure è la religione che ci viene quotidianamente proposta da ogni pulpito e media, in ossequio all’unico dio che dobbiamo venerare, quello del denaro. I danni che questa religione sta facendo sono molteplici e sotto gli occhi di tutti e sono così gravi che ci stanno portando all’autodistruzione. La crescita ha nel suo stesso dna, inquinamento, spreco e la produzione illimitata di rifiuti più o meno pericolosi, se si pensa all’eredità di morte che lasciano per i millenni a venire le mostruose centrali nucleari.
Crescita e rifiuti
Lo spreco è propedeutico alla crescita perché se non si spreca, si compra meno e dato che ci dicono che più si compra e più la crescita aumenta quindi più si spreca e meglio è. A ciò ne consegue che l’economia circolare o l’economia verde, di cui si fa un gran parlare, sono incompatibili con la crescita. Lo spreco porta poi con sé inevitabilmente dei rifiuti che ormai ci stanno sommergendo, proprio perché cresce costantemente la produzione illimitata e senza freni di merci che devono essere buttate e comperate a un ritmo sempre più veloce.
Si pensi a un qualsiasi supermercato con muraglie di merci che sembrano rigenerarsi all’infinito come per magia e quelle merci hanno un’altissima componente di rifiuti, con confezioni e packaging di tutti i tipi e materiali. Per non parlare della ben poca salubrità che si ha nella maggior parte dei prodotti che si vendono in un supermercato ma, non trattandosi di Covid, l’attenzione alla salute per queste problematiche, non esiste. E così ad esempio possiamo tranquillamente ingozzarci di cibi nocivi per la nostra salute, senza che nessuno faccia decreti legge per impedire di farci del male. I rifiuti prodotti dalla crescita vertiginosa sono ormai ingestibili: ne vengono prodotti a ritmo serrato tonnellate e tonnellate ogni minuto. Montagne di “cinafrusaglie” che producono altrettante montagne di rifiuti che non si sa più dove mettere, del resto è impossibile gestire una mole tale di rifiuti di tutte le specie, da quelli delle abitazioni domestiche a quelli chimici e industriali. Rifiuti che avvelenano aria, acqua e terra.
E non sapendo come gestirli, si continua ad accumularli ovunque, in gigantesche discariche o nel mare ormai diventato una brodaglia in cui galleggiano interi continenti di plastica, per non parlare di quella che finisce inesorabilmente nei fondali, dove vengono sterminati quantità innumerevoli di pesci e di creature marine. Poi rifiuti elettronici e di ogni altro tipo che vengono inviati nei paesi del Sud del mondo considerati come pattumiere. Peggio ancora se i rifiuti vengono inceneriti, con il risultato di avere rifiuti speciali e diossine a non finire.
Il rifiuto, figlio di crescita e spreco, può essere considerato il vero emblema della nostra epoca non certo segnata dalle opere umane, che ci piace tanto ammirare, ma dai rifiuti che stiamo disseminando ovunque senza porci nemmeno la domanda se tutto questo ha un senso e se avrà mai fine.
In pratica
Per fermare questa follia che ci seppellirà, rendendo inabitabile il pianeta, parlare solo di riciclo è assolutamente riduttivo: bisogna necessariamente cambiare sistema economico e produttivo. Per quanto si possa riciclare, e di solito lo si fa comunque ben poco, se non si ferma la produzione infinita di merci non si risolverà mai il problema. Bisogna quindi agire in maniera sinergica, ovvero:
- produrre solo il necessario per permettere una vita dignitosa a tutti e non il superfluo;
- produrre beni durevoli e utili che possano essere integralmente riparati in caso di rottura;
- diffondere ovunque luoghi di riparazione e riuso, di qualsiasi prodotto, dalle ciclo officine alla riparazione di ogni elettrodomestico, mobile, vestito:
- in ultima analisi riciclare.
Capannori e la strategia rifiuti zero
In quest’ottica di differente approccio alla problematica dei rifiuti si distingue il comune di Capannori in provincia di Lucca, che sta facendo un lodevole lavoro. Questo lo si deve soprattutto all’impegno di Rossano Ercolini, che con caparbietà e convinzione porta avanti da anni una ricerca applicata alla riduzione e al riciclo dei rifiuti.
Aderendo da 15 anni alla strategia internazionale dei comuni a zero rifiuti (ideata da Paul Connet), si è arrivati a un risultato di raccolta differenziata del 85% e a una riduzione drastica della produzione di rifiuti indifferenziati.
Se si volesse agire concretamente, ogni comune dovrebbe attuare pratiche come quelle di Caponnori dato che tutti sono in grado, a livello tecnologico e legislativo, di applicare queste indicazioni. Tra l’altro con queste pratiche virtuose ci guadagnano tutti: l’ambiente, le tasche dei cittadini, del comune e si creano posti di lavoro utili.
Dovrebbero esserci innumerevoli comuni come Capannori ma stranamente questo non accade visto che si privilegia sempre e comunque la crescita, a scapito della salute di persone e ambiente.