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Radioestesia: anche tu puoi imparare

Pubblicato 2 anni fa

Da quale strumento usare a come porre le domande: impara a conoscere meglio e sfruttare il bellissimo mondo delle energie sottili

Oggi ci inoltriamo in un terreno che per tanti può sembrare "fantastico" ma è che molto più reale e tangibile di quello che immaginiamo: la Radioestesia

La Radioestesia è lo studio delle radiazioni dell'uomo: è una pratica che permette di rilevare energie e vibrazioni sottili attraverso l'uso di strumenti come pendoli, aste, strumenti a forcella o altri oggetti sensibili.

In particolare, i praticanti della radioestesia sostengono che questi strumenti possano essere utilizzati per rilevare l'energia elettromagnetica, i campi magnetici, l'acqua sotterranea, i minerali, le radiazioni, le malattie e altri aspetti del mondo fisico ed energetico.

Sappiamo dalla fisica classica che termini come "materia", "vi­brazione" ed "energia" hanno tutti lo stesso valore. Sono i veri oggetti di osservazione della fisica. – F. Bludorf

In casi rari le radiazioni si possono localizzare anche attraverso le mani. Purtroppo la sensibilità alle radiazioni non è presente in tutti gli individui in uguale misura ma può, almeno in parte, essere insegnata.

Ma entriamo nel vivo del discorso, con un estratto dal libro:

Indice dei contenuti:

Il lavoro radioestesico

Radioestesia significa sensibilità alle radiazioni oppure, in altre parole, la particolare sensibilità e capacità di persone sensitive a percepire e interpretare le radiazioni, le vibrazioni, le oscilla­zioni, le emanazioni e i campi che scorrono e pulsano intorno a ogni individuo.

La Radioestesia non si può paragonare alla capacità di saper suonare il pianoforte. Con molto esercizio tutti possiamo imparare a suonare un determinato brano. Ma a un buon pianista questo non è sufficiente. Lo stesso vale per il lavoro con il pendolo o con la bacchetta. L'analisi radioestesica si può effettuare solo esercitandosi molto.

La radioestesia è senza dubbio una scienza, perché sono necessarie molte conoscenze e un ricco bagaglio di esperienze per poter interpre­tare le oscillazioni del pendolo e della bacchetta. Il fatto che attualmente tutte le funzioni e le relazioni non siano com­pletamente spiegabili non cambia le cose.


La radioestesia richiede a colui che la pratica (ogni giorno) di aprirsi a ciò che viene dall'esterno o a ciò che egli intende conoscere e ad aprirsi a tutto ciò che il suo corpo gli segnala.


Non a caso si parla di sensibilità alle radiazioni o percezione extrasensoriale.

Bisogna comunque dire che la radioestesia ha dei limiti: sembra che l'analisi delle domande effettuate con la radioestesia dia infinite possibi­lità e che il radioestesista sia in grado di dare una spiegazione a tutto. Tuttavia la radioestesia è fondata su un principio fondamentale: tutto emana radiazioni, tutto vibra!

La radioestesia legge il presente (non il futuro)

Quando non è a disposizione energia vibrante, il radioestesista non può fare nulla.

Questo è un motivo per cui non si può interrogare il fu­turo. Qualcosa che non è ancora concepito, che non è presente a livello di emanazione, pensiero, risultato (come per esempio i numeri del lotto della prossima estrazione), non si può esaminare.

N.B.: Il successo della radioestesia non si basa solo sulla conoscenza e sulla comprensione del lavoro con il pendolo e con la bacchetta, ma an­che sulla predisposizione.


Il principio di tutta la radioestesia su cui si basa in ultima ana­lisi tutto il metodo, è l'assoluta supremazia della mente umana. È l'unica base solida della ricerca radioestesica.


Radioestesia materiale e mentale: le differenze

Innanzitut­to ci sono i campioni di prova da usare con il pendolo o con la bacchetta e sui quali si fanno le varie domande: "È questo/a buono/a per me?". Può trattarsi di una mela, di un panino, di un medicinale ecc. che deve essere mangiato o ingerito. Questa ana­lisi basata su oggetti fisici si chiama radioestesia materiale.

È un tipo di lavoro più superficiale, che si potrebbe fare anche se non siamo in per­fetta forma fisica (influenza ecc.).

Una via di mezzo tra l'analisi materiale e quella mentale è l'analisi sui diagrammi, il lavoro con foto o manoscritti ecc.; in pratica la domanda su un portatore. In un certo senso si tratta sempre di analisi materiale, dal momento che si ha comunque a disposizione qualcosa di materiale (l'immagine o il nome di un medicinale relativo o di una malattia).

Per tali esami è necessario un grado più alto di sensibilità. Ecco perché è inteso anche come esame psicologico.

Infine abbiamo la radioestesia puramente mentale, per la quale è necessario possedere il massimo grado di sensibilità. Ci si concentra solo su di un determinato medicinale, sul suo nome, chiedendo alla bac­chetta: "Questo mi fa bene?". Dovrebbe essere sufficiente una struttura mentale tale da consentire un risultato corretto.

A questa categoria ap­partengono le ricerche delle persone scomparse, le domande a distan­za, la teleradioestesia ecc.

In questo tipo di lavoro la distanza non conta. La risposta che si cerca può anche essere dall'altra parte del mondo o solo due case più in là.

Una variante particolare è che la radioestesia, mediante la concentra­zione di una seconda persona, entra in risonanza con una terza persona assente per accertare la presenza o meno di una malattia, di una predi­sposizione ecc. Anche la scoperta di risorse minerarie effettuata a bordo di un aereo o mediante una cartina appartiene a questa categoria. Come potete vedere, queste pratiche non sono adatte ai principianti


Il livello più alto dell'arte di saper usare il pendolo o la bacchet­ta con possibilità quasi i/limitate si raggiunge solo mediante atteggiamenti altruistici e anni di esercizi.


Uso della bacchetta

Si intende l'uso della bacchetta in casa e all'aperto.

È una scienza antica come l'uomo; è antica come la conoscenza delle radiazioni provenienti dalla terra. In tempi biblici la bacchetta era conosciuta come verga. Era parte integrante dei segreti dei templi. L'uso della bacchetta e del pen­dolo ci è noto fin dal XIV secolo avanti Cristo. Anche la Bibbia cita questa scienza, nel libro del profeta Ezechiele e Osea. 

Secondo i calcoli dei nostri tempi, circa 13.500 anni prima di Cristo furono costruiti scavi di pozzi in Sudafrica e Togo secondo le indica­zioni di persone che sapevano usare la bacchetta.


Il principio centrale della radioestesia non è quello di scoprire l'energia, ma la frequenza di ciò che si sta cercando.


Nel 3.000 avanti Cristo circa, secondo le imma­gini trovate nelle tombe dei faraoni, gli egizi conoscevano il rametto a forcella. Sono stati trovati anche dei pendoli come arredi funebri dei sarcofagi egizi. Il problema relativo all'uso della bacchetta riguarda l'ambito morale. È vero che usando la bacchetta si imparano a conoscere molte verità che oggi per lo più non sono messe in discussione.

Con la bacchetta si può lavorare in ogni settore:

  • Salute
  • Alimentazione
  • Biologia edilizia
  • Opere d'arte
  • Filosofia
  • Arte
  • Tecnica
  • Preparazione di medicinali ecc.

La radioestesia è l'accadere della risonanza. La regola di base della radioestesia è la risonanza, perché tutto emana radiazio­ni, tutto oscilla e vibra.

Bacchetta e pendolo?

È difficile spiegare la differenza tra "bacchetta e pendolo". Nel lavoro radioestesico l'impiego di uno strumento piuttosto che di un altro di­pende sempre dal tipo di applicazione e dal problema.

In ogni caso sono sempre e soltanto degli indicatori che servono a rendere visibili le vi­brazioni.

Ad esempio lavorando con il pendolo c'è anche da tenere in considerazione la lunghezza del filo/catenella che funge da antenna. In senso gene­rale il pendolo lavora come la bacchetta, ecco perché ne esistono così tanti modelli dei più svariati materiali (e anche l'antenna Lecher e il bio­tensor).

Generalmente si tende a lavorare all'esterno con la bacchetta e in casa con il pendolo, ma anche in qui ci sono delle eccezioni

Forse si può azzardare questa differenza: la bacchetta regolata bene è più sensibile alle vibrazioni rispetto al pendolo, ecco perché alcune persone lavorano quasi esclusivamente con la bacchetta (e con piena convinzione).

Esercizio, esercizio, esercizio

In linea di massima ognuno di noi (e sicuramente dopo un certo perio­do di pratica) è capace di lavorare con la bacchetta. Solo poche cause possono diminuire questa capacità.

Come a scuola, per poter diventare bravi, si inizia con il primo passo e si prosegue con costante esercizio e perseveranza. Gli errori fanno parte della fase di apprendimento. In ogni caso esistono dei corsi di radioestesia.


Oggi le conoscenze delle scienze di confine non si spazzano più nell'angolo o sotto il tappeto con la scopa della conoscenza e della razionalità. Dobbiamo soffiare sulla polvere del secolo e non possiamo perdere la testa e la ragione, ma considerare ogni pregiudizio una saggezza superiore. – B.A. Bohnke 


Verificate i vostri risultati con regolarità

Gli errori si possono fare per molti motivi diversi.

Per esempio verificate se dovete assumere un determinato medi­cinale e confrontate il risultato ottenuto con il foglietto illustrativo. Discutete il risultato ottenuto con il vostro medico curante o con il vostro terapeuta. Se si lavora o si fanno esperimenti con la bacchetta senza motivi egoistici, per il bene degli altri o per la propria crescita spirituale, allora anche i risultati saranno sicuri, chiari e affidabili.

Solo attraverso il lavoro pratico e molteplici tentativi imparerete come usare la bacchetta.

Procedete passo per passo

Prestate attenzione ai seguenti concetti fondamentali sul vasto tema della radioestesia:

  • Il livello di evoluzione psico-spirituale di un individuo si riflette sui suoi risultati radioestesici (vale a dire con i risultati ottenuti con l'uso della bacchetta e del pendolo).
  • Il miglioramento della propria sensibilità aumenta la capacità con la bacchetta (o con il pendolo). Più siete sensibili al vostro ambiente, più saranno sensibili e precisi risultati della bacchetta.
  • Il rapporto con i propri simili e con cose eteree, così come il rappor­to con il mondo spirituale, richiedono un'anima scevra da egoismo.
  • Usate la bacchetta (o il pendolo) solo per le seguenti ragioni: educazione spirituale, autentica ricerca della conoscenza (per amore della verità), altruisticamente, per aiutare altri uomini o esseri.
  • Non lavorate mai con la bacchetta (o con il pendolo) seguendo im­pulsi egoistici. L'amore e la dedizione rappresentano una base solida per ottenere dei buoni risultati con la bacchetta.
  • Non usate mai la bacchetta a scopi dimostrativi, vale a dire per mo­strarla ad altre persone (per esempio tra colleghi o negli affari in ge­nere) e non usatela mai per conoscere il futuro.
  • Con la bacchetta restate sempre concentrati sul problema, su come formulare la domanda e attendete pazientemente la risposta. Solo quando il corpo e lo spirito sono una cosa sola, la bacchetta (o il pen­dolo) può dare risultati giusti.
  • Ricontrollate sempre i risultati ottenuti e non date alcun risultato per certo. Non siate però nemmeno scettici. Una risposta sbagliata può anche essere dovuta a una domanda formulata in modo errato.
  • L'umiltà e la riconoscenza, così come il rispetto verso le forze cosmi­che con cui si entra in contatto devono sempre essere parte inte­grante del lavoro con la bacchetta.

Come formulare le domande?

Per usare bene la bacchetta (sia essa a due mani o a una mano sola) e il pendolo, il modo in cui si formula la domanda è fondamentale. Come sapete, sia lei bacchetta che il pendolo funzionano con il principio duale (come il computer). La risposta può essere "1" oppure "2", vale a dire "SÌ" o "NO". Quando si formula la domanda questo fatto deve essere tenuto presente.

Ecco un esempio di formulazione errata: "Lo zio verrà a trovarmi oppure no?

A questa domanda la bacchetta non può rispondere. La domanda deve essere formulata in modo tale da avere come possibilità di scelta un chiaro "SÌ" o "NO". E quindi: "Lo zio verrà a trovarmi?

Un ultimo esempio in questo senso: "Un determinato medicinale mi farà bene?". La risposta alla domanda può essere senz'altro SÌ. Tuttavia è una risposta incompleta. Si dovreb­be infatti chiedere: "Gli effetti collaterali sono dannosi?" e soprattutto: "Dovrei prendere una capsula di questo medicinale una volta al gior­no'?" oppure: "Dovrei aggiungere un altro medicinale a questo?" (... e poi chiedete delucidazioni al vostro medico o al vostro farmacista).

Con l'ausilio di questi pochi esempi ci auguriamo di avervi chiarito la pro­blematica di come formulare la domanda. Non tralasciate questo punto. Sapete anche voi quante volte nella vita di tutti i giorni formuliamo male una domanda e quante volte capita di dire qualcosa di completamente diverso da quello che intendevamo dire.


La ricchezza irrazionale della vita mi ha insegnato a non get­tare mai niente anche se va contro tutte le nostre teorie. Questo può inquietare molto. Non si è sicuri se la bussola indichi correttamente la direzione. Ma con la sicurezza, la certezza e la calma non si fa nessuna scoperta. – C.G. Jung


Per approfondire, continua a leggere:


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