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Cosa fare (da subito) per realizzare il nuovo Pianeta Verde?

Pubblicato 2 anni fa

Sareste disposti a unirvi per creare una comunità, un nuovo modo di vivere, dove il bene di ognuno e il bene di tutti possano corrispondere? E dove la produzione del cibo non distrugga la terra che lo genera?

Ogni giorno qualcuno mi chiede: come si può sfamare il mondo senza aziende agricole?

Mi guardo in giro e mi chiedo esattamente l'opposto: come si può sfamare il mondo con le aziende agricole?

Il conflitto tra una coltivazione che sia veramente naturale e il profitto individuale è insanabile, sia agronomicamente che socialmente.

Il cibo come l'acqua, l'aria, un tetto per ripararsi e la possibilità di prendersi cura di sé sono diritti non negoziabili e impliciti all'atto del nascere.

Rincorriamo come bambini pezzi di carta colorata (con impressi dei numeri), che ci vengono sventolati davanti agli occhi per farci concentrare su di essi perdendo di vista la realtà; bandierine da acchiappare in gara tra noi a chi arriva prima, ma sempre un po' più in là della nostra portata.

In questo ruba bandiera dove i politicanti cambiano di continuo le regole a favore dei padroni, come nella Fattoria degli animali di Orwell, sacrifichiamo la parte migliore della nostra vita annichiliti dal ricatto: niente denaro, niente cibo.

Stai leggendo un estratto dal libro:

Indice dei contenuti:

Niente soldi = niente cibo

Di questo ricatto le aziende agricole sono complici pur in buona fede.

Il sistema creditizio le tiene sotto il tallone con leggi assurde, tasse sproporzionate agli introiti e altri mille impedimenti che angustiano il coltivatore o la coltivatrice, ma il vero scopo del Potere è di mantenere il controllo su tutti noi tramite chi produce cibo: chi ha le chiavi della dispensa comanda, come le nonne nei tempi passati.

Il progetto «Civiltà dell'Orto» nasce e trova sempre maggiore riscontro tra le persone proprio perché riporta il cibo nelle mani della gente, senza controindicazioni, fuori dalle leggi vigenti senza essere fuorilegge, proponendo uno scambio e non una compravendita o un baratto, senza sottoporsi alle forche caudine alle quali sono sottoposte le aziende agricole, anche bio, anche cooperative.

Secondo il regolamento (molto dinamico al suo interno) chiunque lavori o conferisca o apporti qualcosa riceve cibo in cambio. Semplicemente.

Riappropriarsi diffusamente della produzione, festeggiare i momenti più belli, mettersi in gioco e conoscersi, condividere la trasformazione del pomodoro in salsa o la conservazione di altri prodotti dell'orto, sottolio e quant'altro, crescere interiormente nel contatto col Sole, la pioggia, l'aria, la Natura: questo è guadagno, questo è benessere, questo è ciò che può essere diffuso in ogni angolo del mondo per cancellare la fame.

Il presente che stiamo costruendo con la «Civiltà dell'Orto» è l'unico futuro possibile.

L'azienda agricola più «illuminata» resta finalizzata comunque a un improbabile guadagno individuale; con questo non voglio certo demonizzare chi in un'azienda agricola crede nel proprio lavoro, chi con una buona apertura mentale incarna un momento di transizione, ma credo sia importante contestualizzare ogni attività nella società, nella storia e nella propria esistenza.

Per realizzare il Pianeta verde

Dobbiamo per prima cosa risolvere un problema logistico non da poco, cioè la discontinuità del territorio: il Pianeta è frazionato dai muri e dalle recinzioni delle proprietà private, dalle strade asfaltate e ferrate, una prigione per la Natura e i suoi pochi abitanti selvatici rimasti in circolazione.

I boschi sono poco più che ciuffi di verde dove non c'è scampo per quelle povere bestiole inseguite dai fucili ipertecnologici dei cacciatori, dove le trappole dei bracconieri sono tollerate e in agguato ovunque.

Basta guardare l'asfalto per vedere come le strade siano dei tritacarne per animali piccoli e grandi, domestici e selvatici. Chi di noi alla guida di un'automobile non ne ha ucciso qualcuno? E quanti esseri umani muoiono nello stesso modo?

Le strade asfaltate sono tapis roulant per criceti alla rincorsa del mangime, giostre dove scegliere la macchina più scintillante: sono un limite per la libertà e per la vita stessa.

Ma il mondo così come lo vediamo oggi è il risultato di scelte economiche precise e tutto sommato recenti, prese sulla nostra testa.

Nulla però impedisce di immaginare una diversa impostazione sociale e logistica in funzione di una società migliore, dove la Natura selvaggia e quella coltivata possano coesistere con l'essere umano.

Produrre cibo, muoversi, costruire in modo cooperativo

La quantità di energia utilizzata dall'essere umano nei secoli per costruire la realtà che ci circonda è incommensurabile. Proviamo a immaginare cosa sarebbe oggi la nostra vita se quella stessa quantità di tempo, lavoro e risorse fosse stata dedicata non alla competizione, non all'accumulo individualistico, ma alla cooperazione e alla convivenza, sia tra noi umani sia con la Natura selvaggia.

Produrre cibo non richiede né le devastazioni operate per il profitto privato né la crudeltà dell'allevamento; la ricerca scientifica non era costretta a concentrarsi sulle cure allopatiche capaci di provocare effetti devastanti sui nostri corpi, lo ha fatto solo per l'arricchimento di qualcuno bramoso di proprietà e potere.

Tanto studio poteva essere dedicato al superamento del concetto stesso di malattia, traguardo non impossibile visto che la sanità del nostro cibo deriva, appunto, da «io campo», prima persona singolare presente, voce del verbo «campare». E noi siamo ciò che mangiamo.

Possiamo scatenare la fantasia per immaginare una mobilità non così invasiva e inquinante come l'attuale e questo vale per tutte le attività da cui dipendono la nostra sopravvivenza e il nostro benessere.

Però c’è da fare un appunto: fintanto che esisterà la proprietà privata, ogni possibilità di miglioramento dell'Ambiente e di emancipazione del genere umano continuerà a essere ostacolata con qualsiasi mezzo da parte del Potere. E da ognuno di noi.

Nel chiuso delle proprietà private avvengono delitti vergognosi che in pubblico sarebbero puniti dalla legge: se prendi a calci un cane per strada ti portano in questura tra gli sputi, ma se uccidi sistematicamente migliaia di manzi nel tuo allevamento per il tuo guadagno personale le istituzioni ti finanziano e ti fanno cavaliere del lavoro, il sindacato di categoria ti difende, l'opinione pubblica ti definisce un buon imprenditore e tutti ti riveriscono.

L'elenco delle incongruenze derivate dall'esistenza della proprietà privata è lungo e potete divertirvi a stilarlo.

Il Nuovo Vivere

Io sono certo che il Nuovo Vivere si svolgerà in territori senza soluzione di continuità, tra prati e boschi, in villaggi ad alto contenuto di benessere in comunicazione tra loro secondo una mobilità di nuova concezione, dove non sarà necessaria alcuna barriera per difendersi gli uni dagli altri, dove le energie verranno orientate alla salute e non alla malattia, dove si possa convivere in armonia con gli (altri) animali. 


Un Nuovo Vivere, dove il bene di ognuno e il bene di tutti e di tutto possano corrispondere. Dove la produzione del cibo non distrugga la terra che lo genera.


Hai letto un estratto dal libro:

Ascolta la puntata del podcast RICOMINCIO DA 3 dedicata a questo libro:


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Recensioni dei clienti

Gilia M.

Recensione del 06/08/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 06/08/2025

E' una bellissima utopia peccato ci sia sempre chi vuole approfittarne per fare meno o per accaparrarsi quello fatto dagli altri. Intanto nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per le nostre famiglie.

Baristo T.

Recensione del 24/07/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 24/07/2025

Soprattutto convivere con gli altri animali, perché è questo che ha scordato l'essere umano, che siamo animali anche noi. È una bellissima visione, dovrebbero capirlo le industrie farmaceutiche che facendoci vivere meglio potrebbero trovare altri sbocchi di guadagno, perché saremmo sempre di più. E quelle belliche dovrebbero convertirsi, magari invece di pallottole fare integratori! Ma sognare è bello e si può fare in grande. Grazie per questo bellissimo articolo.

Lia M.

Recensione del 21/02/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 21/02/2025

Un articolo che espone senza mezzi termini le problematiche che ancora continuano a persistere, che purtroppo rientrano negli interessi di ancora troppe poche persone! Bisogna fovorire sia con i proprio acquisti sia con la propria coerenza le aziende serie che rispettano la natura

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