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Cosa significa il numero 2?

Pubblicato 2 anni fa

Numerologia – ma anche un po' di matematica – per scoprire il significato di questo numero che può comunicarci tanto ogni volta che lo vediamo o lo sentiamo vibrare in noi

Dualismo, moltiplicazione, attrazione, repulsione, il 2 rappresenta tutto questo, ma non solo... Il 2 rappresenta la prima creazione dell'altro: il passaggio alla dualità. Ma come ci arriviamo? Se moltiplichiamo l' 1 per sé stesso otteniamo sempre un 1 (1x1x1x1x1=1). È quindi necessario un procedimento differente.

Ritorniamo al cerchio cioè alla rappresentazio­ne geometrica dell' 1. Come possiamo creare qualcos'altro da questo 1 che ri­flette sempre sé stesso? Riproduciamo un cerchio leggermente spostato ri­spetto al primo. L'unione tra il centro dei due cerchi crea una linea: in questo modo abbiamo creato il due.

Il 2, dunque, nasce dal concetto di specchio: è un 1 che somma sé stesso, 1 + 1; è sé stesso riprodotto.

La differenziazione dal cerchio, cioè la linea, crea tensione tra due poli: una polarità unita ma al tempo stesso divisa. Il 2 insinua attrazione e repulsione. La tensione polare è la base del 2: unione nella linea e divisione nei 2 estremi.

Il 2 è la scoperta della dualità: quindi pensavamo di essere uniti ma siamo separati. Il 2 è il luogo segreto del passaggio dall'immobile al mobile.


Questa polarità, questa tensione degli opposti, è la base per la creazione: l'incontro con l'altro, il tu e io, la condivisione o lo scontro con l'altro io dentro di me, le idee contrapposte; come i poli della batteria della macchina: un + e un - che fanno funzionare il motore. La polarità è necessaria nella nostra realtà. 


Stai leggendo un estratto dal libro: 

Indice dei contenuti:

Il 2 è la realtà come la conosciamo

  • Il caldo e il freddo
  • L'alto e il basso
  • Il chiaro e lo scuro

Nel 2 inizia la realtà per come la "viviamo" ma questo numero rappresenta anche l'illusione perché, al di là delle apparenze, nel fondo tutto è 1.

L'atomo di idrogeno è composto da un protone e da un elettrone; la massa dell'atomo di idrogeno è minore della somma delle due masse del protone e dell'elettrone, perché serve energia per tenere uniti i due estremi, per mante­nerli insieme. Il 2 è unione, ma ha anche dentro di sé, insito in sé, la tensione.

Il 2 ha dunque il germe della separazione, della caduta, del distacco; il 2 è il nu­mero della separazione sessuale, e della necessità di riunione. I commentatori della Genesi da sempre hanno notato che in tutti i giorni necessari per creare il mondo, Dio, dopo aver operato, "vede che questo era buono" a eccezione di un giorno: il secondo appunto, il giorno della separazione delle acque.

E tutti i casi di persona doppia, ambivalente, con lingua biforcuta, ci ricordano i rischi insiti e connessi con la dualità, in cui al principio primo e unico del bene si contrappone, in un processo dinamico di equilibrio e disequilibrio, una forza opposta.

I genitori dei numeri i la loro interazione: 12 e 21

Nell'antichità, il numero 1 e 2 non erano considerati numeri, erano il principio, avevano delle caratteristiche proprie diverse da tutti gli altri numeri.

1+1 è maggiore di 1x1; 2+2 è uguale a 2x2. Per tutti gli altri numeri la som­ma è sempre minore della moltiplicazione - per esempio 3+3 è minore di 3x3, 4+4 è minore di 4x4 ecc. - questo non vale per l'1 e per il 2.

Le carat­teristiche del numero 1 e del numero 2 rispecchiano l'essenza di principio fondante della realtà. Si sosteneva, quindi, che tali numeri fossero i genitori di tutti i numeri e che il primo vero numero fosse il 3. L'1 è il mistero, l'indif­ferenziato; il 2 è la dualità.

Bene, facciamo ora alcune considerazioni sui primi numeri composti dai "ge­nitori dei numeri", cioè il 12, papà e mamma e il 21, mamma e papà. L'1 e il 2 rappresentano il monismo e il dualismo e la loro unione simboleggia, a volte in modo complesso, a volte più semplice, il passaggio tra il divino e la realtà duale.

Il 12 rappresenta il nostro orizzonte, la nostra volta celeste con le 12 co-stellazioni dello zodiaco. Il nostro tetto - il cielo - è diviso da molti popoli antichi in 12 spicchi, in 12 pezzetti; è il nostro universo, il nostro immagi­nario che costantemente fa riferimento a questo numero.

Sono le influen­ze celesti, le forze, le inclinazioni sotto le quali nasciamo:

  • per esempio, se veniamo al mondo nei mesi di maggio siamo più comunicativi
  • se nasciamo in ottobre siamo più intensi e più caparbi
  • se nasciamo a dicembre siamo più viaggiatori o infaticabili ecc.

Nel 12 si realizza, dunque, la completezza del creato e la sospensione dell'attesa. Le nostre giornate, il nostro tempo, il nostro ritmo è suddiviso su 12 ore. Secondo la tradizione, la mezzanotte - le 12 della notte -, ossia il momento sospeso tra la fine del ciclo e l'inizio di un altro, è il momento della magia, in cui forze di altri mondi si mettono in contatto con il nostro. Antichi sistemi di conta ancora fanno riferimento a questo numero: pensiamo a una '' dozzina di uova" o al sistema di nume­razione inglese di pesi e misure.

21 è il numero più alto presente nei Tarocchi ed è, come abbiamo visto, il Mon­do. Ha in sé il numero 1 e il numero 2 insieme; ha il numero 2 anche nei numeri romani, in quanto due volte X.

Il numero 2 nei Tarocchi

Da un punto di vista geometri­co, come detto, il 2 è rappresen­to dalla linea: la coesistenza di 2 estremi e di qualcosa che li uni­sce. Si tratta di un moto continuo: dal primo punto al secondo e viceversa.

Vediamo ora l'essenza del numero 2 in 6 carte dei Tarocchi: i quattro 2 degli arcani minori e due arcani maggiori, ossia la Papessa (II) e l'Appeso (XII), ma prima di vedere insieme le risposte ti propongo alcuni simboli che fanno rife­rimento al numero 2.

Il tao è il simbolo dell'unità di tutto l'universo: è un cer­chio, un 1, diviso in due colori, bianco e nero. Indica il continuo gioco dell'alternarsi della dualità all'interno del principio unico; sembra bianco e nero, sembra un 2 in­somma, ma nel profondo è un 1.

La parte nera è la par­te yin, ricettiva, la parte bianca è quella chiara, attiva, lo yang. Ogni aspetto è interdipendente e complementare. 

Ora parliamo dello specchio. Il 2 nasce dal processo di riflessione del numero 1: è il numero 1, ma appare come qualcosa di diverso. Lo specchio riflette l'essen­za della realtà ma non è l'essenza; lo specchio riflette, appunto, "a specchio": quello che è a destra sembra a sinistra e viceversa.

Facciamo un esercizio. Prova a prendere una penna nella tua mano destra e ad andare di fronte allo specchio: l'im­magine che vedi riflessa ha la penna nella mano sinistra.

Quindi lo specchio riflette ma inverte la vista: una sorta di immagine uguale ma diversa; nello specchio si inizia a manifestare il diverso. Lo specchio, infatti, sembra catturare in profondità qualcosa che c'è ma che non vediamo: il nostro inconscio o la parte divina che c'è in noi.

La Luna riflette a specchio la luce del Sole, ma è diversa, trasforma tale luce. Ogni giorno il nostro comportamento si specchia nelle reazioni dell'altro. E, nel mito antico, Perseo uccide la Medusa grazie a uno specchio - guardandola negli occhi sarebbe rimasto pietrificato - mentre Narciso si perde nel riflesso della sua immagine.

Ora torniamo ai tarocchi: prendi le 6 carte e inizia a osservarle

Il 2 nei Tarocchi è il regno dello specchio, il 12 e il 21 sono uno lo specchio dell'altro. Nel XII di François Heri addirittura la cifra è scritta a specchio: IIX. L'Appeso è "a specchio" delle gambe del Mondo: quando siamo al XII in realtà siamo già arrivati al Mondo. Anche i delfini del 2 di coppe si guardano, si specchiano, come a creare un universo chiuso.

Il livello 2 è moltiplicazione, polarizzazione, separa­zione, ma anche unione tramite la linea.

La polarizzazione è rappresentata nei due arcani maggiori, la Papessa (II) e l'Appeso (XII), che sono ritirati dal con­sesso umano; la tensione è anche sessuale, con una sorta di grande fallo sul petto della papessa e il pene incappucciato nell'Appeso.

La possibile unione degli elementi è visibile negli arcani minori che si incrociano tutti con l'eccezione del due di coppe, dove però vi sono due volti che si guardano riflessi uno nell'altro: lo sguardo dei delfini. Nel 2 di oro la possibile collabora­zione, la possibilità di moltiplicare i denari, è rappresentata dal nastro, dove tra­dizionalmente viene riportato il nome del maestro cartaio; le due monete unite dal nastro hanno rispettivamente 10 e 11 raggi: è l'unione di qualcosa di diverso. Abbiamo detto che il 2 può avere un'accezione negativa: nel periodo medievale venivano appesi i traditori e coloro che non pagavano i debiti. Nel 2, quindi, c'è il germe della separazione, della caduta, del distacco.

Il mito indiano dell'ambrosia 

Nel mito indiano, l'ambrosia - l'elisir di eterna vita - è dispersa in un oceano di latte e dèi e demoni, bene e male, devono collaborare per estrarla dal mare. Si affidano a un serpente gigante e iniziano a zangolare il latte tirando da un lato e dall'altro il serpente attorcigliato intorno alla montagna sacra...

Dopo varie peripezie gli dèi riescono a ottenere l'ambrosia e a diventare immortali. Nel racconto indiano coesistono bene e male, dèi e demoni, e il rimestare il lat­te rappresenta le vicissitudini dell'uomo nel viaggio della dualità, le due estre­mità del serpente.

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